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il penultimo treno

Cis: svelati i “segreti di bellezza” della Calabria

Passata l’esaltazione e accantonata la delusione di chi è tornato a casa a mani vuote, è già tempo di fare i conti con le perplessità che accompagnano questa prima, ricca tranche di finanziamenti. …

Pubblicato il: 22/06/2022 – 17:05
di Giorgio Curcio
Cis: svelati i “segreti di bellezza” della Calabria

LAMEZIA TERME Di ultimi treni, espressione cara ai politici in terra bruzia, la Calabria è ricchissima, la storia è lunga e si accompagna a risorse straordinarie condite da annunci, spesso con il sapore di ricchi premi e cotillons. Una smisurata quantità di soldi sintetizzati, quasi sempre, da imperscrutabili acronimi, POR, PSR, FSE, FESR giusto per citarne alcuni, buon ultimo ma estremamente più ricco l’ormai celeberrimo PNRR.  Chissà come li avrebbe messi in fila Rino Gaetano con la melodia di «non te reggae più».

I fondi

Ed a proposito di acronimi quello al centro dell’attenzione nelle ultime ore è il CIS che sta per Contratto Istituzionale di Sviluppo e porta con sé una piaggia di soldi, 3,5 miliardi per 890 interventi su tutto il territorio regionale. 110 sono già stati selezionati con “priorità alta” e riceveranno subito un finanziamento pari a 226,97 milioni di euro provenienti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Calabria, dunque, pronta a prendere uno dei tanti “ultimi” treni e riscrivere la propria storia con il sostegno – fra gli altri – del ministero per il Sud.

L’evento a Tropea

E mentre la partecipazione a Tropea di Mara Carfagna è stata solo in video collegamento, a sopperire alla sua assenza la sottosegretaria per il Sud e la coesione territoriale Dalila Nesci. La grillina calabrese, che detiene la delega a questo CIS, travolta evidentemente dell’emozione al punto di sbagliare spesso cifre e contenuti, ha fatto gli onori di casa nella sua Tropea che, insieme a Vibo Valentia, a cui è strettamente legato l’altro esponente di Forza Italia, il deputato Giuseppe Mangialavori, è tra quelle che ha ricevuto il finanziamento più cospicuo: ben 5 milioni di euro per il porto integrato in una provincia, quella vibonese, ad essere tra le più “finanziate”, almeno in questa prima fase.

I penultimi treni

Ed a proposito dei famosi “ultimi” treni, da vent’anni circa rivelatisi sempre penultimi, su quello del Cis a staccare il biglietto e salire in prima classe sono stati in 110 ma passata l’esaltazione e accantonata la delusione di chi, una volta arrivato a Tropea, è ritornato a casa a mani vuote, è già tempo di fare i conti con le perplessità che accompagnano questa prima, ricca tranche di finanziamenti. Il titolo del Cis Calabria era, d’altro canto, audace ed ammiccante rispetto ad una regione che si vanta della propria storia e dei propri suggestivi luoghi, “Svelare bellezza” era infatti il punto cardine ma scorrendo l’elenco dei progetti finanziati si scoprono progetti che di “bello” nel senso proprio del termine paiono avere solo il titolo.

L’archeologia e gli scavi dimenticati

A godere dei finanziamenti in questa prima tranche a “priorità alta” sono solo tre siti meritevoli di essere sempre più svelati per la loro incontestabile bellezza: il parco archeologico e naturalistico di Casabona con 2,8 milioni di euro; l’area archeologica di Locri-Epizephiri con 2,9 milioni di euro e il sito archeologico di Sant’Elia Speleota per 1,6 milioni. Neanche un euro per la valorizzazione di altri parchi, così come per eventuali e possibili lavori di scavo che, questi sì, consentirebbero, di svelare immesse ricchezze che giacciono, e sono note, sotto una coltre di terra e disattenzione pluridecennale. Quattro, in tutto, i musei finanziati: quelli di Arena, Campana, Crosia e Lungro.

Le coste e i fondali marini

E che dire poi del mare calabrese, lo stesso che se da una parte continua ad alimentare preoccupazioni per la sua condizione dall’altro, inquinamento o no, conserva sui suoi preziosissimi fondali autentici tesori della storia magnogreca e romana. Solo uno dei progetti si occuperà di riqualificare l’accesso alle spiagge, a Parghelia, nel Vibonese, con 3,1 milioni di euro. Cosa ben diversa per il turismo di lusso e per le infrastrutture portuali, tre i progetti in evidenza a Soverato, 1,6 milioni di euro per l’interporto di area urbana, a Tropea, 5 milioni di euro per il porto integrato, a Vibo Valentia, 8 milioni di euro per il retroporto.

I progetti creativi

Ma l’oscar della bellezza e della creatività va senza dubbio a Capistrano, che la spunta con un progetto da due milioni di euro per una “cestovia biposto”, un poligono di tiro e aree pic-nic. Esultante su Facebook il primo cittadino del piccolo centro del vibonese che scrive e precisa: «È iniziato tutto per provocazione. (…) una funivia con annessa pista sciistica artificiale». A Capistrano, insomma, il Cis garantirà tutta la bellezza possibile, un comodo sorvolo, qualche colpo da sparare, comode sedute di pic-nic e per i più temerari persino una sciata. Inforcare gli scii sarà forse possibile anche a Taverna che, per le bellezze da svelare, ha ottenuto il finanziamento per valorizzare la stazione sciistica. 2 invece i milioni per il recupero delle “vocazioni identitarie” del comune di Ricadi, evidentemente perdute, ma la vera speranza è che a Casignana le “Luci d’arte e storia”, finanziate con 1,8 milioni di euro, illuminino anche la Villa romana, i famosi mosaici e il borgo antico.  Si punta sul turismo religioso, invece, a Paterno Calabro (2,4 milioni) e San Mauro Marchesato (1,4 milioni) mentre è “salva” la cultura arbëreshë tutelata da ben quattro progetti tra Caraffa, Cerzeto, Lungro e Marcedusa per un totale di oltre 5,2 milioni di euro.

Le occasioni mancate

Nel lungo, e a tratti sorprendente elenco, mancano all’appello ed inspiegabilmente i grandi centri come Cosenza e Reggio Calabria, con la città metropolitana già sul piede di guerra per l’esclusione mentre Crotone è riuscita ad ottenere l’ennesimo finanziamento da 6,2 milioni di euro per la piscina ex-Coni. Occasione mancata anche per la città di Lamezia Terme che di progetti di riqualificazione ne avrebbe un enorme bisogno: dal Castello Normanno al parco archeologico, dal Bastione di Malta alla costa con l’unione tra i due lungomari. Infine, la considerazione che più d’uno solleva, il Cis raccomandava la progettazione di interventi il più possibile ampi con “unione e valorizzazione di macroaree”, più comuni insieme con una logica comprensoriale proprio per evitare lo stillicidio di risorse del passato. Ma in Calabria, è cosa nota, si preferisce correre da soli. E allora via, tutto cambi (forse) perché nulla cambi. (redazione@corrierecal.it)

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