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Terremoto all’Asp di Cosenza, «se salta, crolla tutto» – NOMI E INTERVISTA

Il nome dell’operazione coordinata dalla Procura di Cosenza legato ad una intercettazione. «Bilanci falsati e non approvati»

Pubblicato il: 05/02/2021 – 12:30
di Fabio Benincasa
Terremoto all’Asp di Cosenza, «se salta, crolla tutto» – NOMI E INTERVISTA

COSENZA «Si tratta di indagini non ancora concluse e partite due anni fa. Abbiamo scoperchiato il vaso di pandora e siamo all’inizio». Il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo, apre così la conferenza stampa convocata per fornire i dettagli dell’inchiesta denominata “Sistema Cosenza”, annunciando investigazioni ancora in corso e molto complesse. «Effettuare analisi documentali, incrociare i dati e ricostruire le procedure è compito arduo, lavoro sugli archivi dell’Asp è difficilissimo». Il nome dell’operazione, Sistema Cosenza, «lo traiamo da una intercettazione nel corso della quale un politico dell’entourage dell’ex governatore fa riferimento a questo sistema che governa l’Asp di Cosenza. Che esisteva e funzionava a prescindere dalle persone coinvolte», aggiunge Spagnuolo. «Il gip – continua – si è pronunciato con un provvedimento articolato che ha confermato la validità dell’impianto accusatorio rispetto ai gravi indizi di colpevolezza. La Procura aveva chiesto i domiciliari per gli indagati (richiesta respinta) ma ci aspettiamo che queste persone siano punite in maniera decisa». La richiesta di nove misure interdittive saranno valutate dal giudice dopo gli interrogatori che inizieranno la prossima settimana.

I nomi

Gli indagati nell’inchiesta della Procura sono: Antonio Scalzo (dirigente Asp); Fabiola Rizzuto (dirigente Asp); Aurora De Ciancio (dirigente Asp); Nicola Mastrota (dirigente Asp); Bruno Zito (dirigente Asp); Vincenzo Ferrari (dirigente Asp); Massimo Scura (già commissario Asp); Antonio Belcastro (dirigente regionale); Saverio Cotticelli (già commissario Asp); Carmela Cortese, Elio Pasquale Bozzo, Alfonso Luzzi e Gennaro Sosto. Per Raffaele Mauro, Luigi Bruno e Francesco Giudiceandrea diposta la misura del divieto di dimora nel Comune di Reggio Calabria mentre per Giovanni Lauricella, Remigio Magnelli e Maria Marano il divieto di dimora riguarda il Comune di Cosenza.

Bilanci falsati e mancanti

Secondo quanto si è appreso «tutti gli indagati dal 2015 al 2019 avrebbero ricoperto posizioni verticistiche all’interno dell’Asp di Cosenza e nelle strutture collegate. I fatti si legano ad una serie di vicende processuali che afferiscono ad indebiti e illeciti vantaggi utilità di cui sono giovati dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale». Chi indaga mira a far luce, tra i tanti episodi riscontrati e contestati, anche sulla designazione a dirigente di una persona che non aveva titoli (era richiesta esperienza quinquennale) alla unità operativa dedicata all’attività protesica. «Si parla di una struttura – sottolinea Spagnuolo – che gestisce un budget da decine di milioni di euro l’anno». Altri fatti segnalati riguardano i «bilanci 2015, 2016 e 2017. Dal 2018 in poi – aggiunge Spagnuolo – non si hanno più bilanci». Nessuno si assume la responsabilità di avallare i falsi che hanno caratterizzato il passato. «L’Asp di Cosenza – continua il procuratore – governa somme per circa 1 miliardo e 200 milioni di euro l’anno, in particolare ben 700 milioni di euro nel 2017 vengono destinati all’acquisizione di beni e servizi di strutture private convenzionate».  «I responsabili, ovvero coloro che avrebbero dovuto predisporre il bilancio erano consapevoli dei falsi che stavano ponendo in essere e si adoperavano per far quadrare i conti», aggiunge il procuratore. «Il collegio sindacale – continua Spagnuolo – a più riprese aveva denunciato ai responsabili della struttura tutta una serie di criticità: i crediti in bilancio sopravvalutati o inesigibili, la crisi di liquidità, il fondo rischi, il fondo svalutazione dei crediti. Il bilancio non rappresenta lo stato dell’Asp. Tutto veniva mascherato perché «il mancato raggiungimento degli obiettivi economici determina la conclusione degli organi preposti a guidare l’Azienda sanitaria. In una intercettazione datata 9 febbraio 2019, Franco Pacenza – all’epoca dei fatti responsabile della sanità dell’ex governatore Oliverio – dice «se salta Cosenza salta tutto».

Sistema marcio

Il pm Mariangela Farro racconta i lati oscuri del sistema: «Criticità a macchia d’olio con gestione domestica della cosa pubblica che viene asservita a logiche personalistiche. Abbiamo riscontrato un sistematico ricorso all’anticipazione di cassa, che ovviamente comporta costi aggiuntivi per milioni di euro. Costi che si estendono al mancato controllo sia sulla natura e sia sulla destinazione d’uso. «L’Asp di Cosenza – chiosa il pm – non è in grado di chiarire qual è la mole dei beni che possiede, quanti strumenti siano a sua disposizione».

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