COSENZA Goletta dei Laghi 2022 fa tappa in Calabria presentando i risultati delle analisi microbiologiche eseguite sui bacini lacustri silani: fortemente inquinato il punto campionato nel Lago Arvo, entro i limiti di legge i due punti campionati, invece, nei laghi Cecita e Ampollino. Oggetto dei monitoraggi del team di volontari e tecnici della campagna di Legambiente, come di consueto, sono generalmente canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento causato da cattiva depurazione o scarichi illegali arriva nei laghi. Novità di questa edizione, le analisi effettuate sui carichi di azoto e fosforo: in tutti e tre i laghi sono stati riscontrati valori di azoto superiori a quelli indicati per le acque idonee alla vita dei pesci ciprinidi; nitrati entro i limiti previsti dallo Standard di Qualità ambientale; fosfati oltre i valori di riferimento previsti per gli elementi fisico-chimici a sostegno del biologico, da utilizzare per la classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici lacustri.
Anche per il 2022, Legambiente ha inoltre elaborato uno speciale dossier di approfondimento sui laghi silani: un documento dettagliato con focus sulla storia e sulle caratteristiche degli ecosistemi lacustri della Sila, sulla depurazione nelle località turistiche del territorio e sui monitoraggi effettuati da Goletta dei Laghi nell’ultimo triennio nei bacini lacustri silani, includendo anche dieci proposte per una loro adeguata valorizzazione.
Anche quest’anno sono tre i laghi oggetto della campagna Goletta dei laghi 2022: Arvo, Cecita e Ampollino. I prelievi sono stati effettuati in un punto per ogni lago, il 18 luglio scorso: sono state svolte analisi microbiologiche e, per la prima volta, anche analisi chimiche. Andando nel dettaglio, sul Lago Arvo il prelievo è stato effettuato nel lago, accedendo dal lato nord del lungolago della località di Lorica, nel Comune di San Giovanni in Fiore (CS), ed è risultato “fortemente inquinato” alle analisi microbiologiche secondo il giudizio della Goletta dei laghi, confermando quanto emerso lo scorso anno. Per il Lago Ampollino, il punto di prelievo corrisponde al tratto di lago a cui si accede dalla Sp 61, all’altezza dell’ingresso villaggio Palumbo, in località Trepidò nel Comune di Cotronei (KR), ed è risultato entro i limiti alle analisi microbiologiche.
Stesso giudizio per il prelievo effettuato sul Lago Cecita, nel tratto di lago antistante centro visite Cupone, nel comune di Spezzano della Sila.
«Da tempo suggeriamo al Parco nazionale della Sila di avere una visione per gli ecosistemi lacustri che caratterizzano l’articolato paesaggio dell’area protetta e necessitano di un piano di gestione ad hoc. Gli esisti positivi della fruizione dei laghi silani dipendono da quanto sono approfonditi gli studi sulla biodiversità e il monitoraggio degli impatti antropici, ma soprattutto da come vengono gestite le attività produttive: agricole, allevamento, energia – dichiara Antonio Nicoletti, presidente del circolo Legambiente Sila -. I laghi silani sono bacini artificiali realizzati per la produzione di energia elettrica, caratteristica che, al momento, ha imposto a queste rinomate località turistiche (per scelta unilaterale delle società idroelettriche concessionarie) il divieto di balneazione. La balneabilità, tuttavia, garantirebbe il monitoraggio continuo della qualità delle acque e una maggiore prevenzione di forme di degrado degli ecosistemi lacustri che, è bene ricordarlo, sono parte integrante del Parco nazionale della Sila e di aree natura 2000. Al contempo, la gestione per usi irrigui delle risorse idriche deve essere in linea con le necessità di un settore agricolo che deve rispettare gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile al 2030. Migliorare l’impatto delle attività, con un maggiore apporto dell’agricoltura di precisione, in parte già operante in Sila, la riduzione di pesticidi e fitofarmaci per la produzione di punta e delle emissioni di CO2 degli allevamenti è un’operazione che si deve fare, soprattutto nelle zone vulnerabili ai nitrati di cui non si hanno dati scientifici ufficiali».
«I laghi dell’Altopiano della Sila, creati artificialmente da inizio ‘900, sono i più grandi bacini idrici della Calabria, un complesso ecosistema lacustre pienamente integrato nella natura in cui devono convivere diverse esigenze: dalla tutela della biodiversità alla fruizione turistica all’utilizzo per scopi agro-industriali delle acque – dichiara Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria -. Quest’anno abbiamo scelto di calibrare i nostri monitoraggi, che hanno rivelato persistenti criticità nei sistemi depurativi, non solo sui classici parametri di tipo microbiologico, ma anche sulle analisi dei carichi di azoto e fosforo per rammentare che la gestione per usi irrigui delle risorse idriche deve rispettare gli obiettivi al 2030 sul clima, sulla produzione sostenibile di cibo e sulla tutela della biodiversità. Siamo preoccupati dai valori di fosfati, nitrati e altri composti azotati che abbiamo rintracciato, la cui presenza indica che l’incidenza delle attività agricole e degli allevamenti può e deve essere migliorata».
«Chiediamo perciò agli organi competenti – prosegue Parretta – ulteriori monitoraggi sulla qualità delle acque, anche per rilevare la presenza di pesticidi, erbicidi e metalli pesanti, allargando la visuale ai contaminanti ambientali. I laghi sono ecosistemi chiusi che richiedono particolare cura. La nostra associazione ha sempre rilevato l’esigenza di salvaguardare gli ecosistemi lacustri quale chiave per il benessere della collettività e per creare occupazione di qualità, da contrapporre a un’idea di sviluppo basata sullo sfruttamento del territorio: un modello di sviluppo ‘verde’ che armonizzi le vocazioni territoriali, legando i diversi settori economici a partire dal turismo sostenibile e dall’agricoltura biologica, nel massimo rispetto dell’ambiente».
x
x