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L’attacco

Asp Cosenza, Rizzo: «Per qualcuno è già iniziata la campagna elettorale»

Il direttore sanitario traccia il punto sulla pandemia e poi alza la voce. «I voti non si guadagnano difendendo un reparto improduttivo»

Pubblicato il: 26/04/2021 – 7:26
di Luca Latella
Asp Cosenza, Rizzo: «Per qualcuno è già iniziata la campagna elettorale»

CORIGLIANO ROSSANO «Gli indici di contagio sono ancora alti con 248 tamponi positivi su 935 tamponi totali: il 26,5%. Un dato altissimo rispetto al dato nazionale».
Nell’ormai consueto punto sull’andamento pandemico nella provincia di Cosenza e nella Sibaritide, il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo, esprime anche alcune considerazioni di carattere politico che fanno intuire come nell’Azienda in cui lavora, finita sotto il fuoco incrociato di magistratura e opinione pubblica, vi sia molto più di qualche problema.

«Il virus circola, e molto»

Il direttore sanitario evidenzia subito come il virus stia «circolando, e molto. Ma ho notato che il tracciamento è ripreso a pieno ritmo ed i focolai iniziano ad essere ben circoscritti su tutto lo Ionio. Anche il ricorso alle cure ospedaliere per Covid è leggermente inferiore in provincia: 235 in tutto, 115 presso l’Azienda ospedaliera di Cosenza (di cui 16 in rianimazione), 5 a Reggio Calabria, 27 a Catanzaro (di cui 3 in rianimazione), 92 negli ospedali dell’azienda Sanitaria (di cui 4 in rianimazione). Ho diviso i posti letto dell’Azienda ospedaliera da quelli dell’Asp, ma passerà anche questo».
Sempre in provincia «le situazioni critiche restano molte. Nella settimana, complessivamente, sono stati registrati 1248 casi. Meno del picco raggiunto qualche tempo addietro e questo vuol dire che l’epidemia sta calando, ma ci sono comuni con esplosioni improvvise dei casi che non consentono di stare tranquilli. Bisogna continuare a stare attenti ed aspettare che tutti siano vaccinati per pensare di essere “liberi”, ma sempre con la giusta cautela».

Il virus nella Sibaritide

«Qualche considerazione: Corigliano-Rossano, nella settimana, ha registrato 73 casi positivi – prosegue Rizzo – 297 negli ultimi 14 giorni. La valanga è passata, ci ha seppellito, ma ne stiamo uscendo. Niente da festeggiare, ma i ragazzi dell’Usca, Aldo e Mariuccia, possono finalmente respirare. E forse anche rispondere al telefono, compito che peraltro non è loro, ma della COT, il centrale operativa territoriale».
Crosia, con la zona rossa, «ha pagato caro il massiccio contagio, ed anche in termini di ricoverati. Auguriamoci che tutti ritornino a casa guariti. I 31 casi dell’ultima settimana ci dicono che la situazione sta migliorando, e che il lockdown disposto dalla Regione, e le misure che il sindaco ha fatto rispettare, hanno dato buoni frutti. Ma se i 14 giorni di chiusura scadono tra poco, ricordiamoci sempre che il pericolo è ancora tra noi. Perciò mascherina e distanza, sempre. Restano sotto osservazione Cassano (50 casi nell’ultima settimana) e Mandatoriccio (24 casi e la zona rossa scade il 30 aprile)».

«Rocca Imperiale verso la zona rossa»

Sotto osservazione, secondo il direttore sanitario, è finito anchde il comune di Rocca Imperiale «con 46 casi nella settimana. Una situazione da affrontare con giusta decisione, che preoccupa l’Amministrazione comunale, già allertata per la probabile ordinanza di “zona rossa”. Speriamo di riuscire a circoscrivere presto il focolaio».

Piano vaccinale

Per quel che riguarda la campagna vaccinale «non va male: vantiamo la percentuale più alta di ultraottantenni e di fragili vaccinati, dopo la Provincia di Catanzaro. Ma ci sono aree che sono molto indietro, e perciò la Calabria continuerà ad essere ultima nelle statistiche».

«Per qualcuno è già iniziata la campagna elettorale»

Martino Rizzo lascia per ultime le considerazioni di carattere politico, cartina tornasole di malesseri, anche in seno alla “triade” che oggi governa l’Asp composta dal direttore sanitario, appunto, dal direttore amministrativo Friolo che addirittura starebbe pensando alle dimissioni (ve lo abbiamo raccontato qui), e dal commissario La Regina.
Rizzo va dritto al sodo. «La situazione complessiva della sanità cosentina è drammatica, ma questo si sapeva. Si potrebbe fare molto – scrive significativamente sulla sua pagina Facebook – se solo si lasciassero lavorare i tecnici. Ma ci sono difficoltà aggravate dal fatto che per qualcuno è iniziata la campagna elettorale».
Quelle del dirigente medico sono dichiarazioni che fanno riflettere. «C’è chi non ha capito che qualcosa è cambiato, che la gente è cambiata, ed è stanca, e reclama giustamente i propri diritti. C’è chi non ha capito che non si guadagnano voti difendendo l’incapacità, ma facendo andare meglio le cose, facendo capire a chi crede di avere “santi in paradiso” che è ora di rimboccarsi le maniche, di sentirsi parte della squadra, di sacrificarsi per quella squadra rinunciando a qualche privilegio acquisito senza merito. C’è chi non ha capito – le critiche di Martino Rizzo sembrano avere più di un destinatario – che non si guadagnano voti difendendo il servizio o il reparto improduttivo, per garantire posti a personale che produce nulla in termini di salute, ma solo sacrificando qualcosa in cambio di una reale risposta ai bisogni dei cittadini. C’è chi non ha capito che non si guadagnano voti facendo un uso politico della vaccinazione – anche in questo caso sembrano parole indirizzate a qualcuno – ma solo aiutando il sistema ad essere più trasparente e giusto, garantendo agli aventi diritto, e solo a quelli, la vaccinazione, nella consapevolezza che prima o poi toccherà a tutti. C’è chi non ha capito che la situazione è grave – chiosa Rizzo – e che siamo tutti su una stessa barca, che fa acqua. Un mio amico diceva: siamo tutti sulla stessa barca, ma c’è qualcuno che rema e qualche altro che prende il sole. Forse è il momento di far capire che dobbiamo tutti remare». (l.latella@corrierecal.it)

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