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l’editoriale

Un “mare” di illegalità

Perché è così difficile ammettere che esiste ancora un “mare” di illegalità? A Falerna e Gizzeria, sabato e domenica, il mare non era balneabile per quelle che sono apparse come le solite e puntua…

Pubblicato il: 13/07/2022 – 7:05
di Paola Militano
Un “mare” di illegalità

Perché è così difficile ammettere che esiste ancora un “mare” di illegalità? A Falerna e Gizzeria, sabato e domenica, il mare non era balneabile per quelle che sono apparse come le solite e puntuali strisce di liquami per giunta maleodoranti, e negare l’evidenza non gioverà di certo alle due comunità, ai bagnanti delle seconde case e al turismo.
Prendersela poi con le correnti, con la casualità e con le sfortunate coincidenze è come ostinarsi a voler nascondere la polvere sotto il tappeto per salvare solo la faccia e la fascia.
Il modo più semplice di risolvere un problema non può essere quello di negare che esista.
Al di là, infatti, di un sistema di depurazione gravemente insufficiente perché molti impianti funzionano male o per niente, a inquinare è anche la moltitudine di reticoli di condotte (r)esistenti – nella gran parte dei comuni costieri – non allacciate alle fognature che scaricano direttamente in mare e i continui sversamenti illegali di residui in fiumi e fossi che vanno sempre e comunque a finire in mare.

Naturalmente in questi casi, i sindaci (fatte le dovute eccezioni) anziché far rispettare le regole – l’architrave della società civile – aspettano che siano le Procure a scovare i fanghi che tracimano dalle vasche degli impianti di depurazione o quelli smaltiti nei terreni agricoli o solo Dio sa dove. A scovare tutte le condotte abusive che dall’entroterra calabrese si riversano in mare e tutte quelle sottomarine che – in caso di mareggiate – riemergendo, scaricano liquidi contaminati: dove? Sempre in mare.
A certificare un simile modus operandi, ogni anno c’è il rapporto di Legambiente che «nella classifica del mare illegale colloca la Calabria al 5° posto con 4.629 illeciti di cui 1.850 reati e 2.525 infrazioni amministrative e al 6° posto nella classifica del mare inquinato con 1.045 illeciti di cui 509 reati e 536 infrazioni amministrative».
Sono questi dati a «creare sconcerto e preoccupazione» e ad «attentare» mettendo a serio rischio la salute di un mare ricco e troppo prezioso per la Calabria. Delle sue coste – già deturpate dall’abusivismo edilizio – e delle sue spiagge, alcune erose e sommerse come accaduto proprio a Falerna e a Gizzeria.
Non c’è più alibi che tenga, tantomeno quello vecchio e logoro dello scaricabarile, delle polemiche sterili e inutili su tutto.
Ognuno è chiamato a giocare il proprio ruolo perché la Calabria possa vedere finalmente l’altra faccia della luna. Perché domani non debba essere lo stesso giorno. (paola.militano@corrierecal.it)

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