CROTONE Sono 24 le misure cautelari, 15 in carcere e 9 ai domiciliari, eseguite stamani nell’ambito dell’operazione “Ikaros” condotta dalla Polizia di Stato di Crotone, con il coordinamento della Procura, e che ha portato allo smantellamento di due organizzazioni dedite alla commissione di una serie di reati finalizzati a favorire la permanenza illecita, sul territorio italiano ed europeo, di richiedenti asilo. I reati contestati sono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica, traffico d’influenze illecite e corruzione. In manette sono finiti, tra gli altri, tre avvocati, due poliziotti e un vigile urbano di Crotone.
In particolare nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Crotone, sono emerse due distinte associazioni, con ramificazioni sul territorio nazionale e all’estero, specializzate nella predisposizione di documentazione falsa attestante residenze fittizie e false assunzioni di soggetti richiedenti asilo, perlopiù di nazionalità curdo-irachena, interessati a ottenere il riconoscimento di una forma di protezione internazionale, non in quanto bisognosi di essere salvaguardati dal loro Stato di origine, bensì solo per ottenere un titolo di soggiorno che garantisse loro libertà di movimento sul territorio italiano ed europeo. A fronte di tali prestazioni i richiedenti asilo erano disposti a pagare somme di denaro. Promotori e partecipi delle due associazioni erano stranieri residenti o dimoranti nel crotonese o nelle province limitrofe, avvocati compiacenti, mediatori culturali e poliziotti in servizio all’ufficio immigrazione della Questura d Crotone, un dipendente della Prefettura in servizio alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale e un appartenente alla polizia locale di Crotone.
Secondo quanto emerso dalle indagini che hanno portato all’esecuzione di 24 misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale Crotone Romina Rizzo su richiesta della Procura, infatti, i componenti delle associazioni, stranieri e mediatori, in contatto con loro connazionali stanziati in Iraq o all’estero, fungevano da intermediari e procacciatori per gli avvocati che, con documentazione fasulla avanzavano richiesta soprattutto alle Questure di Catanzaro e Crotone. Una volta avviata la pratica, il richiedente che si trovava in Iraq, veniva avvisato della fissazione dei vari appuntamenti previsti dalla procedura come il fotosegnalamento, l’audizione alla Commissione territoriale e, infine, il ritiro del permesso di soggiorno, in occasione dei quali giungeva in Italia, via aerea, munito di un visto turistico, per poi ripartire facendo rientro nel Paese da cui chiedeva di essere protetto. Gli accertamenti hanno anche consentito di rivelare il ruolo dei pubblici ufficiali consapevoli della strumentalità delle richieste ma che si prestavano ad assecondare il sistema dietro l’elargizione di somme di denaro o altre regalie accelerando le pratiche a favore dei richiedenti o attestandone falsamente la residenza in Italia. Gli indagati in tutti sono 90.
In carcere:
Sameer Khan Ahmadzai
Ur Rehman Atta
Jahfarin Safi Zada
Edris Mahmoudzadeh
Sohaib Ahmad
Intzar Ahmed
Soran Omar Rashid Rashid
Soran Mirza Rasul
Rachida Lebkhachi
Khasro Abdulhameed Mohammed Mohammed
Mohammed Ibrahim Mohammed Albayati
Makwan “Marco” Karim
Khoshnaw Hussein Mustafa
Rawezh Waleed Khalid
Edwan Karsol Ahmed
Ai domiciliari:
Salvatore Andrea Falcone
Gianluca Malena
Irene Trocino
Sergio Trolio
Gabriella Panucci
Rocco Meo
Salvatore Panciotto
Gennaro Mazza
Alfonso Bennardis
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