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«La storia di Paolo e il senso di essere comunità solidale»

«Si sta verificando ciò che non ci si aspettava. Stiamo perdendo il senso delle cose anche le più piccole, le più insignificanti o ritenute tali dai più, la semplicità, il rispetto dell’altrui person…

Pubblicato il: 07/11/2021 – 12:30
di Vincenzo Caserta*
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«La storia di Paolo e il senso di essere comunità solidale»

«Si sta verificando ciò che non ci si aspettava. Stiamo perdendo il senso delle cose anche le più piccole, le più insignificanti o ritenute tali dai più, la semplicità, il rispetto dell’altrui persona, il cogliere il senso umano nelle cose, insomma alcuni valori fondanti del vivere civile. Fortunatamente significativi episodi accaduti, non ci fanno perdere l’occasione di spenderci verso la speranza di una società dove ancora i valori della solidarietà e del senso civico, risultano importanti e fondanti per le comunità, ed a volte prendono il sopravvento sull’atroce priorità della ricerca del benessere e del recupero del solo valore economico, della vita che sopravvale anche sui sentimenti. Molti, ed occasionali episodi di questo ultimo periodo, mi hanno fatto riflettere su alcuni avvenimenti che ho vissuto intensamente (uno direttamente) e che per me risultano essere elementi di richiamo al vero senso della vita e a come essa dovrebbe essere vissuta nella comunità. Proprio recentemente, il nostro amato Papa Francesco, ci ha richiamato in una sua omelia alla sensibilità, verso l’ultimo e verso la vita e al valore che ad essa bisogna dare. La cura è il contrario dell’indifferenza. Lo ha ricordato anche il nostro presidente della Repubblica Mattarella, in uno dei suoi ultimi richiami al senso della vita come rispetto dell’altro che crea coesione e solidità sociale tra esseri umani anche se ad essi è concesso di avere opinioni diverse. Ebbene riflettere proprio su questo… Ho vissuto in particolare e voglio evidenziarlo e socializzarlo per come un ragazzo abbia tenuto attenzione e cura verso un animale. Si, un animale, un gatto, al quale ha dato per una notte tutto se stesso. Assistendolo, nutrendolo, accarezzandolo e dormendo con lui sulle scale del palazzo. Cercando tutta la notte di contattare il sistema di rete territoriale preposto che si è impegnato, sollecitando più soluzioni ma, trovando in pratica molte difficoltà nelle risposte in emergenza. Un gatto, trovato per caso o volutamente abbandonato, nell’androne del palazzo, piccolo ed indifeso al quale da subito si è cercato di dare assistenza e di fargli ritrovare la perduta mamma che non si trovava e non si è trovata. C’è da dire che il ragazzo era qui in vacanza, ospite da alcuni parenti. Trovandosi in questa situazione, per non dare fastidio a nessuno, non ha esitato a prendersi cura di quel micetto piccolo e indifeso per tutta la notte , rammaricandosi di aver il volo di ritorno nella sua città dopo pochi giorni, pertanto impossibilitato a portarlo con se. Una fiaba a lieto fine del nostro tempo, in cui trapelava nei suoi occhi la speranza alle prime luci dell’alba in attesa l’apertura di un’attività commerciale sotto casa dove è avvenuto l’essenza della vita, si proprio così, una coppia straordinaria di giovani che appena lo hanno visto arrivare con in braccio quel gattino, non hanno esitato un attimo… hanno prima offerto una bevanda calda al ragazzo e poi si sono mobilitati a cercar una degna e sicura dimora per quel micetto. Così è avvenuto. La chiave di tutto è stata la solidarietà, l’amore, e il prendersi cura, senza altri fini ma, solo per semplice umanità. Questo episodio si è risolto grazie alla disponibilità ed all’amore di Paolo. Lui, ha palesemente manifestato verso tutti noi, quel senso di bontà, di disponibilità verso gli altri lasciandoci felicemente sbigottiti facendoci ritrovare quel sistema di cura che noi tutti cerchiamo e vorremmo avere quale risposta ad un sistema di comunità solidale. L’altro episodio particolarmente significativo risale a qualche giorno addietro; l’avere appreso dagli organi di stampa non solo regionali ma, anche da alcune testate giornalistiche nazionali, il soccorso di immigrati di varie nazionalità, sbarcate nelle nostre coste ioniche ed in particolare l’avere soccorso bambini che erano giunti alla agognata meta ma per le intemperie del mare nell’ultimo tratto di traversata potevano creare a loro problemi anche rischiosi per la vita. L’intervento tempestivo, solidale e carico di senso umanitario operato da un gruppo di forze dell’ordine ha fatto si, che non si verificasse il peggio per i malcapitati. I soccorritori si sono lanciati in mare in particolare verso i piccoli e i disabili impauriti ed indifesi, abbracciandoli e rassicurandoli e soprattutto trasmettendo anche in noi, nel vedere le immagini, la partecipazione e la vicinanza a loro. Anche in tale caso è emerso nel gesto quel sostegno che noi tutti vorremmo che ci fosse a favore di chi ha più bisogno ed affronta lunghe peripezie prima di un approdo di accoglienza umana e solidale. Grazie a tutti, alle forze dell’ordine intervenute Polizia di Stato, Guardia Costiera e Croce Rossa, volontari, anche questa vicenda ha avuto il suo lieto fine. Nessuno è stato considerato un eroe ma, piuttosto esseri umani dotati di coraggio e di grandi valori che prendono il sopravvento su tutto in talune circostanze di soccorso e di emergenza umanitaria e producono nella collettività effetti di solidarietà e di umanità. Questi eventi hanno lasciato traccia di una lezione di vita che bisogna ricordare in tutte le nostre affannose giornate sempre protese a raggiungere obiettivi molto meno importanti di questo ma da noi tutti ritenuti prioritari. Episodi da libro Cuore che devono essere ricordati ed evidenziati come fatti dei nostri tempi e siano da monito a tutti noi nel rammentarci di avere tutti un cuore e di poterlo utilizzare soprattutto a sostegno di chiunque ne abbia bisogno in tutte le forme possibili ed in tutte le circostanze possibili».

*già dirigente Regione Calabria

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