Duplice omicidio a Castrovillari. Uccisi qualche ora prima del ritrovamento
Le vittime sono Maurizio Scorza, un 57enne già sfuggito a un agguato in passato, e la sua compagna. I cadaveri all’interno di una vettura ritrovata in contrada Giammellona. L’uomo era vicino ai clan…

CASTROVILLARI Due persone, Maurizio Scorza 57enne di Cassano e la sua compagna Hanane Saadi, quarantenne di origini tunisine ma residente a Villapiana, sono state uccise ieri sera (lunedì 4 aprile) con alcuni colpi d’arma da fuoco nelle campagne di Castrovillari, in provincia di Cosenza. I cadaveri erano all’interno di un’automobile, un Mercedes Glk, in contrada “Giammellona”, in una zona isolata. Il corpo dell’uomo, vicino ad alcune cosche di ‘ndrangheta dell’Alto ionio cosentino, era nel vano portabagagli della vettura, mentre quello della donna era al posto di guida. A lanciare l’allarme un residente nella zona che, insospettito per la presenza dell’auto con i fari ancora illuminati per diverso tempo, ha chiamato i carabinieri.
Sul posto sono giunti il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, sotto le direttive del quale stanno lavorando i carabinieri, e il medico legale cui è stato conferito l’incarico di effettuare l’esame esterno dei cadaveri.

L’uomo ucciso aveva già subito un attentato in passato

L’uomo e la donna, secondo quanto è emerso dalle prime indagini dei militari del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza e della Compagnia di Castrovillari, sarebbero stati uccisi qualche ora prima il ritrovamento dei cadaveri. Sui corpi delle vittime sono stati rilevati numerosi fori provocati dai colpi di arma da fuoco con cui sono stati uccisi.
Secondo quanto si apprende, l’uomo, Maurizio Scorza, – che avrebbe già subito un attentato nel 2013 – aveva 57 anni ed era già noto alle forze dell’ordine per via di alcuni precedenti per droga mentre la donna, di origini marocchine, era la sua compagna.
Movente da accertare. L’ipotesi di una vendetta in ambienti criminali

Il movente dell’uccisione, secondo quanto si apprende, è ancora tutto da accertare. I carabinieri starebbero indagando, almeno in questa fase, a 360 gradi e non starebbero seguendo una pista privilegiata. L’ipotesi che viene tenuta in maggiore considerazione, comunque, è quella di una vendetta maturata negli ambienti della criminalità, non si sa ancora se comune o organizzata. (redazione@corrierecal.it)