REGGIO CALABRIA Firmato in prefettura lo scorso 24 settembre un protocollo d’intesa tra i principali vertici ed autorità istituzionali del territorio per il «superamento delle marginalità sociali» nella tendopoli di San Ferdinando e delle altre aree che ospitano insediamenti (formali ed informali) nella Piana di Gioia Tauro. L’accenno, in tal senso, è al campo container di Rosarno e all’insediamento di contrada Russo, nel comune di Taurianova. All’incontro, oltre all’attuale prefetto Massimo Mariani, ha partecipato anche il suo predecessore, Nicola di Bari, oggi impiegato al Viminale come capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione.
Presenti le istituzioni: Nino Spirlì in rappresentanza della Regione e Giuseppe Falcomatà per la Città Metropolitana. Oltre a loro i rappresentanti dei comuni della Piana dove insistono gli insediamenti.
L’obiettivo, è riportato nel documento sottoscritto, è quello di «superare le marginalità» ma non è ancora chiaro il piano che dovrebbe portare all’agognata “deghettizzazione” chiesta a più riprese da Enti e associazioni impegnati quotidianamente nella Piana e non presenti ieri.
«La Città Metropolitana di Reggio Calabria – ha commentato il sindaco Falcomatà – fa parte con orgoglio, insieme a tantissime altre città italiane ed estere, della rete internazionale “From the sea to the city”, sul fronte dell’integrazione e dell’accoglienza e per la condivisione di una strategia comune sui fenomeni migratori, nella piena consapevolezza che queste politiche debbano essere sviluppate ponendo sempre al centro i temi dei diritti, della sicurezza dei nostri territori, della solidarietà e della responsabilità nella protezione delle persone». In questo senso «la Città Metropolitana farà la propria parte anche rispetto a quanto previsto da questo protocollo d’intesa, con riferimento ad esempio alle opere di bonifica dell’area di San Ferdinando dopo la realizzazione degli interventi previsti». La bonifica dell’area, ma ancor prima lo smantellamento della tendopoli che stava dando vita ad una nuova baraccopoli è sicuramente uno dei temi principali, ma non è il solo. Fondamentale sarà ricollocare le persone che da quell’area verranno spostate cercando di garantire per loro il diritto all’abitazione. Cosa che ad esempio non avvenne nel marzo 2019, all’indomani dello smantellamento dell’ex baraccopoli, sempre nella zona industriale di San Ferdinando, quando gli stanziali vennero spostati proprio nella tendopoli che da soluzione temporanea divenne definitiva.
(f.d.)
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