CROTONE L’Agenzia delle entrate dovrà restituire i soldi «ingiustamente pretesi» dai dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone. A stabilirlo è stata la Sezione tributaria della Corte di Cassazione. La notizia è stata diffusa dall’avvocato Sandro Cretella, che ha rappresentato legalmente alcuni dirigenti dell’Asp pitagorica, che hanno voluto intraprendere l’azione legale contro le «ingiuste pretese» dell’Agenzia delle entrate. La somma complessiva incassata “ingiustamente” dall’Agenzia dell’entrata è di quasi 10 milioni di euro, soldi pretesi nei confronti di 458 dirigenti dell’Asp di Crotone.
La decisione che pone fine ad un lungo contenzioso è stata assunta dalla Corte di cassazione. Il contenzioso, in parte ancora in corso, ha visto prevalere la tesi dei dirigenti (medici, sanitari e amministrativi) in base alla quale «alcuni importi ottenuti dall’Asp di Crotone fra il 2008 ed il 2010 a titolo di risarcimento per la mancata attivazione dell’intero sistema della retribuzione di risultato, non avrebbero dovuto essere tassati».
Invece, a decorrere dall’anno 2014, l’Agenzia delle entrate «aveva dato avvio ad un’imponente attività di accertamento a seguito della quale aveva notificato a tutti i dirigenti dell’Asp centinaia di avvisi di accertamento contenenti la richiesta di imposte, interessi e sanzioni».
Contro questa richiesta è seguito un altrettanto imponente fronte contenzioso che ha interessato tutte le commissioni provinciali tributarie della Calabria e la Commissione tributaria regionale della Calabria. Ci sono state una serie di sentenze di segno opposto, fino a quando, nei giorni scorsi, la Sezione tributaria della Corte di Cassazione, ha impresso il proprio definitivo orientamento dando ragione ai contribuenti ricorrenti.
Le prime 4 sentenze rese su ricorsi proposti dall’avvocato Cretella, sono state decise nei giorni scorsi e stabiliscono come chiarisce lo stesso legale, «attraverso articolato ragionamento destinato a fare giurisprudenza, il principio secondo cui il danno risarcito si atteggia quale “danno da perdita di chance” ed in quanto tale è totalmente esente da imposizione tributaria».
Dal canto suo l’Agenzia dovrà provvedere alla restituzione di tutti gli importi indebitamente versati all’erario a titolo provvisorio. Il beneficio, però, lo avranno esclusivamente i dirigenti dell’Asp che, “con caparbietà”, hanno proseguito nell’azione fino al terzo grado di giudizio.
Per tutti gli altri che non si sono opposti, oltre il 50% degli interessati, «il mancato avvio o la mancata prosecuzione del giudizio ha comportato l’obbligo di pervenire al pagamento delle somme richieste, senza possibilità di ottenerne più la restituzione». (redazione@corrierecal.it)
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