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Poggi: «Rsa a rischio. Terze dosi fissate a undici mesi di distanza dalle seconde»

Il presidente dell’associazione “Vivere Insieme”: «Ciclo ultimato in cinque strutture. Deficit organizzativi di chi sta gestendo la pandemia»

Pubblicato il: 29/12/2021 – 17:27
Poggi: «Rsa a rischio. Terze dosi fissate a undici mesi di distanza dalle seconde»

CATANZARO Ritardi nella somministrazione delle terze dosi nelle Rsa. Si rinnova l’appello rilanciato giorni fa da Massimo Poggi, referente di Aie Srl e presidente dell’associazione “Vivere Insieme”. «Su sette strutture cinque hanno ultimato il ciclo», racconta al Corriere della Calabria. Per una delle strutture le somministrazioni sono state fissate al prossimo 5 gennaio «anche se le seconde dosi sono state fatte lo scorso 17 febbraio». Una distanza di poco meno di 11 mesi che rischia di invalidare l’intero ciclo esponendo i pazienti a maggiori rischi. «Questo ci impaurisce moltissimo. – aggiunge – Questa nuova ondata sta travolgendo molte persone come vediamo dai numeri. Fortunatamente i vaccini stanno reggendo e chi oggi intasa gli ospedali sono i no-vax. Ma una seconda dose non iniettata coi tempi giusti ad anziani come quelli che abbiamo nelle nostre strutture potrebbe non ridurre il pericolo». Per questo motivo, l’associazione ha inviato una pec alle autorità competenti lo scorso 24 dicembre per chiedere di anticipare le somministrazioni, «ma nessuno ci ha risposto», rimarca Poggi. «Riterremo le autorità competenti responsabili in caso dovesse succedere quello che noi ci auguriamo non succeda».
Nel frattempo sono state adottate una serie di misure per cercare di ridurre al minimo il rischio di propagazione del virus nelle strutture. «Già dallo scorso lunedì abbiamo bloccato gli accessi alle Rsa. – dice – Abbiamo imposto le mascherine ffp2 in tutte le nostre strutture e l’accesso condizionato al tampone. Ai nostri dipendenti ogni settimana viene fatto un tampone di controllo». La questione tocca in maniera speculare l’appello che era stato rilanciato da una serie di sigle associative che chiedevano al governo di intervenire per tutelare coloro i quali avevano dovuto sostenere maggiori costi e minor fatturato in relazione al Covid. Ma ad oggi nulla è cambiato nemmeno su questo fronte.  
«Più volte ci siamo messi a disposizione per poter dare una mano sul territorio. I vaccini avremmo potuto tranquillamente farli da noi. Oltre un mese fa ci era stato detto che avrebbero consegnato a noi le dosi per somministrarle vista la mancanza di medici e infermieri. Credo – aggiunge – sia stata solo una mancanza di organizzazione». L’invito è direttamente al governatore e commissario ad acta per la sanità Occhiuto: «Non possiamo lasciare la gestione di una pandemia in mano a persone incompetenti».

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