CATANZARO I passi avanti e le prospettive future ma anche le criticità che ancora vanno affrontate e risolte nell’accesso e nella gestione delle cure oncologiche: saranno questi i temi al centro del congresso di Oncologia in programma da oggi fino a sabato a Catanzaro (Hotel Perla del Porto-quartiere Lido). A promuoverlo Vito Barbieri, direttore della struttura complessa di Oncologia dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro: a confrontarsi nel corso di un meeting dal notevole profilo scientifico oncologi medici dell’Ao catanzarese e di altre aree del territorio nazionale.
Così Barberi inquadra obiettivi e temi del congresso: «La seconda e la terza giornata saranno centrate sull’aggiornamento in ambito di oncologa medica, quindi un confronto su specifici tumori da parte di oncologi della nostra sede e di oncologi di varie parti d’Italia. La prima giornata inizia con una serie di relazioni orientate sulla gestione delle cure oncologiche, cioè di organizzazione delle cure, con riferimento a quello che l’azienda Pugliese Ciaccio, in particolare la mia unità, ha realizzato con una serie di progettualità in questi anni e in questi mesi e ai programmi per il prossimo anno. Tra questi ultimi, in primo luogo, l’adeguamento alla rete oncologica regionale che ha dato una serie di indicazioni definendo i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali di determinate patologie. Adesso – spiega il direttore della Soc Oncologia del Pugliese – ci muoveremo verso l’attuazione di questi indirizzi nella nostra realtà, definendo anche i Ptda aziendali».
Per Barbieri «un altro dettame della rete oncologica, già previsto dal 2015 ma ancora non realizzato, è quella di realizzare punti di accesso alle cure, il Cao (Centro accoglienza oncologica), che ha un grande significato per i pazienti che davanti al trauma psicologico come quello di una diagnosi di tumore possono essere spinti ad andare fuori regione per cercare il percorso di cura. Invece, informandoli adeguatamente, e realizzando un punto di accesso alle cure e l’inizio di un percorso all’intero del loro ospedale, i pazienti possono trovare fiducia e maggiore speranza. Ovviamente, tutto questo non può essere ottimizzato all’istante, ma lo stiamo attivando: abbiamo scelto il Cao, grazie alla fondamentale collaborazione dei medici di base, perché questo sistema di accesso alle cure non si configura come un ambulatorio in cui poi il paziente viene lasciato in balia degli eventi ma come un punto fondato sul medico di medicina generale, che è il primo punto di riferimento dei pazienti. Diversi stadi della diagnosi vanno dunque presi in carico del paziente: completata la diagnosi, terminata la terapia, facendo passare il paziente per Unità di Valutazione Multidisciplinare che riuniscono i diversi specialisti che, insieme, gestiscono il percorso del paziente attraverso tutte le fasi di diagnosi e cura».
In linea generale, Barbieri evidenzia che in Calabria ancora c’è molto lavoro da fare. «La Rete oncologica regionale, attivata nel 2015, richiedeva dei passi attuativi che poi non si sono fatti perché ci sono state molte difficoltà a causa anche dei commissariamenti. Adesso però c’è una tappa in più, un aggiornamento al decreto con la Brest Unit, almeno è stato codificato e strutturato l’approccio delle neoplasie mammarie. Ma è chiaro che bisogna costruire anche altri percorsi, e la rete ha bisogno di essere guidata dalla Regione, da un centro di coordinamento che deve andare per step e arrivare poi ai passaggi che abbiamo indicato prima, punti di accesso riconoscibili facilmente dal paziente, unità di valutazione multidisciplinare per le decisioni, Pdta definiti, e infine quello che il paziente spera di avere, la miglior cura possibile sulla base delle conoscenze acquisite».
Il tema del giorno è la sempre più imminente integrazione tra le aziende ospedaliere di Catanzaro e la creazione dlel’azienda unica “Dulbecco”. Un traguardo che per Barbieri può essere una svolta. «Se ben organizzata – spiega il direttore di Oncologia dell’ospedale Pugliese Ciaccio – un’integrazione che porta ad avere un’unica azienda ospedaliera con un numero di posti letto molto grande, un numero di specialisti consistente, la possibilità di completare percorsi diagnostici terapeutici – già ci sono esperienze in tale senso, una mi riguarda direttamente, un’unità di valutazione online tra la nostra azienda e la Mater Domini – può dare risposte migliori, sul piano qualitativo e quantitativo. Ovviamente, il tutto va codificato e organizzato ma in linea di principio l’integrazione non può che essere una grande risorsa». Anche questo tema dunque non mancherà di essere affrontato nel congresso, nel quale poi – spiega infine Barbieri – «visto l’alto numero di pazienti che accedono alle cure oncologiche mediche presso l’ospedale Ciaccio verranno presentati nuovi modelli di organizzazione volti a migliorare i tempi di attesa quotidiani. Inoltre, considerata la ricerca da parte del paziente di specialisti oncologi orientati sulla propria specifica patologia, verrà presentata l’organizzazione degli ambulatori per patologia, già operativa attraverso il comune canale del Centro unico prenotazione. Fra gli altri modelli assistenziali di cui si discuterà verrà ricordata l’attività dell’Ambulatorio Team Picc che si occupa di posizionare i cateteri venosi tanto utili per la somministrazione sicura delle terapie oncologiche cicliche». (redazione@corrierecal.it)
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