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il retroscena

Quirinale, Berlusconi pronto al passo indietro «se non ci sono i voti»

I timori di Salvini e Meloni sulla mancanza di un piano B dopo l’incontro a Villa Grande

Pubblicato il: 15/01/2022 – 7:56
Quirinale, Berlusconi pronto al passo indietro «se non ci sono i voti»

Il primo risultato è stato raggiunto. Per la prima volta, Berlusconi ha fatto mettere nero su bianco che l’eventuale sua candidatura non è un capriccio ma una richiesta degli alleati. Messo nero su bianco per chiarire, e dimostrare, che non si trattasse solo di una questione di forma e non di sostanza: «Io — ha detto chiaramente ai commensali — voglio sapere se avete davvero intenzione di sostenermi. Se avete dubbi, ditemelo. Non sono costretto a fare questo passo, non è un gioco».
Che i dubbi ci siano o meno, nessuno ha avuto la voglia o il coraggio di dirlo, racconta un retroscena del Corriere della Sera. Tutti, da Salvini a Meloni passando per Cesa, Lupi, Brugnaro, hanno detto sì. Che sono pronti a sostenerlo, «come ha fatto anche la sinistra candidando Prodi o D’Alema». Perché, è stato il nodo politico dell’incontro, la coalizione che ha la maggioranza relativa in Parlamento ha tutto il diritto di provare a portare al Colle un esponente della propria area.
La novità però è che, specifica uno dei big del centrodestra, ieri «finalmente Berlusconi è parso meno irragionevole». Ovvero consapevole della sfida difficilissima. Tanto che, incassato il sostegno dichiarato degli alleati, avrebbe concluso: «Sappiate che se mi renderò conto che i voti non ci sono, sono pronto al passo indietro».
È troppo presto per capire quanto la sua intenzione di ritirarsi eventualmente dalla corsa sia reale o quanto sia tattica. Perché Berlusconi avrebbe ottenuto dagli alleati l’impegno a lavorare anche loro, non solo FI e non più con i modi folkloristici di Sgarbi, alla ricerca dei voti «soprattutto nel gruppo Misto», per arrivare a quei «50-70» che mancano per la sicurezza dell’elezione. Ma sa anche il Cavaliere, che avrebbe già «incontrato 28 parlamentari», che avere certezze è dura.

Le preoccupazioni di Salvini e Meloni

Il meno soddisfatto, dopo l’incontro a Villa Grande, sarebbe Salvini che, probabilmente, si aspettava qualche rassicurazione in più. Quantomeno per escludere uno scenario che vedrebbe il Cavaliere andare avanti per verificare le possibilità effettive di una salita al Colle e poi, acquisita l’impossibilità di spuntarla, convergere su una candidatura come quella di Giuliano Amato. Che non è né un uomo di centodestra né un esponente voluto dal leader della Lega.
Altra questione (ancora) aperte: il piano B. Timore, questo, di Giorgia Meloni, che non ha trovato risposte al tavolo del centrodestra. La preoccupazione è che, una volta fallito il tentativo di Berlusconi, sia difficile riprendere la strada del dialogo con le altre forze in Parlamento. Ma di questo il Cavaliere, almeno per ora, non vuole parlare.

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