Il complicato rapporto della Calabria con l’acqua: cittadini insoddisfatti della qualità e dell’efficienza del servizio
L’Istat segnala le problematiche che vivono le famiglie : le criticità segnalate nella regione registrano percentuali tra le più alte nel Paese

CATANZARO Insoddisfazione per la qualità e l’efficienza del servizio, insoddisfazione per il servizio di fatturazione, insoddisfazione per l’erogazione. Il rapporto dei calabresi con l’acqua è sempre molto complicato: a certificarlo è un report dell’Istat pubblicato in occasione della Giornata mondiale dell’acqua: da report emerge al solito il quadro di una regione alle prese con tante problematiche, visto che in Calabria – giusto come primo dato – quasi il 30% delle famiglie giudica negativamente il servizio reso dalla rete idrica del proprio Comune, rispetto al 14% di insoddisfatti a livello nazionale.
Soddisfatte del servizio idrico quasi nove famiglie su 10
Su scala generale l’Istat segnala che in Italia «nel 2021, l’86,0% delle famiglie allacciate alla rete idrica comunale si ritengono molto o abbastanza soddisfatte del servizio. Il livello di soddisfazione varia sul territorio in misura piuttosto marcata: sono molto o abbastanza soddisfatte il 92% circa delle famiglie residenti al Nord, l’84,1% di quelle del Centro e l’82,4% nel Sud; nelle Isole la percentuale scende al 69,8%. A livello regionale, anche per il 2021 si confermano significativi livelli di insoddisfazione in Sicilia (30,2% le famiglie poco o per niente soddisfatte), Sardegna (29,8%), Calabria (28,9%) e Abruzzo (23,1%)». Per l’Istituto di statistica «il giudizio espresso dalle famiglie riguardo ai diversi aspetti del servizio di fornitura di acqua potabile nelle abitazioni (regolarità della fornitura, livello di pressione, odore, sapore, limpidezza dell’acqua, frequenza della lettura dei contatori e della fatturazione e comprensibilità delle bollette) esprime, nel 2021, complessivamente non piena soddisfazione. Poco meno del 90% delle famiglie italiane si dichiara molto o abbastanza soddisfatto per l’assenza di interruzioni nella fornitura; Calabria, Sicilia, Abruzzo e Sardegna presentano le quote regionali più alte di famiglie poco o per niente soddisfatte (rispettivamente 33,6%, 31,3%, 21,8% e 18,5%). Le famiglie residenti nelle regioni del Mezzogiorno e del Centro – prosegue il rapporto dell’Istat – si dichiarano mediamente più insoddisfatte del livello di pressione dell’acqua rispetto alla media nazionale (15,4%), con quote di insoddisfazione più elevate in Sicilia (28,6%), Calabria (26,3%), Abruzzo (23,2%) e Lazio (21,4%)».
Poco comprensibile la bolletta dell’acqua per una famiglia su tre
L’Istat evidenzia che è «stabile nel 2021 a livello nazionale la quota di famiglie che si ritengono molto o abbastanza soddisfatte rispetto all’odore, al sapore e alla limpidezza dell’acqua: sono più di tre su quattro (il 76,2%), ma la quota è ben al di sotto della media nazionale in Sicilia (59,7%), Sardegna (62,9%), Calabria (68,8%) e Campania (70,5%). La frequenza di lettura dei contatori è molto o abbastanza soddisfacente per quasi otto famiglie su 10 ma, anche in questo caso, la quota di famiglie poco o per niente soddisfatte (il 22,8% in media nazionale) presenta un forte divario territoriale, con elevate percentuali di bassa soddisfazione soprattutto in Sicilia (39,7%), Calabria (38,9%), Abruzzo (35,5%) e Basilicata (34,7%)». Rispetto al giudizio sulla frequenza della fatturazione, secondo l’Istat «la percentuale di famiglie molto o abbastanza soddisfatte si mantiene oltre l’80% del totale. In Calabria la percentuale di famiglie poco o per niente soddisfatte raggiunge il 34,7%, in Sicilia il 33,4% e in Sardegna il 31,0%. La comprensibilità delle bollette è l’aspetto della fornitura dell’acqua nelle abitazioni che meno soddisfa le famiglie; quelle molto o abbastanza soddisfatte sono circa il 66,5%. Molto al di sopra della media nazionale le famiglie insoddisfatte nelle regioni del Mezzogiorno (Sicilia 48,1%; Abruzzo 45,1% e Sardegna 43,3%»).
Irregolarità nell’erogazione dell’acqua: male Calabria e Sicilia
L’Istat rileva poi che «la quota di famiglie che lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle loro abitazioni è pari al 9,4% nel 2021 e si presenta pressoché stabile nell’ultimo triennio. Il disservizio investe in percentuali molto diverse tutte le regioni e interessa 2,4 milioni di famiglie residenti, di cui 1,5 milioni nel Mezzogiorno (63,9%). Più esposte ai problemi di erogazione dell’acqua Sicilia e Calabria». L’Istat scende nel dettaglio ed evidenzia che è «critica la situazione in Sicilia, dove non solo si registra la quota più elevata di famiglie che lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua (29,0%), ma anche un sensibile peggioramento rispetto all’anno precedente, di poco più di sette punti percentuali», mentre «in Calabria il 28,8% delle famiglie lamenta irregolarità del servizio ma la quota è in calo di circa 10 punti percentuali rispetto al 2020. Di contro, quote esigue si registrano al Nord-ovest (3,1%) e al Nord-est (3,5%), mentre nel Centro Italia meno di una famiglia su 10 dichiara che il servizio di erogazione è irregolare».
Nel Mezzogiorno bassa la fiducia nel bere acqua di rubinetto
L’ultima valutazione dell’Istat riguarda l’aspetto della qualità dell’acqua. «Le famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto – si legge nel report – sono il 28,5%; dato stabile rispetto al 2020, sebbene tale quota sia diminuita progressivamente nel tempo (40,1% nel 2002). Permangono notevoli differenze territoriali: dal 16,8% nel Nord-est al 57,2% nelle Isole. A livello regionale, le percentuali più alte si riscontrano in Sicilia (59,9%), Sardegna (49,5%) e Calabria (38,2%), le più basse nelle Province autonome di Bolzano-Bozen (0,8%) e Trento (2,4%). Molto inferiori alla media nazionale anche le quote di Valle d’Aosta (8,6%) e Friuli-Venezia Giulia (11,6%)».(redazione@corrierecal.it)