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l’udienza

Inchiesta sul ponte Morandi, i ministeri di Interno e Finanze e la Regione sono parti civili

Tra gli imputati, due imprenditori lametini, un ex finanziere della Dia, un ingegnere dell’Anas. Le accuse sono aggravate dal metodo mafioso

Pubblicato il: 02/06/2022 – 7:10
di Alessia Truzzolillo
Inchiesta sul ponte Morandi, i ministeri di Interno e Finanze e la Regione sono parti civili

CATANZARO Si sono costituiti parte civile il ministero degli Interni, il ministero delle Finanze, con l’Avvocatura dello Stato, e la Regione Calabria nel corso della prima udienza del processo, con rito ordinario scaturito dall’inchiesta “Brooklyn” incentrata sui presunti illeciti commessi nel corso nei lavori di manutenzione straordinaria del ponte “Morandi” e di un tratto della strada statale 280 “dei Due Mari”.
Gli imputati davanti al Tribunale collegiale sono l’ingegnere dell’Anas Franco Pantusa, 39 anni di Cosenza; gli imprenditori del Lametino Eugenio e Sebastiano Sgromo, l’ispettore della guardia di finanza Michele Marinaro (già coinvolto nell’operazione Rinascita Scott), la collaboratrice degli imprenditori Rosa Cavaliere, l’ingegnere dell’Anas Silvio Baudi, il geometra Gaetano Curcio e la società Tank srl.
Sono accusati, a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori, auto-riciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso.
Nel corso della prima udienza dibattimentale le difese hanno sollevato alcune questioni preliminari riguardanti la incompetenza per territorio del Tribunale di Catanzaro, la nullità del decreto che dispone il giudizio e la nullità di alcuni atti di indagine.
Il Tribunale scioglierà la riserva sulle questioni preliminari alla prossima udienza fissata per il 15 giugno.
Il collegio difensivo è costituito dagli avvocati Carlo Petitto, Lucio Canzoniere, Aldo Ferraro, Massimiliano Carnovale, Saverio Pittelli, Francesco Gambardella, Enzo Galeota, Gianni Russano, Giuseppe Fonte, Antonella Canino.

La vicenda

Le indagini, dirette dalla Direzione distrettuale antimafia, guidata da Nicola Gratteri, e delegate alla Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno permesso di acquisire gravi indizi a carico dei due imprenditori operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori stradali, che, consapevoli del rischio di incorrere in misure di prevenzione di natura patrimoniale, hanno costituito delle società intestandole fittiziamente a una loro collaboratrice, pur mantenendone il controllo di fatto.
Una di queste società, la Tank srl, si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della Strada Statale 280 “dei Due Mari”. L’attività investigativa ha delineato un grave quadro indiziario, a carico degli imprenditori Sgromo, titolari “di fatto” dell’impresa aggiudicataria dei lavori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e dell’ingegnere dell’Anas Baudi, impiegavano nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato.
L’ispettore della Guardia di Finanza Marinaro, già coinvolto nell’operazione “Rinascita-Scott”, è ora imputato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d’ufficio per fatti commessi quando era in servizio presso la Direzione investigativa antimafia di Catanzaro.
Pantusa in veste di progettista, avrebbe omesso di depositare al Servizio Tecnico regionale, la denuncia e il progetto dei lavori per il ripristino di alcuni muri sulla statale 280. Inoltre non avrebbe acquisito, prima dell’inizio dei lavori, l’autorizzazione sismica. Ora è accusato di violazione del testo unico sull’edilizia. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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