Lo scorso 7 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato con decreto l’obbligo vaccinale anti covid per gli over 50. E inevitabilmente è scoppiata una nuova polemica legata alla questione del “consenso informato”. Capofila della disputa mediatica l’associazione di consumatori Codacons che si è levata a difesa dei cittadini chiedendo con urgenza la revisione del modulo.
L’avv. Rienzi, presidente del Codacons, ha invitato i cittadini a non firmare l’attuale modulo o a cancellare qualsiasi clausola che escluda responsabilità dello Stato in caso di effetti avversi o danni da vaccinazione. Secondo Rienzi lo Stato dovrebbe essere individuato come l’unico responsabile delle eventuali conseguenze collaterali collegate al vaccino. Ma dov’è questa clausola di cui parla il Codacons? Nel modulo oggetto di accusa non ve ne è alcuna traccia. Sottoscrivere il consenso informato non esclude la possibilità, in caso di effetti avversi, di chiedere l’indennizzo, ma equivale ad aderire in modo consapevole al trattamento sanitario. Qui si confonde l’adesione consapevole ad un trattamento sanitario con la possibilità di chiedere in un momento successivo eventuali indennizzi. L’equivoco di fondo consiste nell’aver pensato che, firmando il consenso informato, si esenta lo Stato da eventuali responsabilità. Ma non è così. Una cosa non esclude l’altra. E, ad ogni modo, lo Stato da circa trent’anni si assume la responsabilità di indennizzare chi ha subito dei danni causati dalla somministrazione del vaccino. Lo ha fatto esattamente con legge del ‘92 (la n.210) con la quale riconosce il risarcimento dei danni da vaccinazione sotto forma di assegno vitalizio purché si dimostri, cosa molto complessa, il nesso tra causa ed effetto.
L’importo dell’indennizzo dipende dal grado di invalidità accertata e dal tipo di menomazione. Addirittura la Corte Costituzionale si è spinta oltre, rispettivamente nel 2017 e nel 2020, estendendo l’indennizzo anche ai vaccini non obbligatori (precisamente l’anti influenzale e anti epatite A) ma fortemente raccomandati, come nel caso del vaccino anti Covid, dal governo centrale o regionale. Se il risarcimento non viene riconosciuto dallo Stato ci si può rivolgere al giudice civile avviando una causa contro il Ministero della Salute.
Questi indennizzi spettano a tutti i vaccinati, non solo agli over 50, e questo le associazioni a difesa dei cittadini lo dovrebbero sapere. Per evitare di alimentare questo clima di sospetto e di pregiudizi dei cittadini nei confronti di qualsiasi decisione assunta dal Governo sarebbe opportuno diffondere una comunicazione di carattere generale, in concomitanza con la sottoscrizione del consenso informato, per informare sulle modalità e le condizioni di richiesta di eventuali risarcimenti, informazioni reperibili al link del Ministero della Salute https://www.salute.gov.it/portale/indennizzo/homeIndennizzo.jsp
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