CORIGLIANO ROSSANO L’ennesima visita di Martino Rizzo all’ospedale “Ginnettasio” di Corigliano Rossano assumerà i connotati dell’out-out. Il summit è previsto per lunedì prossimo e l’“ispezione” ha un programma già prestabilito.
Il commissario Vincenzo La Regina ed il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale vogliono verificare tutta una serie di incongruenze, per poi metterci mano, in maniera decisa, così da «colmare i vuoti».
Al Corriere della Calabria, Rizzo anticipa il piano d’azione. «Dobbiamo risolvere diversi problemi perché c’è un’area ben precisa dell’Asp di Cosenza (la Sibaritide, ndr) che soffre di una scarsa erogazione dei livelli essenziali di assistenza. E dovremo aumentare non solo i posti letto ma anche la qualità dell’assistenza sanitaria».
Su disposizione del commissario Vincenzo La Regina, Rizzo andrà al Giannettasio «per verificare i lavori di adeguamento della struttura, compresi continuità elettrica e ascensori; lo spostamento in altri locali del Suem-118 e la programmazione dei miglioramenti strutturali e la diversa allocazione di alcuni reparti; la ripresa dei lavori dell’emodinamica e cronoprogramma di realizzazione; la riorganizzazione del reparto Covid e Medicina e Chirurgia di accettazione e Emergenza e l’attivazione temporanea di posti letto di Penumologia riabilitativa post-covid».
L’ultimo punto all’ordine del giorno riguarderà la «ricognizione del personale infermieristico ed eventuale avvicendamento» da stress, anche a causa delle manifestazioni pubbliche alle quali gli infermieri hanno ricorso in queste settimane, stremati da oltre un anno di trincea contro il Sars-Cov-2.
Rizzo in proposito rivela che «in base ai dati in possesso dell’Azienda, contrariamente a quanto si pensi, il numero degli infermieri in servizio allo spoke di Corigliano Rossano sembra essere sufficiente, ma è evidente che l’utilizzo è inadeguato». Il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza non si sbottona ma lascia intendere che ci potrebbe essere un congruo numero di “imboscati” o personale che si sovrappone nello stesso servizio, se è vero com’è vero che gli infermieri assunti nello spoke di Corigliano Rossano sono circa 300, ma per i criteri minimi ne basterebbero circa 100.
Il commissario dell’Asp, in sostanza, è preoccupato dei tanti ed atavici problemi irrisolti nello spoke di Corigliano Rossano. «E poi – insiste il diesse dell’Asp – non possono essere certo i politici, a dettare il cronoprogramma o l’inizio dei lavori, non conoscendo le problematiche dei reparti. Verificheremo con la ditta che sta effettuando i lavori in Cardiologia, per esempio, cosa non va e chiederemo un cronoprogramma certo». Probabile che vi sia stata qualche competenza da saldare: «Questo è uno dei problemi ma non il solo. Le risorse ci sono e sono state già destinate», dice ancora Martino Rizzo. E l’investimento d’urgenza effettuato dall’Asp per il generatore d’emergenza andato in corto nelle scorse settimane (ne abbiamo riferito qui) per una somma di 230mila euro, lo dimostrerebbe.
Da rossanese, sulla “materia” spoke di Corigliano Rossano Rizzo è particolarmente sensibile ed anche per questo, per certi versi bypasserà la direzione sanitaria dell’ospedale per intervenire in prima persona. «Qualora dovessimo rinnovare i contratti dei manager dell’Azienda, ho chiesto al commissario La Regina di indicare gli obiettivi ben precisi», svela ancora il direttore sanitario. Il “messaggio”, nemmeno troppo subliminale, sarebbe indirizzato al suo omologo dello spoke. «Siamo dell’idea – conclude Rizzo – che se non mettiamo mano noi, i problemi non si risolveranno». Se non è un attacco frontale questo. (l.latella@corrierecal.it)
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