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L’esclusiva

Conte: «La Calabria è terra che chiede cambiamento. Pronti alla sfida»

La strategia del leader dei 5Stelle al Corriere: «Difendere il Reddito di cittadinanza, rendere strutturale la decontribuzione al Sud e più rinnovabili». E rivendica: «Grazie a noi Gioia, non è rim…

Pubblicato il: 15/09/2022 – 20:27
di Roberto De Santo
Conte: «La Calabria è terra che chiede cambiamento. Pronti alla sfida»

LAMEZIA TERME Non solo Reddito di cittadinanza, ma salario minimo e rilancio della “Decontribuzione Sud”. Rendendola una misura «permanente». Ed ancora «abolizione dell’Irap» come anche azioni più decise per rafforzare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, in un’intervista esclusiva al Corriere della Calabria, rilancia il programma della “sua” formazione politica in vista dell’appuntamento elettorale del 25 settembre prossimo. E sulla Calabria, l’ex premier in visita a Reggio, non ha dubbi: «È terra che chiede cambiamento». Per l’ex premier, la regione per agganciare lo sviluppo dovrà puntare sul «tessuto imprenditoriale calabrese sano e investire sul turismo sostenibile». Facendo leva sulle «risorse più importanti»: mare e risorse interne. Poi il leader 5Stelle rivendica le azioni portate avanti dal Movimento 5 Stelle per il porto di Gioia Tauro. Senza quelle, sottolinea Conte, «rischiava di diventare una cattedrale nel deserto».

Presidente gli ultimi sondaggi vedono il Movimento 5 Stelle in crescita e dal monitoraggio condotto dal Corriere della Calabria abbiamo registrato un trend che vi colloca al di sopra del Partito democratico nelle intenzioni di voto nella regione. Come lo interpreta?
«Non è mio uso fare previsioni, per cui lasciamo che gli elettori calabresi votino e valuteremo l’esito. Quel che è certo è che nel Movimento c’è un rinnovato entusiasmo e tanta voglia di lavorare per il bene del Paese. Certamente la Calabria è una terra che chiede un cambiamento: lavoro, giustizia sociale, legalità. Questi sono valori fondanti del Movimento 5 Stelle che sono al centro del nostro programma elettorale».

Ma il movimento dopo le lacerazioni interne, ha perso importanti pezzi anche in Calabria che rappresentavano il territorio. Si potevano evitare quegli strappi?
«Ciascuno è artefice delle proprie scelte. Alcuni hanno deciso di abbandonare le nostre battaglie e altri, come il dottor Roberto Scarpinato, hanno scelto di entrare nella nostra comunità. Oggi presentiamo una squadra di candidati competenti e motivati, in grado di affrontare i problemi dei cittadini italiani, e di quelli calabresi in particolare, e di proporre soluzioni efficaci».

E poi quella rottura con il fronte progressista e con il Partito democratico che vi aveva visti protagonisti anche alle ultime regionali in Calabria con una candidatura unica. C’è la possibilità di ricucire?
«Nei territori dove già governiamo con altre forze politiche, manterremo l’impegno preso con i cittadini. Sul piano nazionale, con questi vertici del Pd non ci sono margini per ricucire. La loro decisione di abbandonare il fronte progressista per abbracciare l’agenda Draghi è stata grave è incomprensibile».

I vostri detrattori segnalano che avete schierato “papi stranieri” alle prossime politiche. Cafiero de Raho e Scarpinato, seppure nomi di prestigio, non possono definirsi calabresi. Come replica?
«Avere candidati di questo spessore, con le loro competenze, è un valore enorme. I nostri candidati nelle liste in Calabria sono persone di indubbia capacità e rappresenteranno questo territorio con competenza e passione».

Sono tanti inoltre che imputano al Movimento di puntare solo sul Reddito di cittadinanza per conquistare il voto al Sud e in Calabria. E così?
«Assolutamente no. Il reddito di cittadinanza è una misura di civiltà importantissima attraverso cui lo Stato tende la mano ai cittadini in difficoltà e che difenderemo da chi, come la Meloni, vorrebbe cancellarlo. Ma la nostra proposta è molto più ampia: vogliamo introdurre il salario minimo garantito a 9 euro l’ora, rendere permanente la “Decontribuzione Sud”, una misura voluta dal Movimento che ha consentito alle aziende di assumere un milione e mezzo di lavoratori. Vogliamo andare incontro al tessuto produttivo abolendo l’Irap e tagliando in modo netto il cuneo fiscale. E puntiamo con decisione sulle fonti rinnovabili per dare all’Italia energia pulita e a basso costo».

Sappiamo che lei è capitato spesso in Calabria, anche prima della sua esperienza politica, e che per questo conosce bene la regione. Quali sono i punti di forza sui quali la Calabria dovrebbe puntare per recuperare il gap con il resto del Paese?
«Bisogna sostenere tutto il tessuto imprenditoriale calabrese sano e investire sul turismo sostenibile, per valorizzare le due risorse più importanti di questa terra: il mare e le aree interne. Tra i punti di forza aggiungo anche la possibilità di un maggiore investimento sulle energie rinnovabili».

Lei da presidente del Consiglio è sceso diverse volte in Calabria ed è un sostenitore del porto di Gioia Tauro. Perché nonostante le enormi potenzialità continua a non divenire una priorità nazionale?
«Con i governi che ho presieduto l’attenzione per la Calabria è stata sempre molto alta. Non fosse stato per l’impegno del Movimento, Gioia Tauro rischiava di diventare una cattedrale nel deserto. Da parte di altri c’è stata probabilmente miopia rispetto al potenziale di questo scalo, noi vogliamo riprendere il progetto di sviluppo e proseguire nel percorso avviato».

Ritornando sui temi della campagna elettorale. C’è stato un richiamo al “voto utile” contro la minaccia della vittoria delle destre. Perché invece un cittadino calabrese dovrebbe votare il Movimento 5 Stelle?
«Non chiediamo un voto utile, ma un voto giusto. Perché noi non dobbiamo favori a nessuno, per cui possiamo davvero difendere gli interessi dei cittadini. Il voto utile agitato come uno spauracchio è una falsità: le battaglie politiche si fanno presentando progetti e idee, non cercando di spaventare i cittadini. Chi agisce così significa che non ha altri argomenti, mentre noi ne abbiamo tanti. Siamo una forza politica che ha già dimostrato sensibilità e attenzione verso la Calabria. Soltanto riguardo al tema infrastrutture e trasporti, penso al citato porto di Gioia Tauro, agli investimenti sulla Statale 106, sugli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria, ai collegamenti ferroviari per la fascia jonica. C’è ancora tantissimo da fare ma bisogna proseguire lungo quel solco». (r.desanto@corrierecal.it)

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