È scontro in famiglia sulla salma dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena morto latitante a Dubai dopo essere stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. La seconda moglie Maria Pia Tropepi, in attesa di due gemelli, replica al figlio Athos, avuto da Matacena in prime nozze dalla conduttrice televisiva Alessandra Canale, che nei giorni scorsi aveva chiesto il rimpatrio della salma in Calabria, affermando, in una nota, che era desiderio del defunto essere cremato a Dubai e che sulla vicenda sarebbe in atto un conflitto di interessi.
«Le cause del suo decesso – scrive Maria Pia Tropepi – sono state certificate dal nosocomio degli Emirati Arabi presso il quale Amedeo è giunto ancora vivo, accompagnato dal personale sanitario che ho allertato appena colto dal malore. Amedeo Matacena era da tempo e notoriamente affetto da cardiopatia, ed è stato stroncato da un infarto del miocardio. Solo per il profondo amore che ci legava, intendo dare esecuzione alle sue volontà, tutelando, in ogni sede, sia i miei diritti di vedova ma soprattutto quelli dei nostri figli che stanno per arrivare. Nonostante questo mio momento di lutto, la vicenda sta assumendo strani toni, motivo per cui lo studio legale Hamdan Al Kaabi che mi rappresenta negli Emirati Arabi Uniti, ha già provveduto a trasmettere la dovuta documentazione e le necessarie informazioni al Consolato Italiano a Dubai allo scopo di prevenire eventuali azioni che vanno contro la volontà di Amedeo. Parenti con i quali – precisa la donna – mio marito aveva pubblicamente interrotto ogni rapporto, stanno addirittura cercando di avanzare dubbie richieste, contro ogni norma legale e di buon senso che si applichi sia in Italia che negli Emirati. Sarà dunque compito delle autorità locali, le uniche che vantano il possesso di ogni necessario documento, stabilire quale sarà, secondo la legge locale, la sorte che dovrà avere il corpo senza vita di Amedeo Raniero Matacena».
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