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Processo Bergamini, si torna in aula. Le testimonianze di Urban e Napolitano – VIDEO

Riprende, in Corte d’Assise a Cosenza, il processo sulla morte del calciatore del Cosenza Calcio. «Chi lo conosce sa cosa è successo»

Pubblicato il: 08/09/2022 – 16:47
Processo Bergamini, si torna in aula. Le testimonianze di Urban e Napolitano – VIDEO

COSENZA Riprende, in Corte d’Assise a Cosenza, il procedimento imbastito per far luce sulla morte di Denis Bergamini: calciatore del Cosenza morto nel novembre del 1989. Chiamati a testimoniare due ex compagni di Denis, Alberto Urban e Ugo Napolitano.

«Chi conosce Denis sa bene quello che è successo»

«Denis è stato sicuramente ammazzato», sostiene al Corriere della Calabria Alberto Urban, ex compagno di squadra di Bergamini. «Sono passati tanti anni, vorremmo subito avere giustizia e siamo qui a portare le nostre testimonianze. Speriamo possano aiutare a trovare la verità». La descrizione del calciatore morto a Roseto Capo Spulico è quella offerta da altri testimoni, amici e compagni di spogliatoio. «Un ragazzo solare che aveva voglia di vivere e di ottenere qualcosa di importante, anche nella sua carriera. Tutti i papà vorrebbero come figlio Denis. Noi eravamo molto legati», continua Urban. Che aggiunge: «Chi lo conosce sa bene quello che è successo. Io dico sempre che Denis non avrebbe mai lasciato il ritiro da solo andando contro una squadra. Speriamo di arrivare alla verità».

Quella sera in cui Denis non arrivò mai

«Il sabato si pranzava poi si andava a riposare e poi la sera si andava al cinema prima di cena. Dopo aver visto il film, chi arrivava tardi a cena pagava una multa. Quella sera Denis non arrivò mai», racconta Ugo Napolitano, difensore del Cosenza Calcio negli anni in cui Bergamini militava nel club rossoblù. «In quel momento non si pensava al suicidio, la domenica siamo scesi in campo contro il Messina e non so neanche come abbiamo fatto». Chi era Denis? «Un ragazzo eccezionale, scherzava e tirava sempre il gruppo, mi permetta la frase era un “rompipalle”. Incitava sempre i compagni». Sulle indagini. «Sono oltre 30 anni che la vicenda è aperta, come facciamo a farci un’idea?». (f.b.)

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