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La riflessione

«Calabria, amara terra mia»

“Calabria, amara terra mia” è un vecchio motivo con il quale Rino Gaetano ha celebrato la sua regione. A distanza di anni quelle parole hanno accompagnato un articolo di Gazzetta del Sud: “La Dest…

Pubblicato il: 23/08/2021 – 10:23
di Franco Scrima*
«Calabria, amara terra mia»

“Calabria, amara terra mia” è un vecchio motivo con il quale Rino Gaetano ha celebrato la sua regione. A distanza di anni quelle parole hanno accompagnato un articolo di Gazzetta del Sud: “La Destra si avvia a vincere per la seconda volta consecutiva le elezioni regionali”. E dire che fino a pochi giorni fa a circolare in  ambienti della sinistra era un sentimento di forte soddisfazione che lasciava presagire ad una altrettanto forte ripresa della candidatura di Amalia Bruni.
Gazzetta del Sud ha fotografato una realtà diversa. E ne ha spiegato anche i motivi: la guerra dichiarata da Mario Oliverio per la scelta del Pd sulla dottoressa Bruni. Se così fosse (come in effetti è), tutto lascia pensare che in Calabria il Pd possa essere in gravissime difficoltà, così da lasciare intravedere per il futuro un suo indebolimento sulla scena politica.
Purtroppo non si tiene conto che questa è una regione nella quale si fa fortuna politica attraverso il sistema del “do ut des” (Io do affinché tu dia) piuttosto che con le ideologie. Il destino ha voluto, infatti, la presenza in contemporanea sulla strada verso il riscatto della Calabria di candidati che, più che al futuro della loro terra, pensato a quello personale. Induce, infatti, a ilarità la proposta di Mario Oliverio che si dice disposto a fare un passo indietro ma a condizione che anche gli altri lo compiano. E tra gli altri è compresa Amalia Bruni che quella candidatura non l’ha mai cercata, semmai l’ha accettata a seguito di pressioni che il Pd le ha fatto, inviando in Calabria il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia.
Anche gli alleati “5 Stelle”, con Conte, avevano chiesto che in Calabria si desse vita ad un patto programmatico attraverso il quale identificare il “candidato ideale” per la presidenza della Regione, scegliendolo tra i personaggi di alto profilo, espressione delle migliori energie della società civile.
Ecco perché alla ribalta è venuto quello della scienziata Amalia Bruni. E con quel nominativo è ritornato in Calabria, Boccia. Convincere la Bruni è stato un lavoro duro per il quale si è reso necessario anche l’intervento di politici calabresi.
Con queste premesse, come sarebbe stato possibile accogliere il suggerimento di Oliverio che avrebbe preteso che alle sue dimissioni seguissero anche quelle della Bruni e di de Magistris e che venisse individuato un nuovo candidato? E, infatti, quelle dichiarazioni hanno provocato un terremoto.
Ha gongolato Matteo Salvini il quale, nonostante sia arciconvinto che l’Italia è soprattutto il Nord e che le altre regioni, specie quelle meridionali, sono “modeste realtà satelliti” che pesano nell’economia del (loro) Paese pressappoco come un parassita mangia e vive alle spalle degli altri, potrà dimostrare “corum populi” di essere riuscito, ancora una volta, a mantenere la sua preminenza anche in Calabria. E, per coloro che sono scettici, Salvini lo dimostrerà con forza politica, quando Roberto Occhiuto coopterà nella Giunta regionale Nino Spirlì. Sarà quella l’ennesima prova di forza del “Carroccio” a dispetto del suo peso specifico che nel sistema delle preferenze rimane al Sud sempre modesto.
A tanto si arriverà grazie alla velleità di quanti ci provano senza aver soppesato la   propria entità elettorale e, quindi, senza prevedere quel minimo di suffragi che possano restituire loro prestigio. La politica fatta, per dirla con Virgilio, «come coloro che son sospesi»; ma nel dialogo con Dante si alludeva alle anime destinate, come lui, a rimanere per sempre nel limbo.
Di certo c’è che si è aperta una vera kermesse tra quanti aspirano ad una candidatura che assicuri loro un posto al sole. Siamo in presenza di una vera corsa per decidere se è conveniente lasciare i “vecchi amori” per un posto in lista con Forza Italia, ma anche con Fratelli d’Italia, dopo che si è diffusa la voce che Tallini potrebbe non essere candidato. Ciò dimostra quanto la Calabria sia in mano ad opportunisti disposti a disconoscere anche la loro famiglia, pur di garantirsi uno stipendio che resta il più alto d’Italia.
La soluzione a tanta “inciviltà politica”, che colpisce i candidati e non considera le migliaia di iscritti e simpatizzanti, è ancora praticabile. Lo sostiene Amalia Bruni quando dice che «le porte rimangono aperte per quanti vogliono collaborare col Pd per battere un sistema che continua a fare acqua». «Una coalizione già c’è – ribadisce la Bruni – ed è ampia: va dal Partito democratico ai Cinque Stelle, ad “Articolo uno”, al “Centro democratico”, ai Repubblicani, ad “Europa Verde” a “Demos”, ai “Repubblicani Europei”, a “Tesoro Calabria”».
Dunque adesso la speranza è riposta in un augurabile ripensamento di Mario Oliverio e di Luigi de Magistris, non solo perché non dica che facciano da stampella agli avversari, quanto perché, insieme, si può tentare di vincere! Amalia Bruni lancia un messaggio: «sono disponibile ad ascoltare e valutare le idee di tutti». Un incontro risolutore, a questo punto, si impone!
*giornalista

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