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«Roccaforte del Greco dopo gli incendi non esiste più»

I sindaci dei Comuni aspromontani: «È mancato il coordinamento, ora attendiamo con angoscia le prime piogge»

Pubblicato il: 24/08/2021 – 15:44
«Roccaforte del Greco dopo gli incendi non esiste più»

CATANZARO «Non è possibile che un incendio partito a chilometri di distanza, nel giro di una notte, possa transitare tranquillamente sui monti per poi aggredire un paese come il mio con una velocità spaventosa. È mancato il coordinamento e il risultato è che praticamente, adesso, Roccaforte del Greco non esiste più». Lo ha detto Domenico Penna, sindaco del piccolo comune dell’area grecanica del Reggino, colpito duramente dai roghi di agosto in Aspromonte, dove si sono contate le prime due vittime, zia e nipote avvolte dalle fiamme mentre tentavano di proteggere il loro uliveto. Penna è intervenuto assieme a molti suoi colleghi all’incontro con il ministro Stefano Patuanelli a Catanzaro.
«È mancata l’organizzazione degli interventi – ha aggiunto il sindaco di Roccaforte – non c’è stata alcuna sinergia. C’è stato un impegno al di fuori dell’ordinario da parte delle singole persone preposte di Calabria Verde e della Protezione civile regionale, ma questo alla fine non è bastato per fermare i roghi. Adesso, se non si interverrà nell’immediato, l’emergenza delle emergenze è quella della viabilità. Ho dovuto bloccare la percorribilità delle nostre strade perché ci sono rischi per l’incolumità delle persone. Il 90% delle strade non sono percorribili. E attendo con angoscia le prime forti piogge».
Parole nette anche quelle venute dalle testimonianze dei sindaci di Cardeto Daniela Arfuso e di Mammola Vincenzo Loiero, gli altri due centri, sempre del reggino, dove si sono registrate vittime, due anziani sorpresi nelle loro proprietà, e di Bruno Bartolo, primo cittadino di San Luca. San Luca è uno dei comuni con la maggiore estensione territoriale della città metropolitana di Reggio Calabria e ha dovuto fronteggiare l’assedio delle fiamme al Santuario della Madonna della Montagna di Polsi e alle faggete vetuste da pochi giorni inserite nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Dal lui una lancia spezzata a favore dei lavoratori idraulico forestali di Calabria verde. «Non sono – ha detto – un peso ma se ben utilizzati possono rivelarsi, come è stato dimostrato in questi giorni, una autentica risorsa».

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