LAMEZIA TERME Un buon affare per tutti, tranne per il Comune di Lamezia Terme e la comunità lametina. Gli ultimi elementi emersi sull’ex Cantina sociale mettono a nudo volumi e cifre di una compravendita che – numeri e documenti alla mano – è molto più di quello che sembra. La storia è nota da tempo, e quello che hanno detto ancora una volta in conferenza stampa il segretario del Pd di Lamezia, Gennaro Masi, il consigliere comunale Rosario Piccioni e Nicolino Panedigrano, è in buona sostanza la punta di un iceberg ben più profondo. Una sorta di rebus che, analizzando carte e documentazioni, non è impossibile risolvere.
Andando con ordine, è facile ripercorrere le tappe cronologiche che hanno portato, oggi, ad avere un enorme cratere a Savutano, quartiere Sambiase di Lamezia Terme, quello che resta dell’ex Cantina Sociale in attesa che nasca il prossimo supermercato. L’ex Cantina, infatti, è stata ceduta all’asta il 27 gennaio 2020 alla “A. C. 1939 srl” di Armando Curto, al prezzo di 1 milione e 230 mila euro. La società calabrese ma con sede a Roma, in una nota nelle scorse ore ha specificato di aver sostenuto «spese ulteriori per un importo di euro 1.200.000 circa e specificatamente: 600.000 euro per l’abbattimento dei fabbricati e lo smaltimento dei materiali di risulta, 110.000 euro per l’acquisto di un terreno adiacente, 90.000 euro per spese tecniche, oltre 320.000 euro per spese notarili, oneri di urbanizzazione e imposte, oltre agli interessi finanziari».
Il punto è però un altro: la società, ancor prima di completare la compravendita dal Comune di Lamezia – ratificata a Crotone il 22 ottobre 2020 – il 21 maggio 2020, quindi 5 mesi prima, ha sottoscritto e registrato un contratto di compravendita condizionato con la “Eurospin Sicilia Spa”, intenzionata a realizzare ed attivare un fabbricato a due livelli con al piano terra un esercizio commerciale per la vendita al dettaglio di prodotti alimentari e non su una superficie di vendita, oltre ad area da destinarsi a magazzino e servizi e un’area esterna per parcheggio esclusivo. Nel frattempo, l’A. C. 1939 srl ottiene il controverso permesso a costruire, il n.70 del 2021, poi i restanti permessi rilasciati l’8 febbraio 2022 (Vigili del Fuoco, Asp, Ferrovie dello Stato e Genio Civile oltre quello del SUAP), soddisfacendo così le «condizioni» di rivendita fissate precedentemente, con regolare contratto registrato il 21 giugno 2022 a Catania, per 2.960.000 di euro, pari a 3.611.200,00 IVA compresa.
Un buon affare per tutti, dicevamo inizialmente, perché la società crotonese che, di fatto, ha svolto il ruolo di intermediario tra l’Eurospin Sicilia e il Comune di Lamezia Terme, è riuscita ad aggiudicarsi la proprietà al prezzo d’asta fissato, senza controparti, ma anche a guadagnare alcune centinaia di migliaia di euro attraverso la rivendita. Dal canto suo la società siciliana si ritrova ora proprietaria di un terreno già bonificato e pronto ad accogliere la nuova struttura tutta da costruire. In mezzo tante figure chiave, a cominciare dal consigliere/progettista Pietro Gallo, ideatore del progetto per la demolizione e ricostruzione dell’ex Cantina sociale, che è riuscito ad ottenere il parere positivo del dirigente Gianfranco Molinaro il 17 dicembre 2021, nonostante i due pareri tecnici negativi a firma dell’allora dirigente, l’avvocato Alessandra Belvedere risalenti a marzo e poi maggio 2021.
Ma, diradato il polverone e smaltiti i detriti della demolizione dell’ex Cantina sociale, restano tantissime domande. Le stesse, peraltro, già avanzate dalla Commissione d’accesso antimafia, secondo la quale la valutazione che il dirigente Molinaro fa dell’immobile, pari a 1.223.312,46 di euro sarebbe sottostimata perché «la percentuale di abbattimento applicata pari al 35% di prezzo base determinato contrasta con il contenuto della prima relazione di sopralluogo del 26.9.2013 che lo dichiarava in stato di “abbandono” non appare aderente allo stato di conservazione e di fatto dell’immobile». Il consigliere/progettista Gallo, in una nota ufficiale, qualche mese fa avesse parlato di «cemento fatiscente, venduta al doppio del valore». Per la commissione d’accesso, invece, il tecnico del Comune lametino aveva stimato «solo il valore del suolo non tenendo minimamente conto del valore dei 3.697 mq di superficie netta dell’immobile esistente» ed applica al prezzo di mercato del suolo «un abbattimento per un “coefficiente di vetustà” che non ha alcun senso per un suolo». E non è un caso se, proprio la Commissione, stima il valore dell’ex Cantina, più i terreni, in 3 milioni e 600 mila euro. Il Comune di Lamezia Terme, dunque, ha ceduto la proprietà ad un prezzo sottostimato, perdendo anche la possibilità di riqualificare una vasta area della città da riconsegnare alla comunità.
Il resto è cronaca recente: dell’ex Cantina sociale resta solo la polvere e una profonda voragine al centro della quale, nel prossimo futuro, dovrebbe sorgere un nuovo supermercato a Lamezia Terme. Per le modalità e i tempi non resta che attendere. (redazione@corrierecal.it)
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