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Trovato il “giglio di mare” a Belmonte, specie in estinzione tipica delle dune

L’appello del Wwf: «Per la sua bellezza e particolarità il Pancratio marittimo è da tutelare. Servono progetti di conservazione dell’habitat»

Pubblicato il: 19/08/2021 – 19:54
Trovato il “giglio di mare” a Belmonte, specie in estinzione tipica delle dune

BELMONTE CALABRO Sull’arenile di Belmonte Calabro sono stati trovati alcuni esemplari di Pancratium maritimum L., conosciuto come giglio di mare, appartenente alla flora spontanea di alto pregio presente in Calabria e ascritta nella lista delle specie sottoposte a regime di tutela dalla legge regionale su Tutela e Valorizzazione degli alberi
monumentali e della flora spontanea di altro pregio della Calabria e inclusa nella Lista Rossa Regionale con status Minacciata. Lo rende noto il Centro educazione ambientale marina Wwf Scogli di Isca di Belmonte Calabro. «Per la sua bellezza e portamento elegante, nonché la delicatezza del suo fiore bianco candido – è scritto in una nota – il Pancrazio marittimo è la specie più rappresentativa dell’habitat dunale. Esso è specie tipica delle dune embrionali e non consolidate e, proprio per la particolarità del suo ambiente, tale specie è considerata a rischio di estinzione, per il quale è necessario intraprendere prioritarie misure di conservazione e avviare progetti di tutela». A identificare la specie sul tratto di spiaggia belmontese, è stata la responsabile dei progetti di educazione alla sostenibilità del Centro di educazione ambientale dell’Associazione Scogli di Isca Calabria Citra Wwf, la dottoressa in Scienze naturali Barbara Suriano e la conferma che si tratti proprio della specie è arrivata da Carmen Gangale, del Museo di Storia naturale della Calabria e Orto Botanico. «L’auspicio – conclude la nota – è che si intraprendano, al più presto, misure di tutela a favore della specie e del suo habitat, in accordo con le autorità preposte. Una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i cittadini contribuirebbe alla conservazione ottimale dell’habitat costiero, disincentivando pratiche d’intervento meccanico volto alla pulizia degli arenili, ancora purtroppo molto utilizzata al Sud ma già desueta nelle altre regioni rivierasche d’Italia, che rappresentano la più grande minaccia di estinzione della specie suddetta».

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