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l’arresto

Arrestato davanti al carcere di Siano: aveva droga, telefonini e una pistola a salve

Franco Tormento si stava recando a trovare il figlio detenuto. È stato fermato dai carabinieri. Ma il cerchio su questo arresto non è chiuso

Pubblicato il: 24/08/2022 – 19:16
di Alessia Truzzolillo
Arrestato davanti al carcere di Siano: aveva droga, telefonini e una pistola a salve

CATANZARO La notizia è di qualche giorno fa: l’arresto di un uomo di 62 anni davanti carcere di Siano per detenzione, ai fini dispaccio, di sostanze stupefacenti. Ma i risvolti di questa storia potrebbero essere ben più importanti di quanto il semplice fatto di cronaca non dia a vedere.
L’uomo, Franco Tormento, di Cosenza, incensurato, si era recato al carcere di Catanzaro dove è detenuto il figlio Pierpaolo. Il giovane ha precedenti per furti ed è stato arrestato perché non si era fermato a un posto di blocco. Inseguito dai carabinieri, Pierpaolo Tormento ha esploso un colpo di pistola per intimidire i militari e con questo gesto si è inguaiato ancora di più.
Quando Franco Tormento ha parcheggiato davanti al carcere ha fatto appena in tempo a scendere dall’auto che è stato subito raggiunto dai carabinieri della Sezione Radiomobile di Catanzaro. Il 62enne aveva in tasca 10 grammi di cocaina e nella cintura 100 grammi di hashish.
Non solo. Perquisendo l’auto i carabinieri hanno trovato, nascosti in apposite intercapedini, una quindicina di telefonini e una pistola a salve.
Parrebbe che subito dopo l’arresto Tormento abbia fatto qualche ammissione affermando che effettivamente stava per recarsi nel carcere di Siano dal figlio. Ma durante l’interrogatorio di garanzia il 62enne, difeso dall’avvocato Mario Scarpelli, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip ha confermato la custodia cautelare in carcere.
Come pensava Tormento di fare entrare in carcere la droga?
E quale era la destinazione finale dei telefonini e della pistola a salve?
Sono interrogativi ai quali gli inquirenti devono rispondere e sui quali le indagini, coordinate dalla Procura di Catanzaro, sono ancora aperte. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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