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Intelligenza artificiale, la tecnologia calabrese conquista anche Dubai

Le soluzioni della startup Revelis tra le proposte più attrattive del Gitex Technology Week. Il ceo Iiritano: «Le sfide globali si vincono innovando»

Pubblicato il: 31/10/2021 – 8:40
di Roberto De Santo
Intelligenza artificiale, la tecnologia calabrese conquista anche Dubai

RENDE Lavorare con i “big data” per offrire soluzioni tecnologicamente avanzate alle aziende. Tecnologie che rendono possibile l’automazione di processi produttivi e la previsione di fenomeni che possono interessare l’attività d’impresa. E gli esempi, in questo caso sono tanti: dall’individuazione di attività di riciclaggio di denaro nelle organizzazioni finanziarie al monitoraggio dei consumi idrici di un Comune, individuando perdite della rete idrica o furti d’acqua, o verificare la qualità della produzione industriale tramite l’analisi delle immagini dei prodotti finiti (si parla in questo caso di Computer Vision). Tutto questo è Revelis, la startup innovativa con sede a Rende nata nel 2019 dall’intuizione di 4 professionisti del settore dell’Ict con oltre 20 anni di esperienza nell’ideazione, coordinamento e realizzazione di progetti di ricerca industriale, sviluppo prototipi e prodotti software, progetti di consulenza per clienti pubblici e privati. La startup oggi, nonostante la giovane età, ha già ottenuto importanti riconoscimenti ed è una realtà consolidata nel palcoscenico internazionale dell’intelligenza artificiale. Ed offre lavoro di qualità a 20 data scientist che si occupano della progettazione ed implementazione dei progetti per importanti clienti industriali nazionali ed internazionali.

La fiera delle tecnologie digitali “Gitex Technology Week” di Dubai

Di rilievo che tutte le persone che lavorano con Reevelis sono laureate all’Università della Calabria, ed il 20% possiede anche un dottorato di ricerca.
Su questo fronte la startup innovativa ha una stretta collaborazione con il mondo della ricerca, che si sostanzia nella partecipazione congiunta a progetti di Ricerca e Sviluppo con importanti enti di ricerca italiani (Unical, Università di Palermo, Icar-Cnr) ed internazionali (Università di Southampton). L’azienda inoltre collabora attivamente con i Poli di Innovazione della Regione Calabria. Una realtà che ha catturato l’attenzione degli operatori della quarantunesima edizione del Gitex Technology Week, la fiera delle tecnologie digitali più importante del Medio Oriente che si è tenuta a Dubai negli scorsi giorni. Secondo Sky Tg24, è stata tra le 6 startup dell’evento maggiormente attrattiva. In bacheca l’azienda cosentina vanta, inoltre, il riconoscimento “Top of the Pid – Igf 2020” ottenuto all’Internet governance forum Italia 2020. Il suo dispositivo “iGuard” – che permette alle aziende il monitoraggio delle misure di sicurezza anti Covid – ha conquistato la vetta nella categoria sostenibilità.

Iiritano: «L’innovazione è fondamentale per vincere le sfide globali»

Salvatore Iiritano, ceo di Revelis

Il Ceo di Revelis è Salvatore Iiritano, dottore di ricerca in Ingegneria dei Sistemi ed Informatica, che dopo una breve esperienza nella multinazionale Getronics, ha ricoperto per 15 anni il ruolo di direttore tecnico in una società spin-off dell’Università della Calabria con competenza specifica nel settore della Business Analytics. Autore di oltre 20 pubblicazioni scientifiche internazionali, Iiritano ha ampia esperienza in aree tecnologiche quali: IoT and big data analytics, data/text mining, machine learning e deep learning.

Come è nata l’idea di realizzare questa start up?
«Sulla base delle precedenti esperienze professionali, io e gli altri soci fondatori abbiamo maturato l’idea che l’applicazione di tecniche di Intelligenza Artificiale possa fornire un effettivo vantaggio alle aziende ed alle pubbliche amministrazioni, perché rende possibile prevedere gli scenari operativi in cui tali organizzazioni si troveranno ad operare, e consente dunque di prendere le decisioni migliori, in modo da ottimizzare i tempi, ridurre i costi e massimizzare l’efficacia del servizio. Ad esempio, è possibile che un’azienda manifatturiera possa applicare tecniche di manutenzione predittiva, per sapere in anticipo che si verificherà un guasto ad un impianto, ed in tal modo sarà possibile procedere ad interventi di manutenzione tempestivi senza il rischio di dover fermare la produzione; oppure è possibile realizzare dei software in grado di leggere e comprendere le mail ricevute dai propri clienti, individuando automaticamente se questi ultimi stanno reclamando per qualche disservizio. In tutti questi scenari, le macchine “imparano” a partire da enormi quantità di dati digitali già disponibili – i famosi “Big Data” – e pertanto acquisiscono la capacità di prendere delle decisioni, proprio come farebbe un uomo. Si tratta di tecnologie che non soppiantano il lavoro delle persone, ma consentono di ottimizzarlo, perché abilitano l’analisi in tempo reale di enormi quantità di informazioni, che non potrebbero essere gestite manualmente».

Il gruppo di lavoro di Revelis

Quali difficoltà avete incontrato nel mettere a terra il progetto?
«L’avvio di un’azienda è sempre una fase delicata, perché richiede che in tempi brevi si trovi il giusto equilibrio tra gli investimenti necessari per creare tecnologie innovative ed i ritorni economici sui progetti. Fortunatamente, nel nostro caso, la capitalizzazione iniziale della società, nonché la possibilità di avvalersi di incentivi regionali, ci ha consentito di ridurre i problemi finanziari che sono tipici delle startup. Un’altra difficoltà che è specifica del nostro settore, inoltre, è la scarsità di risorse umane con le necessarie competenze. Oggi la domanda di specialisti nell’Intelligenza artificiale è molto più alta della disponibilità di persone, e quindi aziende come la nostra hanno la necessità di costruire al proprio interno dei percorsi di training on the job per l’inserimento di nuove figure in organico». 

Lo stand di Revelis alla quarantunesima edizione del Gitex Technology Week di Dubai

Quanto è stato utile il sostegno economico all’investimento e l’apporto di accompagnamento nell’avvio dell’attività?
«Il sostegno economico è fondamentale, perché la realizzazione di tecnologie innovative richiede investimenti che possono rientrare solo nel medio-lungo termine. La fase di accompagnamento è altrettanto rilevante; in molti casi una startup nasce dall’iniziativa di soggetti che hanno grandi conoscenze tecniche, ma che hanno molto da imparare sui temi della gestione di impresa, governo delle risorse umane e mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario. Se vogliamo creare imprese di successo non ci bastano buone idee ed ottime tecnologie, ma è necessario che vi siano dei buoni manager ad amministrarle».

Iiritano, ceo di Revelis, con l’ambasciatore italiano negli Emirati Arabi, Nicola Lener

I successi che avete ottenuto dimostrano che si può divenire competitivi in una regione lontana anche dai mercati internazionali.
«In soli due anni abbiamo ottenuto importanti riconoscimenti, dal premio “Top of the Pid” che ci è stato consegnato lo scorso anno per le nostre tecnologie per il monitoraggio delle misure di sicurezza contro il Covid, fino alla partecipazione al Gitex 2021, la più importante fiera della tecnologia degli Emirati Arabi, correlata ad Expo 2020, durante la quale abbiamo ricevuto diversi apprezzamenti dagli operatori internazionali presenti.Questo dimostra che, in una società globalizzata e digitale come è quella attuale, la collocazione geografica non rappresenta più un ostacolo insuperabile per lo sviluppo del business. I clienti di tutto il mondo sono ormai abituati ad interagire con strumenti digitali e, per affermarsi, la vera differenza è costituita dalla qualità dell’offerta, che deve essere davvero innovativa, sia dal punto di vista tecnologico che applicativo».

Quanto è importante per un’impresa avviare attività di innovazione soprattutto in Calabria?
«L’innovazione è fondamentale, perché senza un costante aggiornamento del proprio know-how e l’avanzamento tecnologico si corre il rischio di diventare obsoleti, e pertanto di perdere rapidamente posizioni di mercato, alla luce della competizione globale che è in atto.La recente pandemia ci ha dimostrato in modo evidente che tutte le organizzazioni che non sono riuscite velocemente ad innovare la propria offerta alle mutate condizioni mondiali, sono andate in difficoltà e talvolta hanno dovuto terminare la propria attività. In Revelis ci sforziamo di mantenere le nostre conoscenze, e dunque la nostra offerta, sempre alla frontiera tecnico-scientifica, tramite le numerose collaborazioni con enti di ricerca e la partecipazione a progetti di innovazione. Per noi è del tutto naturale cercare di evolvere costantemente, sia per la nostra natura di startup innovativa, che per la forma mentis dei soci e dipendenti dell’azienda».

L’autoimprenditorialità può rappresentare una chiave per rispondere all’emergenza occupazionale che vive la nostra regione?
«La nascita di imprese è sempre da accogliere positivamente, perché determina una serie di investimenti che complessivamente migliorano l’economia. Tuttavia, per rispondere all’emergenza occupazionale, un’impresa deve essere in grado di “stare sul mercato” in modo giusto, e quindi deve basarsi su una visione strategica, su un piano di business credibile e su un’offerta distinguibile ed innovativa. In assenza di questi elementi, anche in presenza di incentivi pubblici, difficilmente le imprese possono creare le condizioni per rendere stabile l’occupazione dei propri dipendenti e collaboratori».

Quali saranno ora le vostre prossime sfide?
«In questo periodo stiamo gestendo i proficui contatti derivanti dal viaggio a Dubai nell’ambito del Gitex e ci stiamo predisponendo per l’internazionalizzazione della nostra offerta. Con riferimento alle soluzioni in portafoglio, stiamo lavorando per evolvere la nostra piattaforma per la verifica di fenomeni di riciclaggio tramite l’applicazione di tecniche di analisi su “grafi” di grandi dimensioni; stiamo inoltre estendendo la nostra piattaforma di monitoraggio dei consumi idrici integrando reti neurali in grado di prevedere specifici fenomeni nell’uso delle risorse idriche. La nostra sfida più grande è diventare a pieno titolo una scale-up, ovvero rendere il nostro modello di business “scalabile”, in modo da ambire ad una crescita internazionale in termini di mercato, business, organizzazione, fatturato». (r.desanto@corrierecal.it)

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