CATANZARO «La Lega ha confermato la presenza in Calabria come una realtà consolidata nel tempo e non come una meteora». Lo ha detto il deputato della Lega Domenico Furgiuele, rieletto alla Camera – nello “scomodo” collegio Sibaritide-Crotone – con le Politiche di domenica scorsa, parlando con i giornalisti a Catanzaro, a margine delle operazioni di voto per la presidenza della Provincia. Furgiuele ha commentato l’esito delle elezioni Politiche, rimarcando il dato del Carroccio in Calabria, a suo giudizio soddisfacente, ma preannunciando «sviluppi» nella gestione del partito con i prossimi congressi e rilevando che la sostituzione dell’assessore Minasi nella Giunta regionale «avverrà attraverso una discussione interna al partito». E ha ribadito le critiche, già espresse nello speciale elezioni de “L’altro Corriere Tv”, al reddito di cittadinanza, trasformato a suo dire dal M5S come «come voto di scambio politico».
«L’impegno continua ovviamente in base alle esigenze di questa fase storica, che sono essenzialmente il caro bollette, per le famiglie e le imprese, che devono tornare ad avere la possibilità di credere nella ripresa», ha osservato Furgiuele parlando della sua riconferma al Parlamento. Quanto alla Lega, per Furgiuele «ha confermato la presenza in Calabria come una realtà consolidata nel tempo e non come una meteora. Abbiamo quattro consiglieri regionali, un presidente del Consiglio regionale, un assessore e adesso può contare su tre parlamentari, due in più rispetto a prima. Quindi – ha proseguito il deputato della Lega – continuiamo quel percorso che abbiamo lasciato, bisogna semplicemente sostituire chi è stato eletto al Parlamento, quindi la postazione dell’assessore Minasi verrà riconfermata attraverso una discussione interna al partito». Secondo Furgiuele il calo della Lega in Calabria e in altre regioni ha motivazioni precise: «Aver partecipato a un governo di unità nazionale, con forze che non avevano nulla che spartire con noi, non ci ha aiutato. Nel 2018 abbiamo eletto un deputato, io, e un senatore che poi ha perso il seggio per un ricorso, oggi abbiamo tre eletti pieni, un senatore e due deputati, quindi se contano i numeri la Lega ha guadagnato rispetto al 2018. Quanto al radicamento, è evidente che i due anni di pandemia non hanno aiutato lo sviluppo di nessun partito. Quello che preoccupa – ha spiegato il parlamentare della Lega – è l’astensionismo: sempre di più si va allo scontro politico tra apparati e questo vuol dire che i partiti dovranno impegnarsi per ricostruire quello che hanno abbandonato, ovvero presenza territoriale caratterizzata dalle sezioni, dalla militanza, da tutto quello che è stato abbandonato nel nome di una presenza solo mediatica».
Uno sguardo al futuro del partito. «E’ stata la prima elezione post pandemica, tutti i partiti hanno sofferto, in modo particolare quelli territoriali come la Lega. Ma – ha affermato Furgiuele – questo mese di campagna elettorale, con quello che l’ha preceduto con la mia nomina a responsabile regionale della campagna elettorale, ha dimostrato che nei fatti c’è un tessuto che guarda con molta attenzione al nostro movimento. E il mio impegno da parlamentare, militante e dirigente, sarà quello di catalizzarlo in direzione di ramificare e cristallizzare in modo definitivo il partito in Calabria. C’è comunque grande soddisfazione: si rasenta il miracolo se penso a dove sono partito, da solo, al fatto che oggi siamo in procinto di eleggere il presidente della Provincia di Catanzaro con lo schieramento della Lega e la compattezza di tutto il centrodestra». Quanto a nuovi assetti nella Lega, per Furgiuele «a livello nazionale non ci saranno di sicuro, a livello territoriale – vale per tutte le regioni – sicuramente ci saranno sviluppi inevitabili con i congressi, che partiranno dai livelli cittadini».
Il reddito di cittadinanza in campagna elettorale si è rivelato «un ricatto politico», ha quindi concluso Furgiuele sostenendo che tra i nostri primi impegni oltre l’abbattimento delle bollette ci sarà quello di rimodulare un provvedimento che dovrà essere davvero nei fatti, e non nell’apparenza, di giustizia sociale e che non dovrà essere più uno strumento di ricatto nelle mani di chi come Conte si è riempito la bocca di legalità magari candidando anche persone che rappresentano in modo egregio la legalità ma che nei fatti sono state elette – politicamente parlando – con un voto di scambio politico». (c. a.)
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