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«Firma tutto Corea… e futtatindi». L’accordo corruttivo all’Asp di Reggio

La brindisi tra Paris e gli imprenditori per festeggiare la conferma del dirigente. Bombardieri: «Spaccato desolante»

Pubblicato il: 02/08/2021 – 18:22
«Firma tutto Corea… e futtatindi». L’accordo corruttivo all’Asp di Reggio

REGGIO CALABRIA ‘Ndrangheta, sanità e politica, tutte insieme in «un collaudato sistema di corruttela» che ha consentito alle imprese legate ai clan di vincere gli appalti dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per la pulizia degli ospedali.
È quanto è emerso dall’inchiesta della Dda di Reggio Calabria, che ha delegato le indagini alla Guardia di finanza, che ha portato agli arresti domiciliari il consigliere regionale di centrodestra Nicola Paris, eletto con l’Udc e poi passato al Gruppo Misto.
Il procuratore Bombardieri definisce «uno spaccato desolante» quello che è emerso dalle pieghe dell’indagine “Inter Nos”.
Era Giuseppe Corea, direttore del settore della struttura complessa Gestione Risorse Economico Finanziarie dell’Asp, secondo gli inquirenti, il soggetto grazie al quale le imprese vicine ai clan Serraino e Iamonte ed a quelli della Locride si accaparravano gli appalti. Il consigliere regionale, per il quale la Dda aveva chiesto il carcere, è accusato di avere «tentato di intervenire – è detto nell’ordinanza di custodia cautelare – presso il Governatore facente funzioni della Regione Calabria, Antonino Spirlì, al fine di sollecitare il rinnovo contrattuale» di Giuseppe Corea.

«Firma tutto Corea… e futtatindi»

Il dirigente ritenuto colluso dalla Procura è stato confermato lo stesso lo scorso maggio. «Firma tutto Corea… Firma tutto e futtatindi». Sono le frasi intercettate dalla Guardia di finanza durante un pranzo al quale ha partecipato anche Paris. «Viva Corea per…noi». Il brindisi del consigliere regionale, secondo gli inquirenti, dimostra «senza ombra di dubbio la consapevolezza nell’indagato in ordine alla sussistenza del rapporto corruttivo in essere con la Helios», l’associazione temporanea di imprese che è riuscita per anni ad avere rapporti con l’Asp in assenza di qualsiasi procedura di evidenza pubblica.

Dominijanni: «Inutile commissariare se rimangono gli stessi a gestire le gare»

Per il gip Karin Catalano si è trattato di «uno strutturato e consolidato mercanteggiamento dei pubblici poteri». Gli indagati sono in tutto 24: tra questi, in stato di libertà, con l’accusa di turbativa d’asta, ci sono anche l’ex direttore generale dell’Asp Rosanna Squillacioti e l’ex commissario Francesco Sarica.
L’indagine, condotta dallo Scico e dal Gico della Guardia di finanza, ha riguardato pure i servizi di sanificazione e disinfestazione delle strutture ospedaliere, che sarebbero avvenuti in maniera irregolare. In piena pandemia, inoltre, gli arrestati si sarebbero appropriati indebitamente dei dispositivi di protezione individuale anti-Covid 19, sottraendoli finanche al personale sanitario impegnato in prima linea sull’emergenza. «Siamo intervenuti – ha detto ancora il procuratore Bombardieri – per fare capire che lo Stato e le istituzioni ci sono». «Il commissariamento dell’Asp – è stato il commento del procuratore aggiunto Dominijanni – non serve a nulla. È inutile commissariare se poi rimangono gli stessi soggetti a gestire le gare». (Ansa)

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