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Petronà, monitoraggio Arpacal di campi elettromagnetici e radon

Prosegue il monitoraggio dell’agenzia sui territori del Catanzarese. La campagna si svilupperà nei prossimi mesi

Pubblicato il: 29/01/2021 – 10:43
Petronà, monitoraggio Arpacal di campi elettromagnetici e radon

PETRONÀ Proseguita nei giorni scorsi a Petronà, cittadina a pochi chilometri da Catanzaro nella Sila Piccola catanzarese, la campagna di monitoraggio dei campi elettromagnetici e del gas radon a cura del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal.
Ieri mattina i tecnici del Dipartimento Arpacal di Catanzaro, Salvatore Procopio e Filomeno Caldarola, hanno posizionato i dosimetri per la misurazione del radon negli edifici pubblici, individuati dal sindaco Vincenzo Bianco, mentre nella prossima settimane, come da programma, saranno sorteggiati i privati cittadini aderenti all’iniziativa che “ospiteranno” nelle loro case il posizionamento dei dosimetri. Nei prossimi giorni il monitoraggio continuerà anche con il prelievo di campioni di acqua dalle fontane pubbliche, al fine di misurarne la presenza di gas radon. Come è noto, il laboratorio “E. Majorana” del Dipartimento Arpacal di Catanzaro ha ottenuto, dall’ente unico nazionale di accreditamento Accredia, l’accreditamento delle prove per la determinazione della concentrazione della presenza di radon nelle acque destinate al consumo umano.
La campagna si svilupperà nel corso dei prossimi mesi, dapprima con il monitoraggio dei campi elettromagnetici emessi dalle antenne di telefonia, o altre sorgenti, già misurate nella giornata di oggi, per poi procedere al posizionamento dei dosimetri per la misurazione della presenza di gas radon.
Occorre ricordare che il radon, in assenza di eventi incidentali, rappresenta la principale fonte di esposizione alla radioattività per la popolazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso l’International Agency for Research on Cancer (Iarc) ha valutato la cancerogenicità del radon fin dal 1988 e lo ha inserito nel Gruppo 1: “agenti in grado di indurre il tumore polmonare”. Stime consolidate da decenni a livello mondiale attribuiscono al radon la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di tabacco con un rischio proporzionale alla concentrazione. In Italia si stima che, su circa 30.000 casi di tumore polmonare che si registrano ogni anno, oltre 3.000 siano da attribuire al radon, la maggior parte dei quali tra fumatori ed ex-fumatori.

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