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L’arringa no-vax della senatrice Granato: «Vaccini tutt’altro che sicuri, no al super Green pass»

In Aula va in scena tutto il campionario, tra Big Pharma e numeri dei morti al ribasso. «Draghi ci tratta come sudditi»

Pubblicato il: 11/11/2021 – 13:43
L’arringa no-vax della senatrice Granato: «Vaccini tutt’altro che sicuri, no al super Green pass»

ROMA «Ceduti i beni pubblici, si passa ai corpi degli Italiani». È una vera e propria arringa no vax quella della senatrice Bianca Laura Granato in aula sul cosiddetto “super Green pass” che estende l’obbligo di esibire la certificazione verde in tutti il luoghi di lavoro e di interesse culturale e sociale. Arringa condita da tutte le tesi del caso: dagli interessi di Big Pharma alla presunta pericolosità dei vaccini, che la senatrice preferisce però chiamare «farmaci», come vuole la pubblicistica anti vaccinista. Granato, che si è già rifiutata di esibire il Green pass per entrare in Senato, spiega che «stiamo subendo pressioni enormi, difficili da spiegare e da giustificare razionalmente, per l’assunzione di farmaci che hanno seguito un trial pre-clinico meno accurato di quello di un qualunque cosmetico e che si vogliono spacciare per efficaci e sicuri, non con dati scientifici, ma con statistiche suggestive rilevate su campioni improbabili, senza mai fornire dati grezzi – afferma ancora la senatrice in aula -. Parliamo di farmaci la cui assunzione dovrebbe prevenire il Covid, ma che invece lasciano circolare tranquillamente il virus e quindi i contagi anche dopo la terza dose come risulta in numerose strutture sanitarie in cui ogni giorno si manifestano focolai anche molto estesi. Finora, senza nessuna garanzia, l’unica certezza è doversi assumere l’alto rischio dell’inoculo, tutt’altro che sicuro: parliamo di oltre due milioni di eventi avversi e di oltre 27.000 decessi rilevati da EudraVigilance».
«Un obbligo che porta a cosa? All’immunità di gregge? Manco per niente – afferma ancora Granato -. Ad una dipendenza da dosi successive somministrate non in base all’effettiva esigenza di tutelare le persone, ma all’esigenza logistica dei somministratori». «Intanto – continua la senatrice – oltre 2 miliardi di euro del nostro bilancio sono stati messi a disposizione di nuovi acquisti di questi prodotti, dando a quei 26 morti di Covid al giorno un peso logistico ed economico decisamente sproporzionato rispetto ai 613 e dei 490 pazienti che muoiono rispettivamente di patologie cardiovascolari e tumorali. Oltretutto, in presenza di terapie ormai sicure ed efficaci e anche economiche contro il Covid, ci dobbiamo affidare alla roulette russa dei cosiddetti vaccini studiati meno di un cosmetico». Quali siano le terapie Granato non lo spiega, mentre lascia intendere che i morti per Covid sia 26 al giorno, dimenticando le migliaia di persone scomparse in oltre un anno e mezzo di pandemia.
«Tutti i giorni – continua – viviamo la tragedia delle ambulanze demedicalizzate, per cui il 118 non esiste più di fatto, ma l’emergenza in Italia sono quei 4.000 contagi al giorno e i 26 morti al giorno di Covid? Ma chi vi autorizza a dare la priorità a delle patologie piuttosto che ad altre? Chi vi ha detto di puntare su una terapia preventiva così evanescente, costosa e rischiosa per il contrasto al Covid? Chi vi ha autorizzato a prendere impegni per 2.8 milioni di euro per dosi semestrali senza studi clinici? La risposta a queste domande va purtroppo lasciata alle procure, ma in parte sicuramente si trova nei lunghi omissis dei contratti, completamente secretati e rispetto ai quali abbiamo solo una certezza: che le Big Pharma non risponderanno degli eventi avversi correlati a quei prodotti».
«Ma il governo crede di aver già risolto il problema scaricando la responsabilità sui cittadini attraverso il cosiddetto “consenso informato”, dopo aver disinformato e imposto l’inoculo di questi farmaci col ricatto economico, cosa che non avviene negli altri Paesi UE dove l’alternativa dei tamponi è gratuita. Questo ci tocca subire non più da cittadini, ma da sudditi – conclude Granato -. Draghi, dopo aver svenduto ai privati i beni dello stato è insomma passato senza colpo ferire alle vite umane. Per lui, e per questa maggioranza servile e prona che ha tradito il mandato popolare, siamo diventati cittadini a diritti civili e umani condizionati al possesso di un QR Code. Siamo tutti orgogliosi di ostentare la nostra tessera di obbedienza: siamo bravi cittadini e non parassiti solo se abbiamo accreditato a nostro rischio e pericolo la tangente di stato versata dal governo alle multinazionali del farmaco. A tutti i parlamentari di questa maggioranza che si stanno facendo complici di questa politica criminale, di questa involuzione della società italiana imposta a colpi di decreto attraverso la distruzione dei diritti e di una civiltà, conquiste di oltre 75 anni di democrazia, mi limito a far notare la fine che hanno fatto i sindacati confederali, quando hanno indossato la giacca e la cravatta e hanno abbracciato il tecnocrate delle multinazionali: sono stati masticati e sputati, perché ormai, avendo perso qualsiasi credibilità, non servono più. Siamo l’unico Paese occidentale in cui il diritto al lavoro è subordinato ad un adempimento sanitario che non garantisce sicurezza, attraverso una campagna di odio e con misure discriminatorie senza precedenti.  E se va tutto bene, manteniamo lo stato di emergenza perché deve continuare così, se i contagi aumentano, manteniamo lo stato di emergenza per rimediare! Insomma non stiamo obbedendo a diktat sanitari assurdi e pericolosi per tornare alla normalità, ma per andare avanti all’infinito, consentendo a degli abusivi di portarci alla bancarotta e alla perdita di qualsiasi diritto e libertà. Se si obbedisce non andrà tutto bene! Conte ci ha ingannato, perseverare diabolicum. Votiamo no a questo obbrobrio legislativo».

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