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Gestione rifiuti

Discarica Columbra, sindaci del Crotonese sulle “barricate”

I primi cittadini pronti a forme di protesta dura per evitare la riapertura dell’impianto. Reazioni anche dalla politica

Pubblicato il: 15/07/2021 – 20:42
di Gaetano Megna
Discarica Columbra, sindaci del Crotonese sulle “barricate”

CROTONE Il muro di gomma della Regione Calabria. I Comuni della provincia di Crotone hanno tentato la via del dialogo nella speranza che la Regione Calabria potesse decidere di ritirare l’ordinanza firmata dal presidente ff, Nino Spirlì, che autorizza il conferimento dei rifiuti presso la discarica privata di Columbra, di proprietà della Sovreco. Nel pomeriggio di oggi il sindaco di Crotone unitamente ad alcuni assessori della sua Giunta e ad altri sindaci del territorio (tra gli altri erano presente Cirò Marina, Strongoli e Scandale) hanno avuto due incontri alla cittadella regionale: il primo con il dirigente del dipartimento tutela dell’Ambiente, Gianfranco Comito, e il secondo con l’assessore all’Ambiente, Sergio De Caprio.
La richiesta dei sindaci è stata quella di ritirare l’ordinanza di Spirlì e la risposta avuta, in entrambi i casi, è stata quella che si va avanti. I due rappresentanti della Regione hanno evidenziato il problema che l’ordinanza non favorisce le province di Cosenza e Reggio Calabria, autorizzate a conferire i rifiuti nella discarica di Columbra, in quanto il costo a tonnellata per il conferimento è di 180 euro.
Il più esoso che si potesse praticare. Concetto che è stato ampiamente contestato dai rappresentanti del Crotonese presenti all’incontro. «Crotone ha già dato molto in termini di rifiuti ed è arrivato il momento di chiudere questa partita per sempre», questa è stata la rappresentazione della delegazione pitagorica. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti delle altre quattro Ato calabresi, che hanno fatto i convitati di pietra. Probabilmente dimenticando gli impegni presi, nel recente passato, con Crotone, quando era in atto un’altra emergenza e la città pitagorica ha accolto i rifiuti provenienti dalle altre zone della Calabria.
C’era stato l’impegno che la partita della discarica di Crotone sarebbe stata chiusa per sempre. La memoria e corta e gli interessi soggettivi sono molti. I sindaci del Crotonese non demordono.
La lotta contro l’ordinanza di Spirlì continua. Domani mattina (venerdì 16 luglio), alle ore 10, davanti ai cancelli di Columbra, si terrà la conferenza dei sindaci della provincia pitagorica. La proposta che sarà avanzata è quella di presentare immediatamente un ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria. E se anche questo non dovesse bastare si passerà ad altre forme di lotta più radicali.
I sindaci probabilmente potrebbero decidere di impedire, con la loro presenza fisica davanti all’entrata dell’impianto di Columbra, l’accesso ai camion che arrivano da Reggio Calabria e Cosenza. Questa volta Crotone non è più disponibile a porgere l’altra guancia, come è sucesso nel passato. Il buon senso lascia il posto alla voglia di impedire che altri veleni provenienti dal resto della Calabria possano minare la salute dei cittadini di questo territorio.
Sulla questione dell’emergenza rifiuti in città si è aperto il dibattito, che ha registrato la partecipazione di molti dei protagonisti politici.

Il circolo Pd online “Nilde Iotti”: «Il sindaco risponda»

«“Per ogni tonnellata di rifiuti che porteranno a Crotone, ci sarà una tonnellata di rifiuti pericolosi delle bonifiche che resterà sul nostro territorio”. Sono le parole riportate sulla pagina Facebook “Vincenzo Voce sindaco”. Parole pronunciate dal sindaco di Crotone più volte questa mattina ai microfoni dei giornalisti». Così hanno commentato gli esponenti del circolo online Pd “Nilde Iotti”. «Ci chiediamo in quale decreto ministeriale, in quale atto delle varie conferenze dei servizi – aggiungono – in quali documenti di Ispra o della Regione Calabria è scritto che i rifiuti delle bonifiche di Crotone debbano essere smaltiti nella discarica di Columbra. Ce lo chiediamo perché sappiamo essere il sindaco un “esperto” di bonifiche e di ambiente».
«E ce lo chiediamo soprattutto perché negli atti ufficiali della bonifica di Crotone – affermano – quelli approvati dal Ministero dell’Ambiente, è scritto nero su bianco che i rifiuti delle bonifiche dei siti industriali, e delle discariche fronte mare, devono essere smaltiti fuori regione. Quindi: o il nostro sindaco sa qualcosa che noi non sappiamo, oppure non ha più pallida idea di cosa dice. E siamo preoccupati. Perché la situazione dei rifiuti a Crotone ed in Calabria sta diventando incontenibile: su un piano sanitario e di ordine pubblico».
«Ma a parte la protesta di queste ore – sostengono ancora – che potrebbe anche essere condivisibile, quello che come partito politico ci chiediamo è: quali azioni sta mettendo in campo il Comune di Crotone per mettere fine all’emergenza rifiuti, ormai insostenibile? Assodato che la questione è di interesse regionale, in che modo il sindaco Voce, anche nel suo ruolo di presidente Ato, sta portando avanti sui livelli regionali e nazionali i diritti dei cittadini di Crotone? ».
«Erano o no l’ambiente ed il decoro urbano i suoi cavalli di battaglia durante la campagna elettorale dello scorso anno? Siamo convinti che dieci mesi di amministrazione siano pochi per risolvere problemi così gravi, siamo anche convinti che la responsabilità non sia di Voce per la situazione drammatica in cui ci troviamo, sappiamo bene queste e molte altre cose, tuttavia ci chiediamo come il sindaco intenda uscire da questa situazione».
«Cosa sta programmando per il futuro della città – s’interrogano – quali sono le linee guida che con la sua giunta si è prefissato. E vorremmo che rispondesse ai cittadini non con post sui social, ma con fatti. Possibilmente con atti amministrativi, con provvedimenti sindacali, con delibere di giunta, con delibere dell’Ato, con piani e programmi, con discussioni in Consiglio comunale. Mai ci saremmo aspettati che la città cadesse in uno stato di degrado peggiore di quello che avevamo visto negli ultimi anni, e invece il peggioramento è sotto i nostri occhi. Siamo preoccupati: da cittadini e da militanti di un partito politico».
«Siamo in imbarazzo – dicono – per i pochi, anzi pochissimi, stranieri che hanno scelto Crotone per le loro vacanze: una città sporca, maleodorante, senza servizi, piena di insetti e con la fornitura idrica ad intermittenza. Come faremo a chiedere ai nostri giovani già con la valigia in mano a settembre di restare ancora? Con quali prospettive? ».
«Nessuno ha pensato che il sindaco Voce – sostengono – avesse la bacchetta magica, ma attorno alla questione dei rifiuti ci sono troppe domande che non ricevono risposte adeguate: è vero che il contratto tra l’Ato e la società Ekrò è scaduto lo scorso mese di gennaio e non è mai stato rinnovato? Qual è la situazione reale in cui versa Akrea? Perché i milioni di euro che il Comune spende ogni anno per sostenere la sua società partecipata non sono mai sufficienti? A queste domande vorremmo che il sindaco rispondesse».
«Sappiamo bene che il tema dei rifiuti in Calabria – concludono – è una spina in un fianco ormai sanguinante, abbiamo subito umilianti commissariamenti, abbiamo visto fallire società, abbiamo subito gli interessi della criminalità organizzata. Ma non ci possono dire che la colpa è sempre degli altri. Non è una risposta ancora tollerabile».

Sculco: «L’emergenza figlia di decenni di incapacità»

«L’emergenza spazzatura, che arriva puntualmente ogni estate, è il frutto dell’incapacità da parte della Regione che da decenni non riesce a realizzare un sistema virtuoso della gestione dei rifiuti in Calabria. Ma è anche figlia dell’ignavia di tutti quei sindaci che quando si parla di programmazione e di impianti per la gestione dei rifiuti, protestano senza mai avanzare proposte». Lo ha detto il consigliere regionale Flora Sculco che ha aggiunto: «Ora siamo in emergenza e in questa fase la Regione si è assunta la responsabilità di prendere decisioni anche impopolari».
«Adesso è il momento della responsabilità – ha sostenuto – per superare questa ennesima emergenza calabrese. Comprendo la preoccupazione dei cittadini e l’apprensione dei sindaci, ma sul sistema rifiuti le responsabilità sono di tutto il sistema, compresi gli Ato».
«Ora è il momento di fare gioco di squadra – ha proseguito Sculco – e affrontare l’emergenza, nella speranza che dopo la tempesta prevalga la responsabilità per programmare serenamente tutto il ciclo dei rifiuti a livello regionale. Con sconcerto e disappunto ho letto l’ordinanza n.146 del 2021 del presidente facente funzione della regione Calabria Nino Spirlì». «Un’ordinanza ineccepibile e inattaccabile sul piano formale – ha concluso – ma che, per il nostro territorio , è irricevibile ed incomprensibile. Non è più possibile accettare che sul territorio e sulla pelle della comunità crotonese si scontino inadempienze, ritardi e inefficienze dei sindaci e dei presidenti delle Ato provinciali».

Torromino: «Non tocca al Crotonese risolvere i problemi degli altri»

Noto con rincrescimento che, ancora una volta, a prevalere è il particolarismo ed una visione strabica del territorio». Ha detto il deputato di Forza Italia Sergio Torromino che ha aggiunto: «Crotone e i crotonesi non possono rispondere sempre SI quando da tutta la regione ,e ad ogni occasione, arrivano NO , immotivati ed egoistici».
«La stessa ordinanza, per esempio, sarebbe potuto valere per la discarica di Lamezia Terme – ha sottolineato -che, pur in presenza di un autorizzazione della regione Calabria che aveva previsto il conferimento di 150 tonnellate di rifiuti provenienti della città di Crotone e del suo territorio provinciale, nei giorni scorsi aveva registrato l’opposizione, arbitraria e ingiustificata, dei territori interessati a tale provvedimento».
«Il tema dei rifiuti – ha sostenuto – ormai non è più procrastinabile, non è pensabile continuare con provvedimenti d’urgenza , è necessario invece ridisegnare il sistema della raccolta dei rifiuti calabresi così come per il sistema idrico e il dissesto idrogeologico atteso che quello attuale non funziona e che sta mostrando, ogni giorno di più, i segni dell’obsolescenza e dell’inefficienza».
«Tuttavia questo non mi esime dal rilevare che – ha attaccato – l’attuale sindaco del comune capoluogo, nella qualità di presidente dell’Ato rifiuti, prima d’incatenarsi provvedesse a realizzare una raccolta differenziata efficiente. Raccolta differenziata che farebbe abbassare l’importo della tassa e ridurrebbe la quantità di rifiuti conferiti fuori regione se è vero, com’è vero , che Crotone, con una maggiore produzione pro-capite di indifferenziata, pari a 290 kg/anno, è il fanalino di coda non solo della regione, ma dell’intero paese, con l’11% di raccolta differenziata, che di fatto la portano a produrre una quantità di rifiuti enorme, tanto da dover essere inviati fuori regione, a prezzi esorbitanti».
«In ogni caso, e in attesa di ulteriori decisioni da parte del presidente facente funzione – ha affermato il parlamentare azzurro – il sindaco di Crotone potrebbe attivarsi per far valere le ragioni del nostro territorio utilizzando gli strumenti normativi e legislativi che gli consentono , nella sua qualità do dominus del territorio comunale , di opporsi ad una decisione lesiva e dannosa per l’intera provincia».
«In ogni caso – ha sostenuto ancora – mi preme rilevare , per sgonfiare sul nascere polemiche pretestuose, che nell’ordinanza del presidente facente funzione Spirlì non si fa riferimento alcuno allo smaltimento di rifiuti pericolosi per cui tutte le “fantasie” legate alla bonifica , o alla mancata bonifica , in colpevole ritardo e con responsabilità ben precise, le lasciamo ai populisti e ai demagoghi che , a corto di argomentazioni serie e valide , cominciano ad avere il fiato corto».
«A mio parere urge, immediatamente, un pronunciamento del presidente facente funzione – conclude Torromino – che annulli l’ordinanza con cui , in maniera solitaria e in piena autonomia, ha individuato il sito di Columbra come discarica dei rifiuti calabresi e, contemporaneamente, necessita che lo stesso Spirlì convochi “ad horas” una riunione con tutte le Ato calabresi per affrontare, in maniera condivisa ed unitaria, senza bandierine e senza campanili, la problematica dei rifiuti in tutta la Calabria. La comunità crotonese è in attesa di sviluppi, prima che lo sconforto e la sfiducia prendano il sopravvento».

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