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Elezioni, de Magistris presenta “Unione popolare”. «Nel nostro programma c’è la pace e la ridistribuzione delle ricchezze»

A Lamezia l’ex sindaco di Napoli illustra il programma e la ricetta contro i rincari: dialogare con la Russia e tassare gli extraprofitti

Pubblicato il: 30/08/2022 – 13:01
di Giorgio Curcio
Elezioni, de Magistris presenta “Unione popolare”. «Nel nostro programma c’è la pace e la ridistribuzione delle ricchezze»

LAMEZIA TERME Un ritorno in Calabria che, come rassicura lui stesso, di fatto non ha mai lasciato. Si presenta con il solito piglio e la consueta fermezza Luigi de Magistris, in campo alle prossime elezioni elettorali del 25 settembre con la lista “Unione Popolare”, dove peraltro lo stesso de Magistris è candidato capolista nella regione nella quale lo scorso ottobre si è candidato alla carica di presidente della Giunta, ottenendo oltre il 16% ed eleggendo due consiglieri regionali. E a Lamezia Terme, oggi, l’ex sindaco di Napoli ha presentato la sua squadra, ha illustrato i punti cruciali del suo programma elettorale e, soprattutto, ha ricorda il ruolo svolto finora dai due consiglieri regionali Antonio Lo Schiavo e Ferdinando Laghi, «l’unica vera opposizione in Consiglio al governo Occhiuto e ad una sinistra inesistente».  

Fuori dagli schemi

Ma, più di tutto, l’ex pm si è mostrato sicuro, forte anche del recente risultato elettorale in Calabria, ripartendo però da un punto indiscutibile: “Unione popolare” è «l’unica coalizione alternativa al consociativismo», e quindi fuori dagli schemi del centrodestra e del centrosinistra, del terzo polo formato da Calenda e Renzi e dal Movimento 5 Stelle. Anche perché, spiega de Magistris, «nel nostro programma c’è la pace perché la guerra è la principale responsabile del caro bollette e del carovita. C’è il programma ambientale per la ridistribuzione delle ricchezze perché chi ha tanto, deve aiutare chi sta in difficoltà, poveri, famiglia e aziende».

Le priorità del Sud

E, a proposito di Sud, per de Magistris le priorità sono tante, a partire dall’abolizione dell’autonomia differenziata «per l’equità sociale contro la penetrazione della mafia e della corruzione all’interno delle istituzioni». E poi ricostruire con credibilità «quello che gli altri hanno smantellato a cominciare dalla filiera dei diritti essenziali, penso alla sanità, la scuola oltre alla mobilità e alle infrastrutture». Impossibile per de Magistris non sottolineare il percorso politico svolto finora in Calabria. «Noi, quando entriamo nelle istituzioni, non tradiamo, siamo credibili e coerenti, non ci andiamo a sedere nel banchetto del compromesso morale e di questi saltimbanchi della politica che vediamo ogni giorno saltare da una parte all’altra per fare disfare alleanze. Vorrei ricordare che noi in piena estate per poterci presentare come “Unione Popolare” abbiamo raccolto 60mila firme tra ombrelloni, sentieri di montagna e città deserte».

Caro energia: stop alle armi e dialogo con la Russia

Tema dei temi, poi, è l’emergenza bollette e il caro gas. Una tenaglia che stringe l’Europa, complice gli oltre sei messi di guerra in Ucraina e il ricatto della Russia di Putin. Per de Magistris, però, il vertiginoso aumento del costo del gas «è un chiaro segno che c’è sicuramente una speculazione. Certo, la guerra è sicuramente la principale responsabile ed è per questo che non se ne parla più. Ma il governo Draghi e tutti i partiti non hanno fatto nulla per venire incontro a chi sta in difficoltà. Ni nel nostro programma indichiamo anche la ricetta, non solo quello di ritornare alla via diplomatica per porre fine alla guerra e ripristinare anche i rapporti con la Russia, quindi col gas russo, ma quello di andare a tassare veramente e non come fa il governo Draghi su al 25% tutti quelli che stanno guadagnando con la speculazione. Cioè, parliamo di extra profitti da 8 miliardi di euro, passiamo al 90%. Poi stop all’invio delle armi che significa recuperare un’altra quindicina di miliardi, poi andare a tassare rendite finanziarie e immobiliari e patrimoniali dei “super ricchi” che in questo momento devono dare alle persone in difficoltà, al ceto medio che non riesce arrivare alla fine del mese e alle aziende che rischiano». (redazione@corrierecal.it)

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