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L’intervista

Rubinetti a secco. Calabretta: «Assenza di programmazione per anni»

Il commissario di Sorical indica i problemi che interessano la gestione dell’acqua in Calabria: «C’è un utilizzo improprio. Molti la usano anche per annaffiare»

Pubblicato il: 05/08/2021 – 14:00
di Roberto De Santo
Rubinetti a secco. Calabretta: «Assenza di programmazione per anni»

CATANZARO C’è un uso non consono dell’acqua potabile in Calabria che genera una dispersione importante di risorse idriche ed è alla base della riduzione della portata che fuoriesce dai rubinetti delle case dei calabresi. Ne è convito Cataldo Calabretta – avvocato, docente universitario ed esperto di diritto – chiamato a guidare da commissario liquidatore la Sorical. Tanto da denunciare che in molti destinano l’acqua potabile per «irrigare giardini o piccoli orti» o addirittura per «riempiere piscine private». Ma non evita di individuare responsabilità politiche: «C’è stata un’assenza di programmazione protratta per anni». Mentre sul futuro è pragmatico: «Occorrerà solo seguire il percorso già tracciato».

Cataldo Calabretta, commissario liquidatore della Sorical
Cataldo Calabretta, commissario liquidatore della Sorical

Avvocato ogni anno soprattutto in estate, la Calabria deve fare i conti con la mancanza d’acqua. A cosa è dovuta questa situazione di precarietà?
«Non si tratta di mancanza d’acqua, ma di un maggiore consumo idrico da parte dei cittadini spesso non giustificato neppure dall’incremento della popolazione. Questo fenomeno, infatti, lo registriamo già tra fine maggio e i primi giorni di giugno e notiamo che scompare in occasione delle giornate di pioggia, quando i nostri serbatoi sono colmi. È il chiaro segnale che l’acqua potabile viene utilizzata per un altro fine: annaffiare giardini e piccoli orti, riempire piscine prima dell’estate. Un fenomeno molto diffuso, soprattutto in quelle zone residenziali con molto verde. Un fenomeno aumentato con la pandemia perché molte famiglie hanno riscoperto la passione per i piccoli orti».   

Sopralluogo dell'avvocato Calabretta agli impianti della Sorical
Sopralluogo dell’avvocato Calabretta agli impianti della Sorical

Quali provvedimenti come Sorical avete adottato per prevenire il fenomeno?
«Guardi c’è da fare una precisazione iniziale. In Calabria mancano le reti duali, previste dalla legge Galli a differenza di molte città del Centro-nord dove il gestore del servizio idrico fornisce acqua potabile con una rete e destina un’altra rete – non potabile – a irrigare i giardini, lavare terrazzi e altro. Non averlo programmato in Calabria è stato un errore. Appena Sorical sarà interamente pubblica e avrà la gestione del servizio idrico integrato, dovrà farsi carico di questo problema. Oggi non gestiamo le reti idriche e la nostra competenza termina con l’immissione dell’acqua nei serbatoi. Quello che accade a valle, fino alla depurazione, noi non lo conosciamo, possiamo solo intuirlo. I controlli li devono fare i gestori che, in Calabria, sono i Comuni». 

L'avvocato Calabretta ospite ad Uno Mattina su Rai 1
L’avvocato Calabretta ospite ad Uno Mattina su Rai 1

Sono in arrivo importanti risorse provenienti dal Pnrr – e non solo – dedicate specificatamente alla riqualificazione della rete idrica. Quali secondo lei gli interventi più urgenti?
«Sorical ha inviato alla Regione una proposta di investimenti che vale oltre 500 milioni di euro, il Ministero – nel piano 2021/2027 – ha inserito una nostra idea progettuale per risolvere definitivamente i problemi dell’acquedotto “Trionto” il cui impianto di potabilizzazione non ha sufficiente acqua da potabilizzare da giugno e settembre. Si tratta di prelevare l’acqua presso la diga di Ariamacina, in gestione ad Enel. Altre soluzioni per incrementare in modo consistente la portata dell’acqua non sono fattibili. Ma ci sono soluzioni che riqualificare la rete. C’è il piano per rifare le condotte dell’acquedotto “Alaco” e, non appena l’acqua della diga “Metramo” sarà utilizzabile, c’è in corso un investimento non gestito da Sorical di 50 milioni che cambierà la distribuzione di tutta la Piana di Gioia Tauro e del Vibonese.  Sono in corso interventi per un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro per migliorare l’adduzione con nuove opere a Catanzaro Lido e sull’Abatemarco. C’è ancora molto da fare». 

A fronte di questa novità, è fiducioso che già dal prossimo anno qualcosa cambierà per i calabresi?
«Per costruire grandi opere nel settore idrico occorrono mediamente 6-7 anni e il 60% del tempo trascorre per ottenere autorizzazioni e elaborare progettazioni, il resto per i cantieri. Questo resta il problema principale e il Governo Draghi ne è consapevole, infatti una delle riforme sarà proprio lo snellimento delle procedure. Nel settore idrico ci sono competenze a diversi livelli: Europa, Ministero, Autorità d’ambito, Regione e gestori. A questi aspetti per la Calabria si aggiunge un problema in più: nella regione ancora non c’è il gestore unico ma 400 gestioni comunali. Un elemento che complica ancora di più il problema».

Uno degli impianti gestiti dalla Sorical
Uno degli impianti gestiti dalla Sorical

Lei è alla guida di una società che, dovrebbe svolgere in futuro il delicatissimo servizio della depurazione delle acque. Come intendete farlo?
«È un settore completamente da ricostruire dalle fondamenta, contrariamente alla grande adduzione dove Sorical ha acquisito esperienza, formato professionalità, il settore depurativo necessita di personale e tecnici specializzati, di infrastrutture efficienti. Bisogna gestire 670 piattaforme depurative con costi importanti. È una sfida da far tremare i polsi e quando passerà nelle nostre competenze metteremo in campo un progetto importate e rigoroso». 

Come commissario della Sorical, quale quadro ha trovato e a che punto si trova il processo di liquidazione della società? 
«Abbiamo approvato il bilancio 2019, ora approveremo quello 2020. Inoltre abbiamo assicurato all’autorità idrica una tempista celere per convocare l’assemblea straordinaria e procedere, come ci chiede la Regione, alla pubblicizzazione. In Sorical ci sono professionalità di valore, occorre solo metterli nelle condizioni di poter lavorare per obiettivi. Infine è in corso una riorganizzazione interna della macchina amministrativa della società perché alcuni ruoli apicali non erano ancora ricoperti».

Il commissario della Sorical Calabretta è docente universitario ed esperto di diritto
Il commissario della Sorical Calabretta è docente universitario ed esperto di diritto

Quale futuro immagina per la gestione delle acque calabresi?
«La carenza idrica di questi giorni è frutto dell’assenza di programmazione adeguata negli anni precedenti. La Regione deve portare a sistema la gestitone delle 24 grandi dighe, completando la costruzione e la loro messa in esercizio. Immagino un unico ente regionale che governi tutta l’acqua calabrese, poi la nuova Sorical gestirà la parte idropotabile e depurativa. Mentre i consorzi si occuperanno di quella irrigua. Il percorso è tracciato, dobbiamo fare quello che le altre regioni come la Sardegna, la Basilicata, la Puglia, hanno fatto 20 anni fa». (r.desanto@corrierecal.it)

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