«Essere scortati non è un privilegio o un vitalizio»
«È da anni, ormai, e non soltanto adesso, che sono alquanto amareggiato, per come sono trattati dallo Stato gli imprenditori che denunciano il malaffare e tutte le quelle persone che con la loro sce…

«È da anni, ormai, e non soltanto adesso, che sono alquanto amareggiato, per come sono trattati dallo Stato gli imprenditori che denunciano il malaffare e tutte le quelle persone che con la loro scelta di campo contro mafie, hanno messo a repentaglio la propria vita per migliorare quella di tutti. Mi chiedo se davvero lo Stato e le sue istituzioni, vogliono dare fiducia ai cittadini e invogliarli alla denuncia o se viceversa vogliono fare capire chiaramente che chi denuncia prima o poi ritorna a essere lasciato da solo, diventando vulnerabile agli occhi dei suoi nemici che hanno con forza e rischio contrastato. Scrivo di queste cose con amarezza, leggendo di Pino Masciari, storico testimone di giustizia calabrese al quale in questi giorni e arrivata la notifica nella quale si annuncia la revoca della scorta. Tutto ciò è alquanto inaccettabile! È inaccettabile! Perché essere scortati non è un privilegio e non è un vitalizio, essere tutelati è un diritto per una scelta giusta fatta , mettendo a rischio la propria vita. Scorte a metà, come nel mio caso e in quello di tanti altri, tutelati in Calabria ma non fuori Regione, come se le cosche non fossero ramificate ormai dappertutto. Conosco altri che come me e Pino Masciari hanno “Scelto” e ai quali la scorta è stata revocata pur vivendo in territori difficili. Chiedo quindi che, l’attenzione dello Stato e delle sue Istituzioni a cui abbiamo affidato la nostra vita allorquando abbiamo scelto da che parte stare, non stia a guardare, ma provveda subito a queste sensibili e sgradevoli mancanze, perché chi testimonia contro le mafie non ha una scadenza ma resta testimone per tutta una vita e questo i boss lo sanno, per certo».
*Imprenditore, testimone di giustizia