«Siamo nell’era delle pandemie?»
«Il virus noto come “Hedra” non fu certo il primo di una serie di nuovi e spaventosi patogeni, né il peggiore». Era il 2014 quando David Quammen, reporter e saggista statunitense, nel suo libro “Spil…

«Il virus noto come “Hedra” non fu certo il primo di una serie di nuovi e spaventosi patogeni, né il peggiore».
Era il 2014 quando David Quammen, reporter e saggista statunitense, nel suo libro “Spillover” metteva in guardia da una probabile pandemia e dalla possibilità di nuovi virus che, presenti negli animali, avrebbero potuto da un momento all’altro fare un salto di specie, uno spillover in gergo tecnico e colpire gli essere umani. E il messaggio lanciato ieri da un gruppo di 26 esperti presenti a Roma al Global health Summit lo ha confermato: «Il mondo sta entrando nell’“era delle pandemie”. Nessun Paese sarà al sicuro fino a quando tutti i Paesi non lo saranno”.
Non a caso è di questi giorni l’allarme comparso sull’autorevole rivista Science da parte di due ricercatori cinesi sui primi casi umani di una nuova influenza aviaria che potrebbe rappresentare una seria minaccia per la salute a livello globale. E per assicurare una migliore preparazione in vista delle future minacce pandemiche gli esperti presenti al summit hanno pertanto elaborato un vero e proprio decalogo con le azioni necessarie e le aree di intervento prioritarie su cui agire con tempestività per assicurare risposte efficaci alle possibili minacce globali per la salute. Accesso globale equo alle forniture mediche e agli strumenti per affrontare Covid-19 e le altre minacce alla salute, ricerca e innovazione, coinvolgimento dei gruppi di ricerca nei paesi a medio e basso reddito, sorveglianza delle malattie e condivisione dei dati, ascolto delle indicazioni scientifiche, rafforzamento del personale e dei sistemi sanitari, capacità produttive regionali, fiducia pubblica, governance coordinata e salute sostenibile. «Per ridurre il rischio di future pandemie dobbiamo anche affrontare il legame tra crisi sanitarie, povertà, disuguaglianze strutturali e degrado ambientale – ha affermato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, presente all’incontro». La frequenza e la natura delle prossime pandemie dipendono fortemente dalla nostra capacità di adottare stili di vita sostenibili, dall’implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dall’approccio ‘One Health’. Occorre agire ora per porre fine all’epidemia, gli investimenti di oggi costruiranno le basi per una preparazione e una risposta adeguata domani”. E proprio l’approccio “One health”, che riconosce i legami tra la salute delle persone e degli animali, è alla base della nascita di un nuovo gruppo di esperti di Oms e Fao per affrontare l’emergenza delle malattie zootecniche. Il gruppo fornirà consulenza a organizzazioni internazionali su come evitare che si inneschino e si diffondano future pandemie ed dovrà elaborare un piano d’azione globale a lungo termine per scongiurare focolai di malattie come influenza aviaria, Mers, Ebola, Zika e Covid.