CORIGLIANO ROSSANO Mentre la curva pandemica torna a salire, distanziamento e mascherine sembrano già un ricordo. Sono i due volti della stessa medaglia. A Corigliano Rossano se da un lato i dati fanno registrare una nuova impennata, dall’altro basta farsi un giro per notare assembramenti senza dispositivi di protezione ed una vita che scivola via, in apparenza, come se il virus Sars-Cov-2 non abbia mai iniziato a infettare la popolazione.
Paradigmi della stessa realtà: più si abbassa la guardia, maggiormente il Covid-19 sta tornando ad attaccare. Ed i numeri sembrano implacabili.
A testimoniarlo è Martino Rizzo, da qualche giorno direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, già responsabile del dipartimento Igiene e Sanità per il territorio della ex Asl 3 di Rossano, la Sibaritide.
Pur con impegni ben diversi e di maggiore responsabilità, il dottor Risso è tornato a pubblicare dati – ma non con la stessa frequenza di prima – sulla sua pagina Facebook. Numeri che riassumono la settimana.
«Finito febbraio, arriva marzo, ma la situazione non sembra cambiare. Apparentemente – scrive il dirigente medico – sullo Ionio le cose sembrano andare bene: 111 casi nella settimana, così divisi: 88 Corigliano-Rossano, 1 Calopezzati, 3 Rocca Imperiale, 5 Montegiordano, 4 Longobucco, 7 Cassano, 1 Cerchiara, 1 Pietrapaola, 1 Scala Coeli». Perché apparentemente? La risposta che Rizzo fornisce è drammatica. «Sappiamo, dai risultati dei test rapidi effettuati in settimana, che il numero dei positivi è molto superiore, e nei giorni 23/27 febbraio sono stati comunicati una cinquantina di altri casi, già in quarantena con i contatti, che verranno ufficializzati con il tampone molecolare effettuato dopo 10 giorni, quindi la prossima settimana».
A Cassano, ancora, comune fortemente colpito tanto da indurre il sindaco Papasso a dichiarare la zona rossa, «la situazione sembra in miglioramento, i “nuovi” positivi vengono abbondantemente superati dai guariti, mentre gli altri focolai del territorio sembrano sotto controllo, anche se con questo virus è difficile fare previsioni».
Il problema, secondo Martino Rizzo rimane Corigliano Rossano dov’erano 6 i nuovi casi a ieri sera. «Non si può escludere – è la ricostruzione – che alcune “cerimonie” abbiano contribuito ad amplificare la diffusione del virus. E che il problema ci sia, si può anche dedurre dal numero di bambini contagiati: sono 11 oggi le classi, di 8 plessi scolastici, ad essere in quarantena. Questo comporta la necessità di alcune valutazioni: se è vero che anche in provincia di Cosenza è arrivata la “variante inglese”, per come accertato dal Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare di Roma, quello che abbiamo sempre detto, che i bambini si infettano meno degli adulti e trasmettono meno, non è più valido, e forse dovremo pensare ad una nuova strategia. Vedremo cosa dirà il CTS, ed il prossimo Decreto del Governo».
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