A poche ore dal voto non si può non partire dal dato clamoroso di Forza Italia (17,31%), dalla valanga di voti che – se uniti a quelli di Forza Azzurri (8,11%) – rappresentano quasi il 50% del risultato ottenuto dal neo presidente, Roberto Occhiuto, e da una coalizione, quella di centro destra, trainante in Calabria ma non evidentemente a Milano dove vince il buon governo di Giuseppe Sala, riconfermato al primo turno, così come convincono i candidati del Pd a Napoli e Bologna nonostante l’astensionismo.
Già, quell’astensionismo che si conferma anche a queste latitudini con il 55,67%; il partito del non voto e della sfiducia bipartisan, indifferente persino all’idea di “rivoluzione” urlata dal nord al sud della Calabria da Luigi de Magistris, che sottrae consensi a Carlo Tansi e forse ai pentastellati, deludenti anche nelle grandi città, ma non al Partito democratico comunque ridimensionato e sconfitto per la seconda volta, a distanza di un anno.
Una sconfitta prevedibile e prevista dagli stessi dem, imbattibili quando si tratta di marciare divisi per avvantaggiare l’avversario. Ma la vera resa dei conti è rinviata al Congresso quando tra accuse, personalismi e veti incrociati si aprirà il confronto. Sarebbe ora.
La Lega si ferma a 63.459 voti (- 4% rispetto al 2020) nonostante Salvini abbia trascorso più tempo in Calabria con Spirlì che altrove: l’unico ticket – a quanto pare – ad aver allarmato i simpatizzanti di Matteo, già duramente provati dalla permanenza del presidente ff alla Cittadella.
Ma come dice Prodi: «Ogni elezione ha delle conseguenze politiche, anche quelle che, apparentemente, non dovrebbero averne». Archiviata questa lunga campagna elettorale a Roberto Occhiuto non restano che 431.675 ragioni per far bene alla Calabria.
Auguri e buon lavoro presidente.
paola.militano@corrierecal.it
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