«Compagni ufficiali, sottoufficiali, compagni, generali e ammiragli, mi congratulo con voi per il 77esimo anniversario della grande vittoria. Anche ora in questi giorni voi combattete per la nostra gente nel Donbass, per la sicurezza della nostra patria». Il presidente russo Vladimir Putin apre così il suo discorso per il Giorno della Vittoria in ricordo della fine della Seconda Guerra mondiale.
«Anche ora in questi giorni – ha aggiunto Putin – voi combattete per la nostra gente nel Donbass, per la sicurezza della nostra patria. La Russia è sempre stata favorevole alla creazione di un sistema indivisibile per la sicurezza, ma la Nato non ha voluto ascoltarci. L’aggressione nelle nostre terre storiche della Crimea è stata una minaccia ai nostri confini, inammissibile per noi. Il pericolo è cresciuto ogni giorno, il nostro è stato un atto preventivo, una decisione necessaria e assolutamente giusta». Una delegazione di veterani americani della Seconda guerra mondiale «avrebbe voluto venire a Mosca per partecipare alle celebrazioni per la sconfitta del nazismo, ma è stato loro vietato di farlo». «L’orrore di una guerra globale non si deve ripetere» ha detto Putin, sottolineando che con l’attacco all’Ucraina Mosca ha risposto ad «una minaccia diretta vicino ai confini russi», perché «un attacco era stato preparato, anche alla Crimea».
Mentre gli occhi del mondo sono tutti orientati sulla Piazza Rossa di Mosca, celebrazioni per il Giorno della Vittoria sono previste in tutta la Russia e nella città dell’estremo oriente russo di Vladivostok sono già iniziate. Lo riporta la Bbc, pubblicando alcune foto della parata. Si vedono una folla di cittadini, molti con in mano cartelli con le foto dei parenti che hanno combattuto durante la seconda guerra mondiale, la sfilata dei soldati con la bandiera dell’Urss e il passaggio dei mezzi militari.
Intanto Zelensky chiede al G7 che i russi si ritirino «da tutta l’Ucraina» e i leader riaffermano che Putin «non deve vincere» perché “ha violato l’ordine internazionale basato sulle regole, in particolare la Carta delle nazioni Unite, concepita dopo la Seconda Guerra Mondiale per «risparmiare alle successive generazioni la piaga della guerra». Occidente e Giappone si impegnano a mettere al bando il petrolio russo, sebbene con gradualità, e si preparano ulteriori sanzioni, dal Regno Unito anche nei confronti della Bielorussia. Ieri a Kiev Jill Biden e Justin Trudeau, che promette altri 40 milioni di dollari di aiuti militari.
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