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Le mani della ‘ndrangheta sugli appalti pubblici in Toscana

Droga e trasporto di interni. La cosca Gallace avrebbe preso il controllo di un’azienda del Mugello. I rifiuti usati per realizzare una strada

Pubblicato il: 15/04/2021 – 12:18
Le mani della ‘ndrangheta sugli appalti pubblici in Toscana

FIRENZE Un’articolata operazione dei carabinieri e della Dda di Firenze con 23 arresti ha stroncato in Toscana più attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta infltratasi nell’intera regione, dal traffico di cocaina, al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie. In un filone dell’operazione sono stati eseguiti in Toscana, Calabria e Umbria sei arresti (uno in carcere e cinque ai domiciliari) per la gestione di rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa. Alcuni soggetti a capo dell’Associazione conciatori di Santa Croce (Pisa) avrebbero rappresentato, spiegano gli investigatori, il fulcro decisionale di tutto il sistema indagato. Per l’accusa, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati “Keu”, altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e riutilizzate in attività edilizie. Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero stati usati nella realizzazione del V lotto della Strada 429.

La distribuzione della coca in Toscana

Un altro filone ha portato all’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare, per un totale di 17 arresti che hanno colpito imprenditori contigui alla cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro). Sono questi gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare ed altro, nonché associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, favoreggiamento, il tutto aggravato sia dal metodo mafioso che dall’avere agevolato la cosca Gallace. Scoperto l’approvvigionamento di cocaina da parte della cosca e la successiva distribuzione in Toscana.
Il traffico ruotava attorno al porto di Livorno ed è stato arrestato un importante esponente della ‘ndrangheta. Messa in luce anche l’infiltrazione che passava nel settore inerti della cosca Gallace che, preso il controllo su una storica azienda del Mugello, avrebbe condizionato la concorrenza aggiudicandosi importanti commesse pubbliche.

Le mani sulla “Cantini Marino”

Le indagini capillari del Ros, dei carabinieri forestali di Firenze e dei carabinieri di Livorno, insieme ad altri gruppi specialistici dell’Arma, si sono evolute su direttrici principali. Una riguarda il controllo del mercato del movimento terra in più province toscane, mediante estorsioni e illecita concorrenza tramite violenza o minacce, ottenuto da soggetti di vertice della storica impresa “Cantini Marino srl” di Vicchio (Firenze) tramite l’impresario Graziano Cantini e il suo principale collaboratore Nicola Verdiglione i quali – spiegano i carabinieri, direttamente collegati a soggetti organici al Clan Gallace (Domenico Vitale e Nicola Chiefari) hanno sfruttato la forza della consorteria mafiosa per imporsi sul mercato del movimento terra e della fornitura di inerti a discapito di aziende concorrenti, “infiltrandosi” in importanti commesse pubbliche in Toscana.
Le condotte criminali sono state attuate a carico di diversi imprenditori e tecnici di settore in relazione alla fornitura di materiale per i lavori da eseguire in un importante cantiere relativo ad un appalto milionario tra Castelfiorentino ed Empoli.

I legami con la pubblica amministrazione

Inoltre, sotto indagine ci sono legami, che gli investigatori definiscono «di comodo» con la «pubblica amministrazione aretina (Consorzio Bonifica Valdarno) per l’assegnazione diretta di lavori per importi contenuti (sotto soglia), su cui sono in corso approfondimenti». Tra i reati contestati l’estorsione posta in essere a carico di un imprenditore calabrese con il concorso dell’imprenditore Francesco Lerose di Crotone, arrestato anche per le accuse maurate nell’indagine dei Cc Forestali sullo smaltimento illecito di rifiuti, aggravati dall’agevolazione mafiosa (Operazione “Keu”).

Il narcotraffico e l’arresto del latitante

Altro fronte contrastato dalla Dda coi carabinieri alla ‘ndrangheta in Toscana è il narcotraffico internazionale che ha portato al sequestro totale di circa 191 chili di cocaina (periodo maggio 2017 – agosto 2019) nel cui contesto è maturato a cura dei carabinieri di Livorno e del Ros l’arresto del latitante Francesco Riitano nell’agosto 2019 sotto falso nome a Giardini Naxos (Messina), individuato grazie al suo legame con l’indagato Domenico Vitale che lo incontrava periodicamente in località segrete.

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