«È tempo di far nascere un Ospedale Pediatrico in Calabria»
«Siamo ancora scossi dal tragico evento che ha riguardato la piccola Ginevra.Non soltanto la comunità del piccolo centro del crotonese dove la bimba viveva,ma l’intera Calabria si è stretta intorno a…

«Siamo ancora scossi dal tragico evento che ha riguardato la piccola Ginevra.Non soltanto la comunità del piccolo centro del crotonese dove la bimba viveva,ma l’intera Calabria si è stretta intorno alla famiglia dì questa creatura strappata alla vita in modo così tragico.Ora che la pandemia sembra rallentare il suo corso,noi calabresi ci sentiamo ricacciati in un buco nero nel quale pensavamo di non dover ricadere.
Ed invece,ci ritroviamo a fare i conti con la durezza dì eventi dì inimmaginabile tormento!
Io non conosco esattamente come si sono svolti i fatti ma,nella mia vita professionale,ho difeso molti medici imputati per colpa professionale ed ho anche patrocinato tante parti civili in tali processi.E posso dire che l’accertamento dei singoli casi ha molto spesso consegnato ai giudici la realtà dì casi assai complessi,nei quali,a dispetto dei pur legittimi interrogativi posti dall’opinione pubblica,si è potuto constatare che tanti pazienti,per la gravità delle patologie da cui erano affetti,non si sarebbero potuti salvare neanche se avessero avuto rapidamente tutte le cure appropriate.
È questo un tema sul quale l’opinione pubblica riflette poco e che,a mio parere,è originato dalla sempre crescente convinzione che i progressi della scienza,i traguardi della tecnologia, abbiamo reso invincibile la medicina; mentre ancora,nel mondo,si muore per tantissime malattie o comorbilita’ incurabili.
Ecco,credo che,in ogni giudizio,bisogna partire dall’equilibrio e dalla prudenza,non sopravvalutando i presidii tecnologici ne’ sezionando le condotte dì chi si prende cura del malato evidenziando alcuni profili e trascurandone degli altri.
Ancora la medicina non è una scienza esatta!
Essa è lotta contro il male,combattimento incessante e con tutti i mezzi possibili (non miracolosi) contro la malattia.
Occorre avere l’onestà dì dire che da questa lotta,ancora tante volte, la medicina ed i medici escono sconfitti,a dispetto dì quanti,purtroppo anche nel mondo della sanità,si presentano spesso in pubblico come straordinari guaritori.
Per esempio,ancora due mesi fa,ho sentito un medico dire,al cospetto dì un altro medico,ad un povero paziente spaventato per la sua grave patologia:”dove ti trovi non ci sono geni,l’unico genio sono io”.
Ecco,quella degli esaltati è una categoria che non accenna ad estinguersi in tutti i campi,ma,mentre in altri settori essa produce,nella migliore delle ipotesi, ilarità (anche se “Pippo non lo sa che quando passa ride tutta la città”…),nella medicina essa produce danno,perché c’è sempre uno stupido,più stupido od ignorante dì quel medico,che all’esaltato crede.
Tanto premesso,penso vi sia un modo razionale e coerente di affrontare le criticità più gravi che l’attualità della sanità calabrese ci consegna.
Una di queste è forse la frammentazione delle competenze e la distribuzione irrazionale delle stesse su un territorio abbastanza ampio.
E qui,consentitemi un ricordo personale.
Ero giovane ed un mio caro amico decise di unirsi in matrimonio con un medico pediatra.Soltanto chi vive accanto ad un medico può sapere cosa significhi condividere la vita con una persona che sceglie di mettere al primo posto nella vita il servizio al Prossimo.
In questo caso il mio amico aveva scelto di sposare una donna medico pediatra di straordinaria bravura,avviata ad una brillantissima carriera nell’Ospedale “Gaslini” di Genova,uno dei centri di eccellenza nel settore.
Quando questa giovane medico si trasferì per amore in Calabria,ci trovammo in varie occasioni a discutere del suo lavoro e ne ricavai,già da allora l’impressione,che la pediatria in Calabria avesse bisogno di uno sforzo di condivisione delle competenze;così ci trovammo a vagheggiare un ospedale pediatrico in Calabria che,se ben ricordo,definimmo un “piccolo Gaslini”.
Da allora ad oggi le cose non sono di molto cambiate: piuttosto che concentrare le competenze in questa materia esse sono state sempre di più frammentate,in un settore che,riguardando la cura dei bambini,avrebbe dovuto richiedere, invece,una speciale attenzione e cura da parte dei responsabili della sanità calabrese.
In questi giorni di sofferenza per la morte della piccola Ginevra,ho assistito ad una grancassa di accuse,inqualificabili scivolamenti,dileggio delle competenze (io stesso,nel mio piccolo,ho conosciuto qui in Calabria medici stelle di prima grandezza in questo campo:un grande pediatra del cuore,una grande pediatra neurologa,un grande auxologo,una bravissima esperta dell’emergenza pediatrica…e potrei continuare a lungo): tutti questi bravissimi medici non meritano giudizi sommari,ne’ esposizione al pubblico ludibrio.
Piuttosto,la politica sanitaria si adoperi per riunire tutte queste elevatissime competenze: non si tratta di mettere in piedi una unità operativa complessa di terapia intensiva pediatrica e basta!Occorre uno sforzo più grande per far nascere in Calabria un Ospedale Pediatrico,concentrando cola’ tutte le competenze elevate che la Calabria può offrire (terapia intensiva compresa) in questo camp,in tal modo facendo cessare i viaggi della speranza che,ancora per molte patologie pediatriche,è inevitabile affrontare.
Per me,Cristiano,questa è una vera priorità sulla quale lavorare con convinzione e decisione,perché Il sorriso di un bambino ha sciolto perfino il cuore di Gesù(“senite parvulos venire ad me”);perché prendersi cura dei più piccoli aiuta anche noi adulti a ritrovare un cuore bambino.
E non è poco,credetemi,per tornare ad essere davvero comunità di persone».
*Avvocato