«Mobili per il solo Bevere? No, erano per sei dipartimenti»

CATANZARO Il caso, partito da una denuncia del sindacato Csa-Cisal (potete leggerlo qui), è arrivato alla ribalta nazionale con un passaggio della puntata di “Non è l’arena” dedicato al caso dei 31.260 euro in mobilio spesi per rifare gli interni del dipartimento Tutela della Salute. Così, almeno recitava il vecchio decreto firmato dalla burocrazia regionale. Vecchio, perché da qualche ora gli uffici della Cittadella hanno rimesso mano agli atti e modificato un passaggio di quel documento, ridefinendo i contorni della questione. Questa la vecchia formulazione, riportata, chiarisce oggi la Regione, «per mero errore materiale»: «Si è reso necessario avviare le procedure amministrative per l’acquisto di arredi di cui all’allegato capitolato, da destinare ad alcuni uffici della dirigenza generale del dipartimento Sanità presso la Cittadella Regionale». 

Per chi erano i mobili

La frase viene sostituita con la seguente nel decreto dirigenziale numero 2021 del 2 marzo scorso: «Si è reso necessario avviare le procedure amministrative per l’acquisto di arredi di cui all’allegato schema, da destinare a vari dipartimenti e strutture Regionali che ne avevano fatto richiesta, e precisamente il dipartimento Tutela della Salute (Pec del 08/07/2020 a firma del dirigente generale Bevere e successiva mail del 10/09/2020 della segreteria particolare del presidente della giunta regionale), l’ufficio dell’assessore Fausto Orsomarso (mail del 20/07/2020 a firma del responsabile amministrativo della struttura), il dipartimento Programmazione unitaria (Pec del 12/08/2020 a firma del dirigente generale Maurizio Nicolai), la Stazione unica appaltante (mail del 24/09/2020 a firma del dirigente generale Mario Donato), l’ufficio dell’assessore Sandra Savaglio (mail dell’ 08/10/2020 a firma dell’assessora Savaglio) nonché all’ufficio dell’assessore Gianluca Gallo presso la sede di Cosenza, Palazzo degli Uffici, (all’esito di un sopralluogo della Struttura Tecnica Regionale)». Resta confermata la cifra (31mila euro), cresce la platea dei beneficiari: non più il solo Bevere ma sei strutture della Regione Calabria. L’atto non specifica quale sia stata la suddivisione di quote e genere di mobilio tra i diversi dipartimenti. Serve, però, a precisare i contorni della questione dopo l’esplosione del caso mediatico.