CATANZARO Attesi i tempi necessari ad espletare le procedure tecniche in piena sicurezza, l’acqua torna a irrigare i campi del catanzarese, grazie ad una disposizione della Regione Calabria, che impone alla società multiutility A2A il rilascio di 155mila metri cubi d’acqua al giorno, anche per uso potabile, a valle della centrale idroelettrica di Magisano.
«È il quantitativo minimo, sufficiente ad evitare la perdita dei raccolti, già flagellati dalla siccità – ricorda Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) – Siamo ancora lontani dai 280mila metri cubi, previsti dalla convenzione, ma è un primo segnale, frutto dell’impegno dell’assessore all’Ambiente della Calabria, Sergio De Caprio e della mediazione regionale, fortemente sollecitata dall’azione congiunta delle organizzazioni professionali agricole e del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, costretto addirittura a rivolgersi alla magistratura per vedere affermato un proprio diritto. È questo un aspetto fondamentale della vicenda, esempio per superare la logica dei commissariamenti senza fine in atto in Sicilia e Puglia: solo l’autogoverno è in grado di garantire le legittime aspettative dei consorziati, cui bisogna rispondere anche al Sud con crescente efficienza e determinazione».
«Va sempre ribadito come le normative sull’utilizzo del bene pubblico acqua attribuiscano priorità all’uso agricolo dopo quello per fini umani – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi – detto ciò, ribadiamo piena disponibilità e consapevolezza a ricercare le necessarie compatibilità fra i crescenti interessi gravanti sulle risorse idriche. Per questo, già da tempo, le progettualità dei Consorzi di Bonifica ed Irrigazione rispondono a criteri di multifunzionalità in sintonia con le esigenze del mondo agricolo: dalla produzione idroelettrica alla fruizione ambientale e turistica. E’già così per gli 858 progetti definitivi, presentati da Anbi per essere inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; al Sud ne sono previsti 277 per un investimento di quasi 1 miliardo e 900milioni di euro, capaci di attivare circa 9.500 posti di lavoro».
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