Il comparto culturale è tra quelli che ha subito il contraccolpo peggiore dalla crisi economica legata alla pandemia da covid-19. E i deboli segnali di ripresa che cominciavano ad intravedersi sembrano essere messi a dura prova dai nuovi scenari di instabilità.
A confermarlo i risultati della ricerca Confcommercio-Swg presentata nel corso della prima giornata del Forum di Impresa Cultura Italia in corso a Roma.
Dall’indagine infatti emerge che nonostante la ritrovata normalità e l’accelerazione di quest’estate nella fruizione di eventi e spettacoli dal vivo, i consumi culturali sono ancora lontani da quelli che erano i livelli pre-Covid e la loro risalita appare lenta ed instabile. L’indice di misurazione infatti raggiunge nei primi 9 mesi del 2022 i 68 punti (9 in più sul 2021 e 12 sul 2020), ma rimane distante oltre 30 punti dal valore di riferimento del 2019.
Si riduce l’indice sul timore legato al Covid, ma nonostante questo la fruizione di beni e servizi culturali rimane più digitale, domestica e solitaria. In ogni caso, dopo il crollo visto aumenta la voglia di partecipare alle attività culturali all’aperto ma con ritmi diversi: crescono velocemente concerti e spettacoli all’aperto, crescono lentamente e in modo discontinuo cinema e teatro. A settembre il 17% degli italiani ha acquistato biglietti per visitare mostre, musei e siti archeologici così come per andare al cinema, l’11% per concerti (con una spesa media pro capite di oltre 22 euro in più rispetto a settembre 2021), l’8% per spettacoli all’aperto e il 6% per il teatro; tuttavia l’incertezza economica legata agli scenari attuali (guerra in Ucraina, caro energia e inflazione alle stelle) rischia di vanificare nei prossimi mesi la ripresa dei consumi culturali: in autunno la spesa media mensile per famiglia potrebbe aggirarsi attorno ai 46 euro, con una riduzione di oltre il 20% rispetto ai 58 euro di settembre. Ecco nel dettaglio i dati per ciascun comparto:
Evidente il cambiamento nei consumi televisivi a livello generazionale: tra gli ultrasessantenni tiene la TV generalista, ma tra i giovani quasi la metà del consumo televisivo è veicolato dalle piattaforme a pagamento. A settembre si registra anche una forte crescita della fruizione televisiva attraverso piattaforme web gratuite (+23% rispetto a settembre 2021), facilitata da un’offerta che consente di trovare sempre più spezzoni di spettacoli sui social media.
Si conferma la preferenza per la lettura dei libri in cartaceo anche se cresce la quota in digitale (rispettivamente 34% e 20% di lettori abituali a settembre); in flessione la lettura di quotidiani (8% di lettori abituali in meno su settembre 2021) mentre il web si consolida come principale canale di accesso a contenuti giornalistici e di informazione (33% di lettori abituali a settembre, + 4% sullo stesso mese del 2021).
L’offerta culturale nelle città sembra essere tornata ai livelli pre-pandemici; per oltre sette italiani su dieci le iniziative culturali sono un importante attrattore turistico e rendono le città più vive e piacevoli. Per i turisti autunnali i beni e servizi culturali che incidono di più nella scelta della meta di vacanza sono i musei e i siti archeologici (40%), seguiti da eventi enogastronomici (38%), festival (28%) e mostre (27%).
Per due italiani su cinque l’estensione del bonus cultura e la detrazione fiscale delle spese in cultura sono le misure più efficaci per la ripresa dei consumi culturali. Un intervistato su quattro indica una maggiore promozione delle attività sul territorio e agevolazioni per le politiche di investimento nel settore.
Fonte: Confcommercio-Swg
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