LAMEZIA TERME Sembrava ormai una faccenda chiusa, una storia finita nel dimenticatoio e definitivamente archiviata dopo la sentenza della sezione civile del Tribunale di Lamezia, risalente allo scorso aprile, con la quale era stata sancita la «non incompatibilità» del consigliere comunale, Ruggero Pegna. Un capitolo, però, tutt’altro che chiuso e che riguarda ora, oltre al promoter lametino, anche altri quattro consiglieri comunali, al momento già sospesi insieme a tutta l’amministrazione Mascaro per il caos legato ai presunti “brogli” in quattro sezioni. A tutti e cinque, infatti, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari della Procura di Lamezia, firmato dal sostituto procuratore Marta Agostini.
Sotto la lente di ingrandimento della procura sono finiti così Pegna, ma anche Giancarlo Nicotera, Pietro Gallo, Lucia Cittadino e Maria Grandinetti. Tutto ruota attorno alle autocertificazioni, rese dai consiglieri comunali all’atto della convalida degli eletti (dicembre 2019), e che riguardavano debiti con l’Ente o condizioni «ostative di incompatibilità ed ineleggibilità alla carica di consigliere comunale». Dichiarazioni, secondo la procura lametina, “false”. Sono diverse, infatti, le cartelle esattoriali inviate a ciascuno dei cinque consiglieri, per svariate centinaia (in alcuni casi migliaia) di euro.
A cominciare da Ruggero Pegna. Secondo quanto accertato, infatti, il promoter lametino che aveva dichiarato di non trovarsi in condizioni ostative, al contrario, risultava a quella data debitore verso il Comune di 286 euro (per omesso versamento della Tari) nonché destinatario di quattro cartelle esattoriali per un importo complessivo di 3.333,88 (per omesso pagamento dell’Imu e della Tari)». In quella circostanza il promoter lametino aveva chiesto la rateizzazione del debito, pagato interamente solo il 16 luglio dello scorso anno. Ben più sostanzioso, invece, il debito di un altro consigliere comunale lametino, Giancarlo Nicotera. All’atto dell’autocertificazione, infatti, risultava debitore verso il Comune di Lamezia di 16.645,25 (per omesso versamento della Tari). Di quell’importo, inoltre, a seguito della richiesta di definizione agevolata, aveva regolarmente pagato solo due rate. Il consigliere comunale Pietro Gallo, invece, risultava destinatario di due cartelle esattoriali (notificate il 20 luglio e il 17 agosto 2019) rispettivamente di 392,88 e 486,88 euro (per omesso pagamento della Tari). Debito saldato poi solo il 17 giugno dello scorso anno. Era destinataria di due cartelle esattoriali, invece, il consigliere comunale Lucia Cittadino, notificate il 14 luglio 2015 e il 17 agosto 2019, rispettivamente di 74,88 e 38,88 euro (per omesso pagamento della Tari e della tassa per lo smaltimento rifiuti) pagate solo il 20 maggio dello scorso anno. Risulta destinataria di quattro cartelle esattoriali anche Maria Grandinetti, risalenti al 2002, 2005, 2015 e 2017, rispettivamente di 134,78 euro, 49,56; 100,38 e 120,18 euro (per sanzioni irrogate a seguito della violazione del codice della strada) le prime due, peraltro, annullate solo il l’estate scorsa.
Una svolta che arriva dopo oltre un anno da quando cioè era partita una indagine “interna” al Comune lametino e che il Corriere della Calabria aveva dato in anteprima. e che riguardava proprio la posizione di alcuni consiglieri comunali e la loro (presunta) compatibilità rispetto all’incarico ricoperto. Il tutto era partito da una richiesta di accesso agli atti presentata da Vincenzino Ruberto, primo tra i non eletti nelle scorse consultazioni che hanno visto l’elezione a sindaco di Paolo Mascaro. Si trattava di un piccolo campanello d’allarme, sufficiente però ad attivare la macchina burocratica. Una situazione sottovalutata sin da subito, sebbene nei giorni seguenti si era poi proceduto alla verifica di tutte le posizioni di ogni singolo consigliere comunale, scoperchiando un vero “vaso di Pandora”, tra debiti non pagati, cartelle esattoriali e pagamenti effettuati solo in un secondo momento e comunque dopo la proclamazione degli eletti. Dopo la sentenza che ha riguardato Pegna, però, le terna commissariale che guida il Comune di Lamezia ha inviato tutte le pratiche alla Procura di Lamezia e al Prefetto di Catanzaro. In quella stessa sentenza, infatti, il Tribunale aveva precisato come il «controllo e la verifica delle veridicità delle dichiarazioni» fosse un atto «riservato esclusivamente alla Pubblica amministrazione». Tutti e cinque i consiglieri comunali hanno ora 20 giorni a disposizione per presentare memorie, produrre documenti, depositare eventuale documentazione e chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio. (redazione@corrierecal.it)
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