REGGIO CALABRIA Saranno condotte in maniera condivisa dalla Procura ordinaria della Repubblica di Reggio Calabria e dalla Dda le indagini relative all’intimidazione di cui è rimasto vittima il deputato uscente di Fi e ricandidato alle prossime elezioni Francesco Cannizzaro. Lo ha stabilito il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, che sta seguendo personalmente gli sviluppi. Anche se il fascicolo si trova sulla scrivania della Procura ordinaria, affidato al pm di turno Marco De Pasquale, il procuratore capo ha disposto un coordinamento condiviso con il sostituto della Dda Walter Ignazitto, in attesa di valutare se ci siano elementi per assegnare il caso alla Direzione distrettuale antimafia.
Al momento, gli investigatori non escludo alcuna ipotesi, e stanno cercando sia nel presente che nel passato, elementi che possano condurre ad ipotizzare un movente e da qui gli autori del gesto. Intanto, gli inquirenti hanno sentito tutti i possibili testimoni. Non solo il deputato di Forza Italia e i suoi collaboratori ma tutti i soggetti che si trovavano nelle vicinanze di via Quartiere militare, nelle vicinanze del Consiglio regionale, nel momento in cui sono stati esplosi i tre colpi di pistola, due dei quali sono rimasti bloccati all’interno del vetro rinforzato della segreteria.
Stando a quanto emerso dai rilievi della polizia scientifica, uno dei proiettili calibro 38, è riuscito a superare la vetrata, non blindata, ma ha subito perso potenza non provocando danni. Fortunatamente, infatti, nessuna delle persone all’interno della segreteria è stata ferita. Gli investigatori, inoltre, stanno visionando i filmati delle telecamere del Consiglio regionale e, proprio stamattina, stanno acquisendo i video delle telecamere private che potrebbero fornire maggiori dettagli. Si cerca di capire se chi ha sparato, lo ha fatto da un’auto o da un mezzo a due ruote e se, per farlo, si è avvicinato a piedi alla vetrata della segreteria politica. I proprietari degli esercizi commerciali e delle abitazioni della zona sono stati diffidati dal consegnare i filmati a persone diverse dalla polizia di stato.
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