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Lamezia accoglie il nuovo vescovo Serafino Parisi. «Il nostro obiettivo è il bene comune» – VIDEO E FOTO

Accolto in Comune da sindaci e istituzioni. Poi il messaggio: «Stimolare una fede che sia aderente alla vita e alla storia»

Pubblicato il: 09/07/2022 – 14:26
di Giorgio Curcio
Lamezia accoglie il nuovo vescovo Serafino Parisi. «Il nostro obiettivo è il bene comune» – VIDEO E FOTO

LAMEZIA TERME Un sabato estivo inaspettatamente mite, tanti bambini e palloncini colorati e la presenza delle istituzioni cittadine. È stato accolto così il nuovo vescovo di Lamezia Terme, Serafino Parisi, arrivato al Comune lametino nella seconda tappa prevista nel cammino di oggi e che lo porterà fino alla concelebrazione di questa sera che segna l’inizio del ministero episcopale.
Dopo la visita in ospedale, la stretta di mano con il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, quasi a suggellare simbolicamente la collaborazione tra la Chiesa e il mondo politico e l’intera comunità della diocesi lametina, che ha dovuto salutare qualche settimana fa l’ormai ex vescovo Giuseppe Schillaci, volato nella sua Sicilia.

«Il nostro obiettivo deve essere ed è il bene comune»

Il compito di mons. Parisi è di quelli gravosi per una comunità impegnativa, composta da 25 Comuni, oltre 135mila anime e 63 parrocchie. Presenti questa mattina nell’aula intitolata recentemente al vescovo Renato Luisi numerose figure istituzionali: dal procuratore di Lamezia, Salvatore Curcio, ai sindaci del comprensorio, esponenti delle forze armate e di polizia, i deputati Giuseppe D’Ippolito, Domenico Furgiuele e Silvia Vono e le consigliere regionali Amalia Bruni e Valeria Fedele. Dopo i saluti e i ringraziamenti, è stato proprio mons. Serafino Parisi a prendere la parola: «Esprimo – ha detto – tutta la mia gratitudine a voi che oggi mi accogliete in questa aula e soprattutto a voi che siete qui presenti a nome personale ma anche come simbolo, segno, di altre realtà che a voi fanno riferimento e con voi sono legate. A tutti loro va il mio pensiero di apprezzamento e ringraziamento, compresi i sindaci e tutte le autorità». «Dobbiamo, dentro questo senso della memoria da recuperare, incidere nella storia un solco di speranza, e pensavo che la più grande condanna è quella dell’oblio, cadere nell’oblio ovvero non avere più elementi di riferimento, come se il passato non ci fosse mai stato, come se dovessimo subire il presente e non avere futuro». «Una riflessione di grande attualità – ha detto Parisi nel corso del suo intervento – perché dato che la storia la dobbiamo subire, allora vale la pena viverla, buttarsi dentro ed è questa la prospettiva con la quale io mi sento di instaurare con voi questo grande dialogo costruttivo. Certamente nella differenza dei ruoli, delle sensibilità, abbiamo un obiettivo comune che, in termini generali, è quello del bene comune. Penso che la grande profezia che noi possiamo mettere dentro questa nostra terra è di trasformare tutto ciò che viene percepito di interesse individualistico, per il quale siamo disposti a tutto, in parola profetica per il bene comune».

«Stimolare una fede che sia aderente alla vita e alla storia»

Il messaggio lanciato dai banchi del Consiglio comunale è forte e chiaro, rivolto ai fedeli, ma anche a chi non crede, richiamando all’obiettivo del bene comune. «La prima parola “rivoluzionaria” è quella della persona umana, la seconda è la Comunione. Ma la logica che deve mutare è quella di non lavorare per me, ma per il bene di tutti, e tutto ciò che faccio per il bene comune avrà una ricaduta positiva anche su di me, questa è la grande strategia». «Rispetto la posizione del non credente che darà comunque il suo contributo perché questa è ricchezza per noi, la differenza delle posizioni è fondamentale per la non omologazione che non serve a nulla. C’è la necessità di proporre una fede certamente estroversa ma al tempo stessa che non sia schizofrenica. Pur rispettando coloro che non credono, io però devo dal mio punto di vista “stimolare” come pastore una fede che sia aderente alla vita, alla storia».

Mascaro: «Consegniamo a lei questo vasto territorio»

Nel corso della mattinata è intervenuto anche il primo cittadino di Lamezia, Paolo Mascaro: «Ho l’orgoglio di rappresentare i 25 Comuni della Diocesi, 135 mila persone, 865km quadrati di territorio e 63 parrocchie. Ho l’orgoglio di rappresentare, oggi, un territorio che ha tanto bisogno di poter crescere, denso intrinsecamente di contraddizioni e dove esiste il meglio ma anche nel quale persistono ataviche criticità». «Oggi abbiamo voluto in questa sala spalancare le braccia di questo territorio vasto, esteso, poliedrico e variegato. Lo abbiamo fatto con amore ed emozione, quella stessa emozione che ho provato quando sabato scorso ho incontrato il suo sguardo, ho incontrato lo sguardo di una persona che ha la ferma determinazione di poter incidere nel corso della storia, in quello che è il corso di una vita della comunità. Noi oggi accogliamo un pastore di anime e consegniamo, a lei, questo vastissimo territorio».

Curcio: «Le auguro di poter pascere al meglio il suo nuovo gregge»

Poi il messaggio anche del procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio: «Io le auguro, dal profondo del cuore, riportandomi all’ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni, quando narra dell’ultima apparizione del Cristo sul lago di Tiberiade agli apostoli, le auguro di essere un apostolo appassionato, e di poter pascere al meglio il suo nuovo gregge, aiutandoci a indirizzare le nostre esistenze e lasciare un segno indelebile del nostro passaggio su questa Terra». (redazione@corrierecal.it)

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