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Bisignani: «La telecardiologia dell’Asp di Cosenza è il progetto più grande d’Europa» – VIDEO

Il neo primario dello spoke di Corigliano Rossano annuncia solo buone notizie: «A breve aprirà l’Utic e punteremo sull’emodinamica»

Pubblicato il: 27/02/2021 – 16:49
di Luca Latella
Bisignani: «La telecardiologia dell’Asp di Cosenza è il progetto più grande d’Europa» – VIDEO

CORIGLIANO ROSSANO «La cardiologia dello spoke di Corigliano Rossano non solo deve puntare alla riapertura dell’Unità di terapia intensiva cardiologica, che riaprirà fra un mese, ma si deve porsi l’obiettivo dell’emodinamica». Sono parole incoraggianti e rassicuranti per tutto il territorio sibarita, quelle pronunciate dal dottor Giovanni Bisignani, direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia, ad interim, del “Giannettasio di Corigliano Rossano e dell’ospedale di castrovillari, nel corso del talk Un eco dallo Jonio, andato in onda ieri sera su L’altro Corriere Tv.
Dagli studi di Corigliano Rossano, il primario in servizio da qualche settimane ha subito spiegato come la vita non sia facile quando si deve ripartire impegni così gravosi fra Castrovillari e Rossano. «Non è facile – ha spiegato Giovanni Bisignani – ma lo faccio volentieri. È una posizione transitoria, c’è stato bisogno, mi è stato chiesto ed ho accettavo molto volentieri per contribuire a migliorare il servizio sanitario sul territorio. Se si dovesse giungere al punto di fare una scelta fra le due sedi, questo lo deciderà il commissario dell’Asp di Cosenza, La Regina. Vivo questa esperienza con passione, ed al futuro guardo con la prospettiva di migliorare il servizio. A Rossano ho trovato tanta condivisione da parte di tutti, colleghi e tutto il personale che hanno voglia di fare e di crescere».

«L’Utic riaprirà entro un mese»

La prima delle buone notizie fornite dal direttore della Cardiologia è la riapertura dell’Utic, chiusa il 12 dicembre 2019 per dei lavori di adeguamento dei locali e mai più riaperta. «Certo – ha aggiunto Bisignani – i cambi ai vertici dell’azienda non hanno aiutato. Adesso con La Regina vi è un confronto quotidiano e le aspettative sono alte. A breve, diciamo entro un mese riaprirà l’Utic, l’unità coronarica, perché una cardiologia senza Unità di terapia intensiva cardiologica è un po’ come un’auto senza volante. Ecco perché dobbiamo a rafforzare le basi del reparto per poi pensare ad altro, ovvero ad ambire all’emodinamica e ad una cardiologia interventistica nel suo complesso, quindi non solo all’emodinamica e all’angioplastica. Ogni elemento deve poggiare su basi solide, sulle competenze che nascono dai numeri e maturano sul campo. Quanto alle risorse umane del reparto, per i servizi che attualmente vengono svolti i medici sono sufficienti, manca però qualche infermiere e quando apriranno le altre attività il personale dovrà essere adeguato».

Carelink ExpressTM Mobile” per controllare i pacemaker

Qualche giorno fa è stato inaugurato un particolare controllo dei pacemaker. «È motivo d’orgoglio per me perché si tratta della prima esperienza in Italia con questi device. Nella sostanza, se un paziente arriva al pronto soccorso di Rossano ed il medico di turno sospetta che vi sia un malfunzionamento, invia il paziente in ambulanza a Castrovillari. Al Ferrari viene visitato dal cardiologo, la consulenza al pronto soccorso controlla che il pacemaker sia a posto per poi ritornare a Rossano. Tempo medio, circa cinque ore. Adesso, invece, al paziente che arriva al pronto soccorso di Rossano viene controllato il device in telemedicina con una app che si chiama “Carelink”. Lo si visita ed i dati finiscono in un “cloud” monitorato dal cardiologo dell’Hub, in questo caso di Castrovillari, il quale valuta i dati insieme al suo collega di Rossano e decide cosa fare, con un risparmio di tempo importante».

«La telecardiologia dell’Asp di Cosenza, l’esperienza più grande in Europa»

Anche nella telemedicina, proprio grazie al dottor Bisignani, l’Asp di Cosenza esporta queste esperienze in tutta Europa. Telemedicina, peraltro, citata dal neo premier Mario Draghi durante il suo discorso di insediamento. «La telemedicina è un altro dei fiori all’occhiello della nostra Asp – ha spiegato il direttore dell’Uoc di cardiologia di Rossano –. Il progetto è al suo sesto anno e risulta essere il più grande in Europa per l’orografia del territorio e per i centri coinvolti. Il nostro è un modello da esportare e citato proprio di recente dall’American journal of emergency come esempio di efficienza. In sostanza non viaggiano gli ammalati ma i dati; l’ammalato al miocardio non raggiunge l’ospedale più vicino ma quello più idoneo. Immaginiamo il signor Rossi che villeggia a Sibari ed accusa un dolore al petto. Chiama l’ambulanza che arriva da Corigliano ed a Corigliano riaccompagna il paziente. Al “Compagna” la consulenza cardiologica diagnostica l’infarto del miocardio. L’ambulanza ricarica il paziente e va a Castrovillari, dove passa dal pronto soccorso, viene visitato dal cardiologo di turno e solo poi sale in emodinamica per un’angioplastica. Tempo stimato, quattro ore. Da cinque anni, invece, accade che il signor Rossi che allerta il 118 dai Laghi di Sibari sia visitato sul posto dall’ambulanza proveniente da Corigliano. I dati del suo elettrocardiogramma vengono inviati direttamente al 118 e all’unità coronarica di Castrovillari dove viene letto il referto e poi deciso il da farsi. L’ambulanza a quel punto non torna più a Corigliano ma si dirige direttamente al Ferrari. Il paziente, raggiunto l’ospedale di Castrovillari non passa più dal pronto soccorso ma va direttamente in sala emodinamica, con un tempo risparmiato di circa tre ore. Questo è un progetto per cui ne vado fiero».

Le patologie più diffuse

Il primario di Cardiologia si è soffermato, ancora, sulla tipologia delle patologie più diffuse, e quelle più rare, diagnosticate nella piana di Sibari. «Le malattie più comuni – ha concluso Bisignano in proposito – riguardano le patologie cardiovascolari, l’infarto del miocardio, lo scompenso cardiaco e le aritmie con numeri che rientrano nella media nazionale. La malattia che invece va di pari passo con l’aumento della popolazione è la fibrillazione atriale che è pericolosa perché provoca ictus ed è quindi invalidante. Le patologie più rare, invece, sono quelle che rientrano nell’impronta genetica». (l.latella@corrierecal.it)

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