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Un’altra “diffida” al comune di Corigliano Rossano: la Regione chiede spiegazioni sul Psa della Sibaritide

Lo strumento urbanistico che associa Corigliano Rossano, Crosia, Cassano e Calopezzati è partito nel 2006. La patata bollente è ora in mano a Stasi

Pubblicato il: 16/05/2022 – 17:45
Un’altra “diffida” al comune di Corigliano Rossano: la Regione chiede spiegazioni sul Psa della Sibaritide

CORIGLIANO ROSSANO Un’altra “diffida” è giunta nei giorni scorsi, al comune di Corigliano Rossano. Dopo la sollecitazione inviata dal Ministero dell’Interno per la mancata adozione dello statuto comunale, questa volta è la Regione a richiamare il comune di Corigliano Rossano e gli altri enti locali che ne fanno parte, per l’approvazione del Piano strutturale associato della Sibaritide. Ovvero lo strumento di programmazione urbanistica che associa i comuni di Corigliano, Rossano, Cassano, Crosia e Calopezzati.
Una sorta di enorme “piano regolatore” che disegna un’area vasta da 549 chilometri quadrati nei quali vivono 110mila abitanti: geomorfologicamente una lunga “elle” nel cuore della Sibaritide.
A seguito della “diffida”, invita lo scorso 4 aprile (protocollata in comune il 13 aprile) dal Dipartimento Territorio e tutela dell’ambiente, Settore Urbanistica, vigilanza, edilizia, rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile, l’amministrazione coriglianorossanese ha convocato per oggi pomeriggio la seduta di Commissione consiliare urbanistica, ma fuori tempo massimo. La missiva inviata dagli uffici regionali richiedeva «di voler comunicare, entro dieci giorni dal ricevimento della presente, lo stato dell’arte relativo alla redazione del Piano» e sollecitava «la prosecuzione dell’iter di formazione ed approvazione del Piano, avvalendosi dell’ausilio delle strutture tecnico-burocratiche degli uffici regionali al fine di dirimere eventuali criticità riscontrate». Dal giorno in cui la comunicazione della Regione è stata protocollata in comune è, però, già passato oltre un mese.
Lo strumento urbanistico, il cui iter di elaborazione è iniziato nel 2006, potrebbe considerarsi obsoleto, giacché non contempla quanto nel frattempo è accaduto in questo lunghissimo lasso di tempo sul territorio, ovvero – ad esempio – la fusione dei comuni di Corigliano e Rossano e la programmazione urbanistica che ne conseguirebbe, l’approvazione della legge regionale di istituzione del nuovo comune che prevede la cittadella dei servizi in contrada Insiti, il nuovo tracciato della statale 106 proposto da Anas, la nuova mappatura del Piano di assetto idrogeologico o Piano di gestione rischio alluvione come quello verificatosi nel 2015, le cui cicatrici sono ancora ben visibili sul territorio.
Negli anni scorsi il Psa della Sibaritide, mai approvato definitivamente ma tanto discusso dai comuni, in decine di riunioni con le associazioni di categoria, era stato presentato anche con un sito internet il cui dominio è ormai scaduto (http://www.psasibaritide.it/).
Il Piano strutturale della Sibaritide sembra giacere nei cassetti del comune dal 2015, anno in cui si registrano gli ultimi sussulti.
A proposito di comuni, gli altri enti locali associati a Corigliano Rossano che hanno concluso la loro parte di iter d’approvazione, pare non abbiano gradito né la “diffida” né gli enormi ritardi accumulati in attesa degli sviluppi coriglianorossanesi.
Adesso, dopo sedici anni, la patata bollente è tutta nelle mani dell’Amministrazione Stasi. Difficile a questo punto, ipotizzare dei tempi certi – come richiesti dalla Regione – tra l’aggiornamento al piano, i lavori di commissione e la successiva approvazione in Consiglio comunale, che apriranno la partita sul piano politico. (l.latella@corrierecal.it)

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