LAMEZIA TERME Certezza nelle procedure di riapertura delle strutture, ma soprattutto un’accelerazione decisa nella campagna vaccinale. Così come aiuti mirati e snellimento nell’iter per accedere ai sostegni. Senza dimenticare misure per concedere prestiti a lungo termine con garanzie dello Stato. Suona come un appello quello che Demetrio Metallo, presidente della sezione Turismo di Unindustria Calabria nonché vice presidente nazionale dell’Associazione direttori d’albergo (Ada), rivolge al Governo.
Un settore quello calabrese che nel 2020, secondo le stime di dell’Istituto Demoskopika, ha perso oltre la metà di presenze turistiche e di arrivi bruciando sull’altare della pandemia circa 300 milioni di euro per la contrazione dei consumi di beni e servizi da parte dei viaggiatori. Commentando il Piano di rilancio del comparto presentato dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, in audizione parlamentare, Metallo ha rivendicato il ruolo svolto dalle organizzazioni per sollecitare quegli interventi. Ma l’invito è quello di «correre». «Occorre fare presto per salvare una stagione estiva ormai alle porte». Un appello che il presidente regionale di Unindustria Turismo rivolge anche e soprattutto alla Regione.
Finalmente il Governo si è dotato del ministero del Turismo, è una buona notizia per il settore?
«In un Paese come l’Italia, dove il Turismo rappresenta oltre il 13% del Pil nazionale, appare quasi superfluo condividere la scelta del Governo di reintrodurre il ministero del Turismo. Le soluzioni di molti problemi che riguardano il settore, partono proprio dalla necessità di avere un ministero, con portafoglio, che coordini le attività di marketing e di promozione del territorio, e, soprattutto, rappresenti al Consiglio dei ministri, le necessità, le istanze di aiuti e di sostegno delle imprese di un settore devastato dalla Pandemia in corso. Il rilancio dell’economia e del Paese, parte da qui».
Il ministro ha presentato un Piano per sostenere e rilanciare il Turismo. Passa dal potenziamento del ministero, ad una campagna d’ascolto, ad un protocollo da affinare per aprire in sicurezza. Poi ci sono gli aiuti e una rivoluzione digitale. Cosa ne pensate?
«Il programma presentato dal ministro ma pensato e voluto dal Premier Draghi, parte proprio dalle proposte sollecitate dalle associazioni di categoria. Per la prima volta, abbiamo avuto la possibilità di dialogare, a dire il vero già dai due Governi a guida Conte, sulla stesura di un piano di rilancio internazionale del settore turistico, e sulla rimodulazione degli aiuti e dei sostegni al comparto. C’è da ricordare un aspetto importante del nostro settore: il turismo, nella sua accezione più ampia, è un sistema molto complesso, costituito da molti attori ed influenzato da molte variabili. Per questo occorre definire in maniera responsabile e precisa quali sono e, soprattutto, saranno, le responsabilità delle imprese, dei propri dipendenti e dei collaboratori di tutti i reparti, per poter pensare di riaprire in sicurezza. Soprattutto, le imprese non possono più sopportare il balletto di provvedimenti che creano solo confusione. Una struttura ricettiva, è come un’orchestra sinfonica: serve la perfetta sintonia di ogni elemento, per fare un grande concerto. Non si può pensare di chiudere ristoranti e strutture comunicando il giorno prima la decisione. Preparare un’apertura, significa programmare per tempo personale, attrezzature e campagna promozionale. Questo richiede settimane di tempo».
E a proposito di aiuti, è stato sufficiente il sistema dei ristori o occorreva altro?
«I ristori ed i sostegni, durante la pandemia ancora in corso, sono essenziali. Occorre però modificare le modalità per accedere a questo meccanismo e togliere i tanti paletti esistenti. Ad esempio, è necessario rettificare tecnicamente i codici Ateco che possono accedere ai ristori. Ci sono aziende che hanno codici preminenti in altri settori pur avendo subito perdite di fatturato nelle aziende turistiche che sono all’interno di un’unica partita Iva. Questo problema, è stato sollevato dalle associazioni di categoria, e sono stati presentati alcuni emendamenti da parte di diversi parlamentari. Inoltre, i ristori da soli non bastano. Servono da tampone. Occorre far ripartire l’economia, intervenendo in maniera decisiva con l’Associazione bancaria italiana, che deve far recepire agli Istituti Bancari la necessità di concedere prestiti e mutui a lungo termine con la garanzia dello Stato, superando la ormai inutile soglia dei 72 mesi. Il Premier Draghi, nel suo programma, sostiene fermamente questa tesi, e ne ha fatto uno dei suoi punti programmatici. Speriamo solo si faccia presto».
Capitolo sicurezza, il ministro parla di pass sanitario e di adeguamento dei protocolli. Cosa servirebbe per aprire garantendo misure anti-contagio per i clienti?
«Prima di parlare di passaporto sanitario, occorre incentivare la campagna di vaccinazione, in maniera capillare e decisa. Solo quando la campagna avrà raggiunto risultati ragionevoli, si potrà parlare di passaporto sanitario».
Secondo lei quali sono le priorità per salvare la prossima stagione estiva calabrese?
«Mi riallaccio alla domanda precedente. Bisogna correre nella campagna di vaccinazione. La Calabria è l’ultima regione d’Italia e tra le ultime in Europa per le dosi somministrate. È necessario imprimere una decisiva e poderosa accelerazione. Serve per dare un segnale forte prima ai cittadini che vivono in questa terra, ma anche per lanciare un messaggio all’esterno della Calabria. Dobbiamo dare sicurezza agli ospiti che scelgono questa terra. Imitiamo la Sardegna, che è zona bianca».
I bonus regionali sul turismo, non hanno sortito grandi effetti. Cosa non ha funzionato?
«I bonus concepiti dalla Regione, non hanno sortito effetti, malgrado la buona volontà, per la complessità delle operazioni di accreditamento. Anzitutto, siamo partiti in ritardo, a stagione ormai avviata. Inoltre c’è stata una scarsa partecipazione delle strutture ospitanti e dei clienti. Questo perché hanno avuto molte difficoltà ad accreditarsi. Ed altri, neanche sono venuti a conoscenza di questo strumento. Ha funzionato benissimo invece il bonus vacanze dello Stato, perché è stato incassato sotto forma di abbattimento dei costi delle aziende, in quanto ha permesso, attraverso il credito di imposta, di scomputare dalle tasse il mese successivo».
Si parla spesso di brand turistico, in Calabria cosa manca per lanciarne uno forte?
«Il problema è molto complesso e andrebbe affrontato in una discussione molto più ampia. Di certo sono stati commessi diversi errori in passato. Si è prodotto tanto, ma senza una visione strategica. Ci sono state iniziative, come ad esempio il video promozionale di Gabriele Muccino, che, a nostro avviso, nel rapporto costi/benefici ha rappresentato un vero spreco, non mettendo in evidenza il vero volto della Calabria. Non solo. Ha sortito l’effetto contrario. Ha riproposto lo stereotipo di una terra antica, che presenta la regione in maniera distorta e non affine alle sue potenzialità culturali, balneari, montane, archeologiche. Avremmo potuto fare molto meglio spendendo di meno. Voglio ricordare che abbiamo validissimi registi ed attori calabresi che avrebbero potuto rappresentare in maniera più aderente alla realtà le bellezze dei nostri territori».
Cosa chiedete alla Regione fin da subito per sostenere il settore?
«Abbiamo chiesto a questa Giunta regionale un tavolo di coordinamento con le associazioni di categoria, che, di fatto, non è mai partito veramente. In un momento così difficile, crediamo sia di vitale importanza istituire un tavolo permanente, che possa recepire le nostre istanze, uscendo dalle stanze della burocrazia. Servono sostegni mirati e consistenti. La Regione intervenga favorendo le imprese del settore attraverso finanziamenti diretti a tassi agevolati, con lo strumento di Fincalabra. Purtroppo, la parziale capacità di legiferare della Regione dovuta allo stallo in attesa delle elezioni slittate ormai ad ottobre prossimo, sono un grande limite per ogni operazione di questo tipo». (r.desanto@corrierecal.it)
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