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La sofferenza del sistema delle autonomie in Calabria: «Fragili condizioni di bilancio dei Comuni»

Le difficoltà degli enti locali nell’ultimo monitoraggio della Banca d’Italia: oltre la metà in disavanzo elevato, si scontano debolezze strutturali

Pubblicato il: 21/06/2022 – 7:08
La sofferenza del sistema delle autonomie in Calabria: «Fragili condizioni di bilancio dei Comuni»

«Nonostante l’evoluzione favorevole dell’ultimo anno, le condizioni di bilancio dei Comuni calabresi permangono fragili». L’ultimo rapporto annuale della Banca d’Italia-Filiale di Catanzaro conferma la situazione di grandissima difficoltà e di grandissima sofferenza degli enti locali in Calabria, esemplificata da un dato riportato dall’istituto, e cioè il numero di Comuni in disavanzo elevato al 2020, numero pari a oltre la metà (222, in calo rispetto all’anno precedente ma sempre altissimo). «All’inizio del 2021 – scrive Bankitalia – gli enti territoriali calabresi hanno evidenziato, nel complesso, un ampio disavanzo. Una quota minoritaria del disavanzo complessivo è imputabile alla Regione Calabria; in termini pro capite è pari a 56 euro, in aumento rispetto al bilancio precedente (46 euro) ma inferiore alla media delle Regioni a Statuto ordinario. Tale disavanzo deriva prevalentemente dall’accantonamento per la restituzione delle anticipazioni di liquidità ricevute dallo Stato per il pagamento dei debiti commerciali, incluse quelle per la sanità. La situazione di bilancio degli altri enti territoriali – prosegue il report della Banca d’Italia – risulta invece peggiore delle Regioni a Statuto ordinario, in particolare per i Comuni. Tale comparto risente di alcune fragilità strutturali, fra cui la dimensione contenuta delle basi imponibili e le difficoltà di riscossione dei tributi locali che limitano l’entità delle disponibilità di cassa; a questi elementi si è aggiunta dal 2016 l’introduzione di nuovi principi contabili, che hanno contribuito all’emergere di criticità pregresse manifestatesi con un peggioramento degli equilibri di bilancio. Nel 2020 gli equilibri di bilancio hanno beneficiato degli interventi governativi di contrasto agli effetti dell’emergenza sanitaria: l’erogazione di trasferimenti erariali a ristoro del calo di entrate proprie e a sostegno delle maggiori spese, ha determinato una maggiore disponibilità di cassa per gli enti calabresi». Per la Banca d’Italia «il miglioramento degli equilibri di bilancio ha beneficiato inoltre di interventi governativi volti a mitigare gli effetti dovuti all’interpretazione più restrittiva di alcune regole contabili. A seguito di tali interventi, rispetto al 2019, la parte disponibile del risultato di amministrazione dei Comuni calabresi è aumentata complessivamente di circa 318 milioni di euro. Il miglioramento si è tuttavia tradotto in un passaggio dallo stato di disavanzo a quello di avanzo solo per un numero limitato di enti; in un numero maggiore di casi, ha riguardato la fuoriuscita da una condizione di disavanzo elevato».

La situazione dei Comuni in Calabria secondo Bankitalia

La Banca d’Italia comunque evidenzia: «Nonostante l’evoluzione favorevole dell’ultimo anno, le condizioni di bilancio dei Comuni calabresi permangono fragili. Solo un terzo degli enti è riuscito a conseguire un avanzo (l’81 per cento nelle Regioni a Statuto ordinario), mentre la quota rimanente ha evidenziato un disavanzo di gran lunga superiore al resto del Paese (806 euro pro capite contro 520 euro nella media dei Comuni in disavanzo delle Regioni a Statuto ordinario); quasi i tre quarti della popolazione vive in enti con elevati disavanzi (contro meno di un quinto nella media delle Regioni a Statuto ordinario). Le fragili condizioni finanziarie degli enti locali calabresi si riflettono inoltre sull’applicazione della disciplina degli avanzi potenzialmente spendibili, introdotta alla fine del 2018. Secondo nostre stime basate su una percentuale di spendibilità intermedia dei fondi accantonati e vincolati, gli avanzi potenzialmente utilizzabili per finanziare nuove spese erano sensibilmente inferiori a quelli delle altre Regioni a Statuto ordinario (rispettivamente 149 e 248 euro pro capite) e condizionati inoltre dalla bassa disponibilità di cassa che ne riduce l’entità (108 euro pro capite, contro 224 euro nella media delle Regioni a Statuto ordinario)».

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